Giuseppe Salamone – 15/05/2025
https://giuseppesalamone.substack.com/p/draghi-il-vile-affarista-e-il-prezzo
Aveva ragione da vendere Francesco Cossiga quando lo definì un “vile affarista”. Oggi, a distanza di anni, quelle parole tornano prepotentemente alla mente ascoltando le recenti dichiarazioni di Mario Draghi. Un personaggio da sempre sopravvalutato, costruito artificialmente dai media compiacenti, osannato come salvatore della patria mentre agiva in totale sintonia con gli interessi della grande finanza internazionale, a scapito del tessuto produttivo italiano e del benessere delle famiglie.
Le sue parole, pronunciate il 14 maggio 2025 e rilanciate dalle agenzie, sono di una ipocrisia disarmante:
“I prezzi elevati dell’energia e le carenze della rete sono, in primo luogo, una minaccia per la sopravvivenza della nostra industria, un ostacolo importante alla nostra competitività e un onere insostenibile per le nostre famiglie.”
A pronunciare queste frasi non è un osservatore neutrale, né un semplice analista preoccupato per l’economia nazionale. No, a parlare è proprio colui che fu tra i principali fautori del pacchetto di sanzioni alla Russia, misure che hanno avuto come effetto immediato l’impennata dei prezzi energetici in tutta Europa e in particolare in Italia.
Chi non ricorda le dichiarazioni trionfali di Draghi all’ONU, il 21 settembre 2022? In quell’occasione, davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, affermava con orgoglio:
“Le sanzioni che abbiamo imposto a Mosca hanno avuto un effetto dirompente sulla macchina bellica russa, sulla sua economia. L’esito del conflitto resta ancora imprevedibile, ma Kiev sembra avere acquisito un vantaggio strategico importante.”
E ancora più indelebile resta nella memoria la frase pronunciata il 7 aprile dello stesso anno, quando da Presidente del Consiglio pose retoricamente agli italiani una scelta tanto cinica quanto rivelatrice:
“Preferiamo la pace o il condizionatore acceso?”
Un’affermazione passata alla storia per giustificare l’imposizione di sanzioni scellerate e guerrafondaie, senza alcuna considerazione per le conseguenze concrete su famiglie, lavoratori e imprese.
E adesso? Adesso Draghi si sveglia e ci racconta che i prezzi dell’energia sono una minaccia esistenziale. Ma chi ha contribuito a farli esplodere se non lui stesso, con la sua cieca obbedienza agli schemi geopolitici imposti da oltre Atlantico?
Per chi da anni denunciava le conseguenze della deriva atlantista e dell’allineamento acritico alle strategie NATO, questo momento ha un sapore amaro. Quando si parlava apertamente di deindustrializzazione e impoverimento sociale come esiti inevitabili di queste scelte, si veniva tacciati di disfattismo o addirittura di tradimento. E ora? Ora lo stesso Draghi ci conferma ciò che era sotto gli occhi di tutti: l’industria italiana è in ginocchio, e le famiglie non ce la fanno più.
Un’ammissione tardiva, e francamente insopportabile, da parte di un uomo che, anziché assumersi le sue responsabilità, continua a muoversi come se fosse immune da ogni giudizio.

