Giuseppe Salamone – 21/05/2025
https://giuseppesalamone.substack.com/p/se-avessero-fatto-a-israele-quanto
Europa tra ipocrisia e doppi standard: sanzioni alla Russia in trenta secondi, tolleranza infinita per Israele
Nel silenzio più assordante, l’Unione Europea ha approvato in appena trenta secondi il diciassettesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Nessun dibattito pubblico, nessun confronto parlamentare, nessun passaggio formale: una decisione calata dall’alto, nel momento esatto in cui si intravedeva una timida apertura diplomatica tra Trump e Putin. Una coincidenza troppo perfetta per non destare sospetti.
Non solo: insieme al diciassettesimo pacchetto, sono stati preannunciati anche il diciottesimo e il diciannovesimo, come a voler sigillare una volontà precisa e intransigente di inasprire le relazioni. Un segnale chiaro: la pace, evidentemente, non è tra le priorità di chi guida oggi l’Unione. Anzi, sembrano impegnati attivamente a sabotarli, questi negoziati, proprio mentre iniziano a emergere possibilità concrete di dialogo.
In un contesto simile, il buon senso imporrebbe una revisione delle misure punitive, un allentamento delle sanzioni per incentivare i colloqui. Ma no: si va dritti verso l’escalation. Una strategia folle e irresponsabile, che rischia di far fallire ogni tentativo di mediazione e far degenerare ulteriormente un conflitto che già ha prodotto troppi morti e troppa distruzione.
Israele: due pesi e due misure
L’atteggiamento dell’Unione Europea nei confronti di Israele, invece, è di una lentezza esasperante. Davanti a un genocidio in diretta streaming, violazioni documentate del diritto internazionale, alle immagini devastanti da Gaza e alle denunce di azioni che anche molti osservatori internazionali definiscono “genocidiarie”, Bruxelles procede con cautela estrema. Si discute, si rinvia, si analizza. E molto probabilmente non si farà nulla.
Eppure, se si fosse applicata a Israele la stessa logica adottata per la Russia, lo Stato ebraico sarebbe oggi sotto durissime sanzioni economiche, politiche e diplomatiche. Invece, resta protetto, sostenuto, giustificato. È il paradigma dell’ipocrisia politica.
Dei 27 Paesi membri dell’UE, solo 17 hanno sostenuto la proposta – tardiva ma necessaria – di rivedere l’Accordo di associazione con Israele, un trattato che regola le relazioni politiche ed economiche con Bruxelles. Tra questi, non c’è l’Italia. E non è stata una semplice astensione: Roma si è opposta formalmente alla proposta. Non solo. Secondo quanto riportato dalla testata israeliana Ynetnews, il ministro israeliano Gideon Sa’ar avrebbe personalmente contattato i ministri degli Esteri di Germania, Italia, Croazia, Bulgaria, Ungheria, Lituania, Cipro e Repubblica Ceca per fare pressioni e bloccare l’iniziativa. Missione riuscita: molti di questi Paesi hanno espresso riserve, e Italia e Germania si sono schierate apertamente contro.
L’Italia, in particolare, è stata indicata come il Paese leader dell’opposizione. Un atteggiamento che in molti giudicano servile nei confronti di uno Stato sempre più isolato a livello internazionale, ma che continua a godere di complicità e coperture nei palazzi europei.
Un’Unione sempre più inutile e dannosa
L’Unione Europea sta mostrando, ancora una volta, tutti i suoi limiti. Le sue scelte, i suoi silenzi, le sue azioni contraddittorie la rendono ogni giorno di più un’istituzione percepita come distante, incoerente e sempre meno credibile.
Quando c’è da inasprire i conflitti, Bruxelles non aspetta un minuto. Quando invece c’è da difendere i diritti umani e isolare chi li calpesta quotidianamente, tutto si blocca, si dilata, si insabbia. È una dinamica inaccettabile. Ed è per questo che, oggi più che mai, serve una riflessione profonda sul ruolo che l’Europa vuole (e può) avere nel mondo.
Se continua così, rischia di diventare il problema, più che la soluzione. O forse lo è già il problema…
Video: ““L’IPOCRISIA DI GIORGIA MELONI””

