Giuseppe Salamone – 11/06/2025
https://giuseppesalamone.substack.com/p/rima-hassan-europarlamentare-sequestrata
Se a quest’ora Rima Hassan, parlamentare europea, fosse stata rapita in acque internazionali dalla Russia anziché da israele, ci troveremmo di fronte a un altro scenario: indignazione a reti unificate, dichiarazioni furiose dei leader europei, cortei istituzionali a sostegno della “collega” ingiustamente detenuta. E invece, silenzio. Silenzio vile, ipocrita, calcolato.
Ieri, Ursula von der Leyen e Kaja Kallas hanno dedicato circa mezz’ora a una conferenza stampa per annunciare l’ennesimo – il diciottesimo – pacchetto di sanzioni contro la Russia. Eppure, nemmeno 30 secondi per citare Rima Hassan. Nessuna parola, nessun gesto di solidarietà per una deputata del Parlamento Europeo. Nessuna presa di posizione e nessuna condanna per lo Stato terrorista e genocida di israele. Figuriamoci sanzioni…
È evidente che la gravità di un evento non è più valutata in base ai fatti, ma in base alla convenienza. È grave solo ciò che serve a giustificare determinate agende politiche. Il resto viene sepolto nel silenzio. E noi, spettatori e cittadini, assistiamo a una quotidiana presa in giro, fatta di doppi standard, omissioni e manipolazioni.
Tutto questo per continuare a coprire uno Stato che si comporta da potenza occupante e repressiva, il cui operato rispecchia ogni definizione possibile di terrorismo di Stato.
I fatti: un sequestro illegale
Rima Hassan, eurodeputata francese di origine palestinese, si trovava a bordo della nave umanitaria Madleen in acque internazionali quando è stata sequestrata da uomini armati israeliani. È stata deportata con la forza in israele, uno Stato nel quale non aveva intenzione di entrare e lì trattenuta in isolamento. In violazione del diritto internazionale, e di qualsiasi principio democratico.
Le autorità israeliane le hanno imposto la firma di un documento illegale: una falsa ammissione di ingresso illecito nel Paese e un impegno a non farvi ritorno per i prossimi cent’anni. In cambio, la libertà.
Rima ha rifiutato. E il suo rifiuto è un atto di coraggio, di resistenza, di verità.
Una storia che racconta la Palestina
La vicenda di Rima Hassan è molto più di un abuso: è un microcosmo della storia palestinese. Rima è discendente di profughi palestinesi espulsi nel 1948 dal villaggio di al-Birwa, distrutto e rimpiazzato da un kibbutz israeliano. È nata in un campo profughi. E oggi, da cittadina europea, non può mettere piede nella terra da cui proviene la sua famiglia, perché è palestinese.
Tutto questo, malgrado una risoluzione dell’ONU – la 194 del 1948 – riconosca esplicitamente il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi.
Questa non è solo la storia di un sequestro illegale. È una storia di pulizia etnica, di apartheid, di crimini di guerra. È il riassunto brutale e inconfutabile della condizione palestinese, condensato in un episodio che coinvolge una rappresentante democratica eletta nel cuore dell’Europa.
Onore a Rima
Oggi, l’onore va a Rima Hassan. Che non si piega. Che rifiuta il ricatto e continua a rappresentare, con la sua stessa esistenza, la verità di un popolo cancellato e il coraggio di chi non accetta l’ingiustizia come destino.
E vergogna a chi tace.

