Comunicato CC 14/2025 – 16 giugno 2025
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Fare del 20 e 21 giugno due giornate di mobilitazione ampia e unitaria contro il governo della guerra, dell’economia di guerra e della repressione!
Il prossimo 20 giugno USB, CUB e SGB hanno proclamato uno sciopero generale nazionale “contro la guerra e l’aumento delle spese militari a scapito della sanità, della scuola e dell’intero welfare, contro il genocidio del popolo palestinese perpetrato dallo Stato d’Israele con la complicità attiva del governo italiano e dell’Unione Europea” con presidi e cortei davanti alla Leonardo di Firenze e di Torino, al varco San Benigno del porto di Genova, sotto la prefettura a La Spezia, sotto l’Assessorato alla Sanità di Pescara e in tante altre città. Sempre il 20 giugno scioperano anche i metalmeccanici: FIOM, FIM e UILM li chiamano in piazza perché “senza il contratto si sciopera, per la dignità del lavoro e per il futuro del paese”, ma proprio per questo la lotta per il rinnovo del CCNL è e deve diventare anche consapevolmente parte integrante della lotta contro il governo della guerra, dell’economia di guerra e della repressione.
Il 21 giugno sono state indette due manifestazioni nazionali a Roma: la prima convocata da Potere al Popolo e altri organismi, la seconda convocata da Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi, Greenpeace Italia), ARCI, ATTAC Italia, Transform Italia e altri promotori italiani della campagna “Stop Rearm Europe” sulla base dell’appello lanciato da vari organismi europei. Della posizione del (n)PCI rispetto alla concomitanza delle due mobilitazioni abbiamo già scritto nel Comunicato CC 11/2025 – 20 maggio 2025 e nel momento in cui scriviamo non sappiamo se le due piazze si uniranno in qualche modo.
In ogni caso, il 20 e 21 giugno prossimi saranno un banco di prova generale per la mobilitazione popolare contro il governo Meloni e la sua politica di riarmo, repressione, smantellamento dell’apparato produttivo nazionale e dei servizi pubblici (istruzione, sanità, trasporti), devastazione ambientale, razzismo istituzionalizzato e per rilanciare in maniera più ampia, organizzata e dispiegata la mobilitazione di massa per fermare i gruppi imperialisti USA-NATO, sionisti e UE promotori della Terza guerra mondiale: l’attacco sionista contro la Repubblica Islamica dell’Iran dello scorso 12 giugno è la dimostrazione che gli appelli al buon senso, le suppliche e le preghiere non sono più sufficienti!
Il (n)PCI impegna tutti i propri organismi e chiama i compagni e gli organismi che simpatizzano per la rivoluzione socialista che il Partito promuove a rendere le due giornate
– un’occasione di mobilitazione unitaria, che alimenta la costruzione del fronte delle forze anti Larghe Intese per far montare la lotta fino a rendere il paese ingovernabile a Meloni e soci e dare al malcontento e alla protesta popolare una prospettiva di governo del paese in cui la classe operaia e le masse popolari organizzate sono le vere protagoniste,
– un’iniziativa marcatamente a sostegno della causa e della Resistenza palestinese, che si aggiunge alle centinaia di iniziative del movimento operaio e popolare del nostro paese.
Affinché la piazza sia ampiamente partecipata e la manifestazione risulti efficace, dobbiamo promuovere in primo luogo il protagonismo di operai e altri lavoratori. Organismi come il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova e i portuali di Salerno organizzati da USB hanno preso esempio dai loro compagni marsigliesi che hanno impedito alla nave portacontainer Contship ERA – appartenente alla flotta della ZIM (compagnia privata di navigazione, in cui lo Stato sionista detiene attualmente una quota di minoranza) – di essere caricata di armi e munizioni dirette alle Forze Armate sioniste, le quali testano il materiale bellico direttamente sui palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. La nave navigava vuota, grazie alla lotta dei portuali di Marsiglia che hanno bloccato il carico di armi e dei portuali di Genova che hanno continuato a presidiarla.
