Forum Italiano dei Comunisti

Riprende la discussione tra PCI e Forum sulle prospettive della collaborazione

Conclusa la partita congressuale, che ha impegnato i militanti del PCI per un periodo abbastanza lungo, è ripreso il confronto tra il PCI e il Forum Italiano dei Comunisti allo scopo di definire gli obiettivi e il terreno su cui procedere.

Come già chiarito fin dall’inizio, l’intento principale del progetto di collaborazione sta al di fuori dalle tradizionali pratiche di ricomposizioni organizzativistiche, rispetto alle quali il Forum ha sempre dichiarato che l’obiettivo era diverso e cioè quello di affrontare nell’area comunista un bilancio della situazione e lavorare per una ricomposizione che sia in grado di rilanciare una presenza comunista nel tessuto della società italiana  e determinare una ripresa nel solco  della tradizione del P.C.I.,  di cui Gramsci e Togliatti rappresentano il riferimento storico. Non si tratta di riproporre in questo modo un culto delle icone, ma di capire il Congresso di Lione del 1926 e la svolta di Salerno del 1944 come fondamenti del Partito comunista italiano.

Il dialogo è ripreso a partire da questo e ha portato a ribadire la sostanziale convergenza sull’obiettivo.

A questo proposito il Forum ha avanzato la proposta di costituire una struttura operativa che faciliti lo sviluppo delle iniziative comuni e gli approfondimenti tematici. L’idea è quella di creare un centro dedicato alla teoria e alla prassi dei comunisti italiani che permetta la ricerca e il confronto.

Promosso in comune dal PCI e dal Forum, il centro nelle intenzioni sarà allargato a tutti i compagni e le compagne, di varia provenienza, che ritengono necessario questo passaggio  per evitare che la parola ‘comunista’ continui ad avere in Italia un carattere evanescente, nostalgico e  improvvisato e si vada invece a indagare meglio sulle questioni oggettive e soggettive che hanno determinato gli insuccessi che conosciamo.

Essere comunisti oggi significa infatti per noi riconnettere il filo rosso che collega un’ipotesi di ripresa alla conoscenza dell’esperienza storica e alla ridefinizione di un’ipotesi strategica che dimostri la sua validità.

Ovviamente non si tratta solo di teoria, ma di discutere anche come i comunisti devono agire nel concreto della lotta politica e di classe. Anche su questo è necessario fare un bilancio nel senso di verificare come fino adesso è stato inteso  dai comunisti il rapporto tra teoria e pratica.

Due questioni attengono all’analisi di questo rapporto e riguardano sia la natura del partito che la sua capacità di entrare nel vivo delle contraddizioni che caratterizzano l’attuale fase.

Sul partito bisognerà discutere del carattere e della qualità della dirigenza che non dovrà essere basata sul numero delle pagine scritte o su una pura militanza organizzativa, ma sulla capacità di gestire i processi reali e reggere il complesso confronto politico in un paese occidentale come l’Italia. Si tratta di mettere in discussione quindi una visione puramente propagandistica del lavoro politico e ricollocarlo invece dentro una visione strategica, partendo da ciò che è all’ordine del giorno oggi: la guerra, l’unità del movimento che la combatte, l’antifascismo e la lotta al governo Meloni, la gabbia ideologica del liberismo e la riproposizione di una piattaforma costituzionale di ricostruzione delle relazioni sociali e istituzionali in Italia.

Questa è dunque la funzione del partito che vogliamo contribuire a costruire. Un partito non di nicchia, ma che abbia il coraggio di misurarsi con le questioni reali su cui si basa il processo di trasformazione.

31/05/2025 – Forum Italiano dei Comunisti

https://www.forumdeicomunisti.it/

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