Rassegna 17/05/2025
Dal Golfo a Gaza: la Geopolitica tra calcolo e catastrofe
Cari lettori,
Insideover è pronta per raccontarvi una nuova settimana.
Negli ultimi 7 giorni, la scena della politica estera è stata dominata da sviluppi significativi che riflettono la complessità e l’instabilità del quadro geopolitico globale.
Tra il 13 e il 15 maggio 2025, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha compiuto un tour diplomatico ed economico in Medio Oriente, visitando Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Durante il viaggio, Trump ha siglato accordi per un totale di circa 1.043 miliardi di dollari: 600 miliardi con l’Arabia Saudita, 243 con il Qatar e 200 con gli Emirati Arabi Uniti. Tra gli accordi più significativi, spicca la costruzione ad Abu Dhabi del più grande campus di intelligenza artificiale al di fuori degli Stati Uniti, in collaborazione con l’azienda G42 e diverse imprese statunitensi. Inoltre, Trump ha incontrato il presidente siriano Ahmed al-Sharaa, annunciando l’intenzione di revocare le sanzioni statunitensi contro la Siria, a seguito della caduta del regime di Bashar al-Assad. Ha anche riacceso la proposta di una “zona di libertà” a Gaza sotto controllo statunitense, suscitando critiche e preoccupazioni a livello internazionale.
A partire da ieri, invece, sono entrati nel vivo a Istanbul i primi colloqui diretti tra delegazioni russe e ucraine dal 2022. Nonostante l’assenza dei grandi nomi, è stato raggiunto un accordo per lo scambio di 1.000 prigionieri di guerra da entrambe le parti, il più grande dall’inizio del conflitto. Tuttavia, le richieste territoriali avanzate dalla Russia sono state giudicate “inaccettabili” da Kiev, che ha insistito sulla necessità di un incontro diretto tra i capi di Stato per progredire nei negoziati.
Intanto, Tripoli è tornata a bruciare. La capitale libica è stata teatro di intensi scontri tra milizie rivali a partire da lunedì, a seguito dell’uccisione di Abdel Ghani al-Kikli, noto come “Gheniwa”, leader della potente milizia SSA. I combattimenti hanno causato almeno 12 morti e hanno portato all’evacuazione di cittadini stranieri, tra cui 17 spagnoli e circa 100 italiani, grazie agli sforzi delle rispettive ambasciate. Il governo di unità nazionale guidato da Abdul Hamid Dbeibah ha annunciato di aver ristabilito il controllo sulla città, ma la situazione rimane tesa e instabile.
Intanto, Israele ha intensificato le operazioni militari nella Striscia di Gaza, colpendo oltre 150 obiettivi e causando la morte di almeno 93 persone in un solo giorno. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato l’intenzione di ottenere una “vittoria totale” su Hamas, mentre sono in corso negoziati per un cessate il fuoco mediati da Stati Uniti, Egitto e Qatar. Tel Aviv ha presentato un piano che prevede l’occupazione a lungo termine di parti di Gaza e lo sfollamento di civili in “zone sterili”, suscitando preoccupazioni da parte della comunità internazionale. Nel frattempo, la popolazione di Gaza affronta la fase più dura di una crisi umanitaria che sembra non avere fondo, con l’accesso agli aiuti umanitari bloccato da oltre due mesi. Organizzazioni internazionali denunciano la carenza di cibo, acqua e medicinali, mentre l’Unicef segnala l’uso degli aiuti come leva per il trasferimento forzato dei civili.
Quanto a Roma, l’Italia sta provando a riaffermare con forza il proprio ruolo nel contesto della politica estera globale, muovendosi con pragmatismo su più fronti critici. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha annunciato una visita istituzionale a Bruxelles, mirata a rafforzare il dialogo con le istituzioni europee e ribadire l’impegno del Paese verso l’integrazione comunitaria. Parallelamente, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha intensificato i contatti con Kiev, sottolineando l’impegno italiano nella ricostruzione dell’Ucraina e nella difesa dell’ordine internazionale contro l’aggressione russa. Sul versante mediterraneo, Roma sta affrontando la repentina esplosione di violenza a Tripoli, coordinando con rapidità l’evacuazione di circa cento connazionali coinvolti negli scontri tra milizie rivali, a testimonianza dell’efficienza operativa della rete diplomatica e consolare italiana. L’episodio ha riacceso il dibattito sulla permanenza della missione MIASIT e sull’effettiva capacità dell’Italia di influenzare in modo strutturale la stabilizzazione della Libia, paese chiave per la sicurezza energetica e i flussi migratori. Inoltre, i recenti accordi strategici con Paesi del Golfo e con l’India testimoniano una chiara volontà di diversificazione economica ed energetica, inserita in una visione di politica estera che punta al multilateralismo funzionale e a una proiezione di influenza fondata su stabilità, pragmatismo e legittimità internazionale.
Weekly Digest vi dà appuntamento alla prossima settimana: Insideover vi augura buona lettura del meglio degli ultimi sette giorni!
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Economia, Politica /
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Politica /
Giuseppe GaglianoLe aperture di Donald Trump al leader siriano Al-Sharaa sono da un lato un esercizio di realismo e dall’altro un rischio evidente.
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Guerra, Politica /
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Guerra /
Raffaele Riccardo Buccolo
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Paolo LolliLa Libia è sempre più terreno di competizione tra diverse potenze per l’espansione delle rispettive sfere d’influenza.
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Politica /
Federico GiulianiLa Colombia ha scelto di aderire alla Nuova Via della Seta cinese. Pechino espande così ulteriormente la propria presenza in America Latina.
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Politica /
Federico GiulianiCosa c’entrano l’India e il Kashmir con Israele e la Striscia di Gaza? Per alcuni molto più di quanto non si potrebbe pensare in un primo momento collegando due realtà distanti tra loro oltre 4.500 chilometri.
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Il reportage della settimana
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Religioni /
Lidia Ginestra Giuffrida, Stefano Stranges
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