Forum Italiano dei Comunisti

Tra liberal-imperalismo e destra sovranista: le difficoltà di chi le combatte

Forum Italiano dei Comunisti – 13/05/2025

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TRA L’INCUDINE DEL LIBERAL-IMPERIALISMOE IL MARTELLO DELLA DESTRA SOVRANISTA: LE DIFFICOLTA’ DI CHI LI COMBATTE

 

Siamo arrivati al punto più difficile e oscuro della storia dei paesi e dei popoli europei dalla fine della seconda guerra mondiale. Da una parte i partiti liberal-imperialisti che sostengono l’UE e il governo inglese che agisce di concerto, dall’altra le forze di destra che avanzano nei maggiori paesi europei, Francia, Germania, Italia (dove sono al potere), Polonia, Austria. Chi continua a mantenere una posizione di classe o una serie di valori di sinistra si trova schiacciato dall’evolversi di questa situazione e, attratto da avvenimenti drammatici come la guerra in Ucraina e lo scontro in Medio Oriente, rischia di non vedere il precipizio in cui sta cadendo l’intero continente europeo e l’Italia in particolare.

Quello che sta accadendo in Europa infatti  non può essere considerato meno grave di ciò che sta avvenendo in altre parti del mondo. Anche qui c’è una guerra  che coinvolge economicamente e militarmente tutti i paesi dell’UE. Non solo, ma il governo europeista che domina a Bruxelles con la sua politica di riarmo e di interventismo in Ucraina pone le condizioni per un allargamento del conflitto a livello continentale e lo fa in modo molto concreto, mettendo in atto azioni di preparazione al conflitto che coinvolgono anche le popolazioni. Mentre questa realtà avanza, si verificano fatti di estrema gravità, con sconvolgimenti istituzionali ed emanazioni di leggi repressive, anticamera di stati di emergenza che anticipano scelte che portano alla guerra.

La presa di coscienza piena di ciò che sta avvenendo è pertanto il dato fondamentale da cui partire per stabilire come muoversi.

Domandiamoci dunque come stanno le cose in Italia rispetto alla mobilitazione popolare contro la guerra e come si sta sviluppando il collegamento con le forze pacifiste europee.

Dobbiamo ammettere chiaramente che non solo siamo sulla difensiva, ma i segnali che vengono sono deboli, eccezion fatta per la manifestazione del 5 aprile indetta dai 5 Stelle, che ha lasciato il segno. Ma una rondine non fa primavera. La battaglia è dura e bisogna che ci attrezziamo a contenere l’offensiva bellicista. Il punto di partenza della ripresa è lo sviluppo di una coscienza unitaria e diffusa, che prepari lo sviluppo di un grande e stabile movimento italiano contro la guerra e il riarmo, in grado di misurarsi a tutti i livelli con la destra, anche sul terreno direttamente politico.

La sconfitta del governo Meloni è obiettivo comune e primario per rovesciare le tendenze in atto. Ma essere contro il governo Meloni non basta. Bisogna mettere bene in chiaro che le ricette del liberal-imperialismo rappresentano solo una delle varianti delle guerre e non l’alternativa e quindi non vanno spacciate per tali.

Inoltre, la lotta contro la guerra e quella contro le destre si saldano e comportano la necessità che, man mano che il movimento avanza, si realizzi un fronte comune. Questo necessariamente attiene  al tema della prospettiva politica, la cui impostazione deve finalmente uscire dal ritualismo movimentista, alla base del quale c’è sempre una logica minoritaria, che restringe il campo d’azione e manifesta di fatto un grado prepolitico di consapevolezza nell’agire.

Dobbiamo tener presente, infine, che l’imperialismo è abituato da sempre a presentare il conto della sue imprese in termini di ferocia e determinazione allo scontro. Anche per questo bisogna essere consapevoli che lottare contro la guerra vuol dire anche aver chiare  le difficoltà e i livelli con cui la situazione va affrontata.

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