Il 09.06 al porto di Salerno gli operai e i solidali presenti hanno ribadito con forza che i porti non devono essere anelli della logistica bellica e che è necessario che gli organismi operai e popolari delle città portuali possibile scalo delle navi sioniste continuino a mobilitarsi, organizzarsi, coordinarsi per consolidare il controllo popolare sui porti, per fermare la loro militarizzazione e quella delle altre infrastrutture civili (aeroporti, ferrovie, autostrade), della scuola e dell’università, per interrompere ogni complicità con il regime sionista. Ai portuali si aggiungono il personale medico-sanitario raggruppato in “Sanitari per Gaza”, i ferrovieri contro la guerra, i docenti organizzati nell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e altri, i quali già da tempo organizzano e mobilitano settori di lavoratori contro l’economia di guerra, il riarmo, il transito di armi, la propaganda di guerra, la militarizzazione delle scuole e dei territori e altre operazioni in cui si traduce il coinvolgimento del nostro paese nella Terza guerra mondiale fomentata dagli imperialisti USA, sionisti, europei e associati. Sono iniziative ancora piccole, d’avanguardia, che vanno rafforzate ed estese.
Altri esempi sono quelli
– degli attivisti di Extinction Rebellion, che a maggio hanno occupato il piazzale di uno stabilimento di Leonardo a Roma, protestando contro il DL Sicurezza e la barbarie dello sterminio delle masse popolari palestinesi di cui è complice il governo Meloni,
– di alcuni lavoratori del mondo dello spettacolo (registi, sceneggiatori, attori, ecc.) che hanno tenuto un presidio fuori da Cinecittà a inizio maggio in occasione della cerimonia di premiazione dei David di Donatello con una grande bandiera palestinese, denunciando la passività del loro settore professionale e la connivenza del governo Meloni e delle Larghe Intese a livello nazionale e locale nella pulizia etnica e nel genocidio del popolo palestinese.
È possibile, oltre che necessario, colpire duramente con la lotta e la mobilitazione i guerrafondai della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA-NATO, europei e sionisti, a partire dalle giornate di mobilitazione del 20 e 21 giugno prossimi, in particolare facendo salire di livello (quantità e qualità) le iniziative in solidarietà con il popolo palestinese e per fermare la Terza guerra mondiale.
1. Individuare (inchiesta) territorio per territorio aziende capitaliste e pubbliche e individui – sia esponenti delle Larghe Intese come sindaci, consiglieri comunali, segretari di circoli/sezioni di partito, ecc., che dirigenti aziendali, investitori industriali e finanziari, sindacalisti collusi e via dicendo – che hanno rapporti con centri di ricerca, agenzie e aziende che fanno capo allo Stato sionista di Israele per rendere pubblica e boicottare la loro attività, così come avviene a Firenze contro il sionista Marco Carrai.
Il (n)PCI può rendere pubblica la denuncia di tutto quello che nel vostro territorio è legato ai sionisti: essendo clandestino, per le forze della repressione è più difficile colpirlo e bloccarne l’attività. A tal proposito, comunichiamo che a breve diffonderemo sul nostro sito www.nuovopci.it il terzo aggiornamento della lista degli agenti sionisti che il (n)PCI porta avanti dall’agosto 2024. La lista si allunga, non solo perché i sionisti sono ben piantati nel nostro paese e bisogna ostacolare in ogni modo la loro iniziativa economica e politica, ma anche perché aumenta il numero di persone che ci mandano segnalazioni.
Se avete dei nominativi da indicarci, fatevi avanti!
La lotta contro organismi e agenti sionisti operanti in Italia è lotta sia per sostenere la Resistenza del popolo palestinese, sia per liberare il nostro paese dai gruppi imperialisti italiani e stranieri e in particolare dal protettorato USA-NATO e per solidarizzare con i popoli libanese, siriano, yemenita, iraniano minacciati e colpiti dai criminali sionisti e con le organizzazioni che promuovono la Resistenza contro di essi.
