Forum Italiano dei Comunisti

Considerazioni sul progetto “Disarma”

Forum Italiano dei Comunisti – 24/05/2025

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CONSIDERAZIONI SUL PROGETTO ‘DISARMA’

 

E’ da tempo che stiamo seguendo l’attività dell’Associazione Disarma per una serie di ragioni che qui esporremo.

Intanto pubblichiamo, di seguito a questa nota, le considerazioni fatte dal coordinatore, Claudio Grassi, sui risultati dell’assemblea del 9-10-11 maggio a Roma, dalle quali anche noi partiamo per parlare del futuro, dell’importanza del movimento contro la guerra in Italia e del ruolo di Disarma in questo contesto.

A nostro parere, rispetto a questo, ci troviamo in una situazione abbastanza complessa per cui è necessario preliminarmente fare chiarezza e stabilire dei punti fermi per definire un percorso che sia all’altezza della situazione.

Intanto dobbiamo mettere in evidenza che per molti mesi la questione della guerra si è intrecciata con la vicenda palestinese che, per la sua gravità e l’orrore che suscita, ha spinto in avanti la mobilitazione con un moto spontaneo e diffuso. Lì, tra quelli che sono scesi in piazza più e più volte, si è vista una partecipazione convinta che ha lasciato il segno e dobbiamo augurarci che continui ad alimentarsi raccogliendo il consenso della stragrande maggioranza di italiani che dicono basta al genocidio.

Purtroppo la sinistra istituzionale non ha voluto raccogliere questo consenso e scagliarlo contro i sionisti e i loro amici italiani.  E quelli che in piazza sono abituati ad andarci ‘senza se e senza ma’ non sono riusciti a raccogliere tutto il bacino di consensi e anche ad articolare la battaglia.

Le cose sono andate diversamente sulla questione della guerra in Ucraina e sulle scelte fatte in merito dall’Italia e dal suo governo. Nonostante l’attività di un consistente settore dell’informazione che si è organizzato per orientare la gente contro la campagna di travisamento dei fatti messa in atto per coprire le responsabilità della guerra, non si è riusciti ad andare oltre una certa soglia. Certamente pesa su questo la responsabilità del PD e delle lobby liberal-imperialiste che gravitano nella sua area. Questo però non spiega tutto e bisogna capire quali sono i punti deboli e la loro natura.

A cambiare le cose, fortunatamente, c’è stata l’iniziativa del movimento 5 Stelle dell’aprile scorso che ha portato in piazza circa 100.000 persone contro la politica del riarmo e in questo modo sono stati centrati due obiettivi: una grande mobilitazione contro la guerra, ma anche un avvertimento nel ‘campo largo’ ai molti sostenitori del liberal-imperialismo europeista. Da questo momento a chi non ha una visione movimentista, ma politica, si è posto il problema di andare avanti senza ripiegare sul quotidiano.

L’assemblea romana di Disarma del 9-11 maggio doveva affrontare questi problemi. Come è andata? In sintesi possiamo dire che c’è stata una buona partecipazione (oltre le 200 persone al giorno) di gente motivata, un nucleo di personalità impegnate da tempo nella denuncia delle guerre e per ultimo si è tenuto, il giorno 11, un incontro specifico di  organizzazioni politiche e strutture impegnate contro la guerra per discutere un terreno di collaborazione. Erano presenti i 5 Stelle, RC, AVS, il deputato del PD D’Attorre, Stefano Fassina e i rappresentanti di strutture che si occupano di interventi nella scuola, a livello europeo e in ambiti territoriali.

A questo punto Disarma ha di fronte una grossa responsabilità rispetto agli ulteriori risultati da ottenere e che non riguardano solo gli associati. Intanto è necessario che si diffonda l’idea che Disarma non è uno dei tanti gruppi che si muovono sul terreno della pace, ma ha l’ambizione, perchè ne ha anche le potenzialità, di assumere un ruolo determinante nella crescita del movimento italiano contro la guerra. Quindi si tratta di portarne a fondo lo sviluppo organizzativo che dia carattere di stabilità all’azione contro la guerra, senza steccati e separazioni ideologiche, con la consapevolezza  che l’obiettivo  da raggiungere è comune.

Ma il ruolo di Disarma è anche direttamente politico rispetto ai 5 Stelle,  AVS e altre rappresentanze politiche che sono anch’esse impegnate contro il riarmo. Si tratta di non regredire rispetto al livello raggiunto, rafforzando l’intero arco delle forze in campo, e di far pesare questo schieramento nei rapporti politici, evitando di confondere i ruoli, ma dando forza e incisività a una battaglia che tutti condividono.

 

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