Newsletter n. 24 del 13 giugno 2025
Sull’esito dei referendum, verso la giornata di mobilitazione generale del 21 giugno a Roma
Bisogna usare ogni battaglia, quelle che si vincono e quelle che si perdono, per organizzarsi meglio, per sviluppare il coordinamento, per imparare a rendere il paese ingovernabile al governo Meloni e al resto delle Larghe Intese. Per fare della mobilitazione spontanea contro gli effetti della crisi il motore della lotta per un governo di emergenza popolare.
Devolvi il 5X1000 all’Associazione Resistenza
Sul sentiero tracciato dalla Resistenza, tieni accesa la fiamma della solidarietà!
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Le bombe di Israele sull’Iran. Mobilitarsi per fermare la guerra!
La notte tra il 12 e il 13 giugno Israele ha bombardato alcuni siti strategici in Iran. Obiettivo dei bombardamenti, in cui hanno perso la vita diversi militari e scienziati, sono i siti di interesse nucleare. Israele e Usa nelle ore immediatamente successive hanno definito l’attacco come “preventivo” e minacciato l’Iran di ulteriori escalation in caso di risposta. Il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei ha invece avvertito Israele che “subirà senza dubbio un destino doloroso” e annunciato una punizione severa.
Questo avviene mentre a Gaza è stata staccata definitivamente ogni connessione a internet e luce su quanto sta accadendo al suo interno. Mentre giornalisti e attivisti vengono prelevati in Egitto dalle camere d’albergo e rimpatriati, con la complicità delle autorità egiziane, per impedirne la partecipazione alla Global March to Gaza. Mentre gli attivisti della Freedom Flotilla diretti a Gaza con aiuti umanitari sono stati arrestati illegalmente in acque internazionali da Israele rimpatriandone alcuni e arrestandone altri. Tra questi la parlamentare europea Rima Hassan è finita in isolamento per aver scritto nella cella in cui era detenuta “Free Palestine”.
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È uscito il numero 6/2025 di Resistenza
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Intervista a Extinction Rebellion. Alzare la voce nonostante denunce e fogli di via
Dal 25 Aprile al Primo Maggio, Extinction Rebellion ha organizzato a Roma la “Settimana rumorosa”, un ciclo di iniziative di lotta contro la guerra, la devastazione ambientale, le speculazioni e il decreto sicurezza.
Ne abbiamo parlato con una compagna che ha partecipato, occasione anche per conoscere il modo con cui si rapportano alla repressione e formano gli attivisti per prevenirla.
Intervista a Quarticciolo Ribelle. “Abbiamo un piano per il nostro quartiere”
Quando lo scorso marzo è entrato in vigore il decreto, al Quarticciolo è stato “accolto” da una manifestazione di migliaia di persone: è stato il risultato della mobilitazione della rete solidale che nel quartiere ha una storia ricca, è una realtà ben presente e, soprattutto, ha un piano per contrastare il degrado. “Degrado” è il termine corrente con cui la classe dominante criminalizza gli abitanti dei quartieri popolari per nascondere lo stato di abbandono e l’isolamento sociale a cui le periferie sono condannate dalle istituzioni.
Abbiamo intervistato Fiamma, esponente di Quarticciolo Ribelle.
Il 19 giugno è la Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero
Non è necessario appartenere alle stesse organizzazioni di cui sono parte i rivoluzionari prigionieri, non è necessario neppure condividerne l’analisi, la linea politica, i metodi e le azioni di lotta, quello che è necessario è saper riconoscere che nella divisione in classi della società, i comunisti devono sostenere tutto quello che il nemico combatte e combattere tutto quello che il nemico sostiene. E i rivoluzionari prigionieri sono parte integrante della nostra classe, del nostro campo e del mondo che vogliamo costruire.
Celebriamo la Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero e promuoviamo la solidarietà ai rivoluzionari prigionieri. Perché la solidarietà delle masse popolari rafforza la resistenza dei rivoluzionari prigionieri e la resistenza dei rivoluzionari prigionieri rafforza la resistenza di tutte le masse popolari.
Rubio denunciato per antisemitismo. Piantedosi difende la libertà di espressione
Matteo Piantedosi, il Ministro dell’Interno, si è accorto che in Italia la libertà di espressione è in pericolo. E ha preso posizione, grossomodo negli stessi giorni in cui Gabriele Rubini è stato denunciato per l’ennesima volta.
Quelle del ministro sono state parole forti e perentorie: “In democrazia non bisogna avere paura di nulla, anche di idee che possono apparire molto forti, molto controverse, molto discutibili anche, non condivise in qualche modo”.
Ma Piantedosi non si riferiva a nessuno degli squallidi tentativi di censura, di pressione, di criminalizzazione e di repressione che colpiscono, più o meno duramente ma sempre più diffusamente, chi osa raccontare una realtà diversa da quella imposta dal mainstream.
Piantedosi stava rispondendo a chi chiedeva spiegazioni sui permessi accordati allo svolgimento di quella fogna di convegno che si è svolto a Gallarate, in provincia di Varese, sulla “remigrazione”.
Feste della Riscossa Popolare 2025
Fra oppressione e liberazione, fra guerra e rivoluzione, fra resa e riscossa sappiamo da che parte stare. E cerchiamo volontari
Lo scorso anno la “macchina del fango” ha investito il dibattito sul movimento di solidarietà con la Resistenza palestinese per coprire tutto il contenuto politico della Festa e gli sviluppi a cui ha aperto la strada: il dibattito sulla repressione aziendale, partecipato da decine di operai, è stato un primo passo verso la strutturazione di un organismo operaio che si occupa dell’argomento; il tavolo degli amministratori locali ha permesso di scambiare esperienze su svariati argomenti, dalla resistenza alla militarizzazione dei territori (in una zona assediata dalle basi militari già in uso, come Camp Derby, e da quelle in progetto, come a Coltano) alla lotta contro la devastazione ambientale (uno degli argomenti è stato lo smaltimento del Keu, la risulta tossica della lavorazione delle concerie…); si è rafforzato il coordinamento degli organismi popolari contro la Nato.
In un anno alcune cose sono cambiate, ma non è cambiata la direzione verso cui procede la società. Anzi, diventa sempre più pressante risolvere la contraddizione fra oppressione e liberazione, fra guerra e rivoluzione, fra resa e riscossa.
Non è importante cosa pensa Prevost dei diritti delle donne, dell’aborto, dell’autodeterminazione dei popoli, della strage sui posti di lavoro, dei missili della Nato o dei nazisti ucraini: importa che Leone XIV riesca a trattenere il prestigio raccolto da Papa Francesco fra una parte delle masse popolari.
È nella gestione di questa ingombrante eredità che si creano e si ricreano le contraddizioni che permettono al movimento comunista di fare breccia anche nella massa di fedeli che guarda al Papa con speranza e alle parole del Papa come ispirazione e guida.
Il Vaticano è fra l’incudine e il martello.
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Torino. Il futuro di Mirafiori è nelle mani dei lavoratori Stellantis organizzati!
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Toscana. Cacciamo il sionista Marco Carrai. Andiamo fino in fondo: vincere è possibile!
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Sesto Fiorentino. Ancora prese di posizione degli amministratori contro Marco Carrai
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Sesto San Giovanni. Se non si fermano le bombe non ci fermiamo neanche noi!
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Ascolta il Podcast “Corrispondenze operaie” su Radiograd
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net sito: www.carc.it