2. Organizzare presidi di controinformazione e denuncia davanti alle sedi delle aziende di proprietà di sionisti e alle sedi delle aziende italiane e multinazionali che in una certa misura sono coinvolte nei traffici e affari dei sionisti, bloccare e sabotare le loro attività come avvenuto contro la Tekapp di Modena: ostacolare il regolare svolgimento degli affari di queste aziende, rendere loro la vita impossibile, indebolisce il campo nemico e rafforza la mobilitazione popolare.
3. Estendere la campagna BDS (Boicotta Disinvesti Sanziona), boicottando individualmente (non acquisto di prodotti e servizi) e collettivamente le aziende sioniste e che collaborano con i sionisti: stampare i volantini della campagna BDS, diffonderli tra la rete di conoscenti e familiari, organizzare volantinaggi presso i supermercati e centri commerciali, in particolare quelli che ancora “vantano” la collaborazione con aziende attive nel territorio soggetto allo Stato sionista d’Israele e che sfruttano e opprimono lavoratori palestinesi, con l’obiettivo di costruire gruppi collocati quartiere per quartiere.
4. Formare gruppi di lavoratori in ogni porto, aeroporto e deposito o snodo ferroviario che si organizzano per monitorare, denunciare, bloccare e sabotare il traffico di armamenti e attrezzature dirette allo Stato sionista di Israele: generalizzare iniziative come quelle del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (CALP) di Genova contro l’invio di armi dai porti italiani e dei lavoratori aeroportuali di Pisa e Montichiari (BS). Porto Canale di Cagliari, i porti di Livorno e Trieste, gli aeroporti di Trapani e Pisa sono oggi tra le strutture civili più utilizzate per il traffico di armi.
A questi si aggiungono gli aeroporti militari di Amendola (FG), Pratica di Mare (Roma), Decimomannu (CA), Ghedi (BS), Aviano (PN) e porti militari di Augusta, La Spezia, Taranto e altri. Carri merci di convogli militari partono dalle province con più alto tasso di produzione militare e con i depositi di mezzi e armamenti più grandi e sfruttano le linee dei Treni ad Alta Velocità (TAV) per le spedizioni di armamenti: dal deposito di carri armati di Lenta (Vercelli), alle caserme dei reggimenti di artiglieria nelle province di Treviso, Udine, Salerno e Foggia, alle fabbriche di armi nella provincia di Novara, Varese, Brescia, Bolzano. Impedire che il nostro paese sia terreno di traffico di armi è lotta concreta per fermare i promotori della Terza guerra mondiale. L’aumento del numero di lavoratori che denunciano e boicottano gli accordi commerciali e l’interscambio militare con il governo e le aziende sioniste e in generale che alimentano la Terza guerra mondiale, permettono di alzare di livello la mobilitazione, renderla quotidiana, darle un contenuto pratico legato alla fase attuale della lotta di classe.
5. Disertare e boicottare gli eventi pubblici di informazione, culturali, sportivi e politici in cui sono presenti agenti sionisti e loro lacchè: moltiplicare le azioni di artisti, musicisti, registi, scrittori, sportivi nonché di organizzazioni artistiche e sindacati del settore, per isolare il settore culturale, artistico e sportivo collegato all’Entità sionista. Estendere l’intervento in ogni ambito (mediatico, istituzionale, lavorativo, accademico, ecc.) per esprimere prese di posizione a favore della Palestina: portare verità, luce, giustizia sociale e spirito di riscossa popolare laddove le autorità della Repubblica Pontificia e i suoi baciapile vogliono imporre menzogna, censura e rassegnazione. In questo modo, “parlare della Palestina” si aggancia a “fare per la Palestina”, quindi aiutare la sua Resistenza a liberarsi dall’oppressore.
6. Organizzare presidi di protesta davanti all’ambasciata e alle sedi consolari dello Stato sionista, davanti alle sedi di associazioni sioniste operanti nel nostro paese sotto qualunque forma mascherate.
7. Sostenere la campagna per la liberazione dei tre partigiani palestinesi Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh sotto processo a L’Aquila per associazione terrorista, un capo d’imputazione costruito ad arte dalla magistratura italiana per compiacere le autorità sioniste che vogliono la loro morte.
8. Far saltare gli accordi tra le università italiane e agenzie, enti e altri organismi pubblici e privati in mano ai sionisti e collegati alla NATO, mobilitando i ricercatori precari, gli studenti, i docenti e il personale tecnico-amministrativo a sollevare iniziative e proteste all’interno degli ambienti universitari.
9. Bloccare e impedire i percorsi di PCTO (la cosiddetta “alternanza scuola-lavoro”) e le gite scolastiche di bambini e adolescenti all’interno di caserme, basi, aeroporti militari e presso aziende colluse con i sionisti e la NATO;
10. Stanare gli esponenti del polo PD delle Larghe Intese: che Emiliano (governatore della Puglia), Giani (governatore della Toscana), De Pascale (governatore dell’Emilia Romagna), Chiantore (sindaco di Ivrea, provincia di Torino) e tutti sindaci e governatori del PD passino dalle dichiarazioni sulla sospensione degli accordi con istituzioni ed enti sionisti ai fatti.
11. Rendere le sedi dei principali media di regime (giornali come Repubblica, La Stampa, Corriere della Sera, Il Giornale, Il Foglio, ecc.) bersaglio di mobilitazioni e iniziative di lotta: mettiamo il fiato sul collo ai giornalisti complici dei crimini dello Stato sionista di Israele, boicottiamo attivamente le centrali mediatiche della propaganda filo-sionista. Il Comunicato CC 30 del 7 dicembre 2023 riporta gli indirizzi delle sedi di alcuni dei principali gruppi mediatici e delle redazioni di alcune delle trasmissioni che si sono distinti per lo zelo filo-sionista;
12. Effettuare attacchi informatici contro i siti, i database e le reti delle aziende, dei media e dei giornalisti che collaborano con lo Stato sionista d’Israele: in Italia esistono centinaia, probabilmente migliaia di persone che hanno le capacità informatiche necessarie a realizzare tali attacchi con le dovute accortezze per non farsi individuare.
13. Estendere e rafforzare le azioni militanti contro le installazioni militari USA-NATO in Italia, che costituiscono la struttura logistica di buona parte delle operazioni militari della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti a sostegno dello Stato sionista di Israele: spionaggio, trasporto di armamenti, addestramento, ecc. Tutte le installazioni militari USA-NATO hanno bisogno di rifornimenti costanti ed è possibile individuare il modo in cui li ottengono: spesso, infatti, si appoggiano ad aziende locali che operano sia all’interno delle basi che all’esterno. Quello che serve è organizzare i lavoratori e le masse popolari che vivono nei pressi delle installazioni militari a intraprendere iniziative di boicottaggio e sabotaggio: danneggiare o distruggere le reti dei servizi di prima necessità (elettricità, gas, acqua, fognature), far saltare e disertare le gare d’appalto (con appelli, azioni di lotta, ecc.) per l’assegnazione dei lavori di rifornimento delle basi (approvvigionamenti, lavanderie, ecc.), rallentare o impedire il normale svolgimento delle attività correnti.
Alcune di queste iniziative sono già attuate da organismi operai e popolari: si tratta di estenderle e rafforzarle, le due giornate del 20 e 21 giugno permettono di farlo. Altre non sono ancora attuate principalmente perché implicano la violazione della legalità imposta dalla classe dominante: si tratta di preparare il terreno, organizzare con cura alcune per aprire la strada. I sionisti di Israele sono i nazisti di oggi: ogni forma di lotta contro di essi, i loro agenti e complici è giusta e legittima, l’unico criterio è avere la forza per farla!
Messe in sinergia tra loro, le forme di mobilitazione sopra indicate contribuiscono a rafforzare la lotta in solidarietà al popolo palestinese e a rendere ingovernabile il paese al governo Meloni.
Le giornate di mobilitazione del 20 e 21 giugno sono l’occasione
– per propagandare le pratiche di lotta contro i gruppi imperialisti USA-NATO, sionisti ed europei che stanno estendendo la Terza guerra mondiale e la solidarietà con tutti gli organismi colpiti dalla repressione per la propria lotta contro i guerrafondai nostrani e stranieri: quanto più sarà unitaria, plurale e combattiva, tanto maggiore sarà il numero di lavoratori e di altri elementi delle masse popolari che saranno incoraggiati a mobilitarsi, che si coordineranno e si rafforzeranno nella battaglia,
– per estendere il disprezzo contro i criminali sionisti e la solidarietà internazionalista con l’eroico popolo palestinese e tutti i popoli minacciati dalle scorribande e pretese di dominio della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti. Che ogni manifestante abbia una bandiera palestinese da sventolare in piazza e, una volta tornato a casa, da esporre dalla propria abitazione ed esercizio commerciale è un modo per organizzare quello che oggi è frutto della generosa iniziativa individuale, per incoraggiare chi ha preso l’iniziativa a prenderne altre, a coinvolgere altre persone e a unirsi ad altri, per neutralizzare le pressioni e intimidazioni poliziesche,
– per alimentare l’ingovernabilità dal basso e far convergere il variegato movimento popolare intorno all’obiettivo di cacciare il governo Meloni.
Il tentativo della borghesia imperialista di preservare a ogni costo nel mondo intero il suo traballante dominio in campo politico, economico, commerciale, monetario e finanziario alimenta la Terza guerra mondiale, la corsa al riarmo cui si dedicano tutti gli Stati imperialisti, le efferatezze criminali dei sionisti di Israele. Quello che fa la differenza, quello che detta i tempi della lotta con cui fermeremo la Terza guerra mondiale è che noi comunisti operiamo con scienza, creatività e determinazione a moltiplicare, rafforzare e coordinare gli organismi operai e popolari, a far crescere di numero e di tono la loro mobilitazione, a coagulare il movimento contro la guerra e in solidarietà con il popolo palestinese, le organizzazioni sindacali, le associazioni dei sinceri democratici e soprattutto gli organismi di lavoratori intorno all’obiettivo di cacciare il governo Meloni e sostituirlo con un governo d’emergenza popolare deciso e capace di attuare tutte quelle misure che nessun governo espressione dei partiti delle Larghe Intese attuerà mai: dalla messa in sicurezza del territorio attraverso le tante opere necessarie a impedire le stragi dovute agli eventi climatici estremi alla riorganizzazione delle attività economiche in modo da 1. assegnare a ogni azienda compiti produttivi utili secondo un piano nazionale, distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, noti e democraticamente decisi, 2. assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società, 3. eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente assegnando alle aziende altri compiti; dall’interruzione di tutti gli accordi pubblici e segreti di cooperazione militare, industriale, scientifica e accademica che i governi delle Larghe Intese hanno stipulato nel corso degli anni con aziende e agenzie dello Stato sionista d’Israele e USA all’interdizione delle basi militari presenti su suolo italiano all’addestramento degli eserciti NATO e dei loro alleati.
Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale degli affaristi, degli speculatori e dei guerrafondai USA, sionisti ed europei darà il via all’incendio che libererà il mondo dal sistema imperialista. L’instaurazione del socialismo in un paese imperialista come l’Italia, anche solo un deciso salto di livello della rivoluzione socialista come la costituzione del Governo di Blocco Popolare, spezzerebbe la spirale distruttiva in cui il dominio della borghesia imperialista trascina le masse popolari del mondo intero ed è anche l’aiuto principale che noi comunisti italiani possiamo dare alla rivoluzione negli altri paesi e a tutti i popoli che lottano per liberarsi dall’oppressione degli imperialisti USA e sionisti. Analogamente a come i comunisti russi con la rivoluzione culminata nell’insurrezione dell’Ottobre 1917 spezzarono il corso delle cose che aveva portato i grandi gruppi imperialisti mondiali a scontrarsi per decidere chi avrebbe dominato e sfruttato il mondo intero: in questo modo i comunisti russi diedero inizio alla prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria.
Rafforzare ed estendere la solidarietà con il popolo palestinese e la lotta contro la complicità del governo Meloni con i sionisti!
Cacciare il governo Meloni, servo dei gruppi imperialisti USA-NATO, complice dei sionisti e compare di quelli europei!
Soffiare sul fuoco della rivolta: organizzare la resistenza e puntare al governo del paese!

