[CARC] Meloni conferma il 5% del PIL alla difesa. È tempo di passare all’attacco

Newsletter 26_2025

Meloni conferma il 5% del PIL alla difesa. È tempo di passare all’attacco

Il cagnolino di Washington in parrucca bionda e tailleur, al secolo Giorgia Meloni, in parlamento ha comunicato che l’Italia rispetterà il diktat Nato di spesa del 5% del PIL per la “difesa”.

Prima di riportare la palla sbavata della missione compiuta al suo padrone Donald Trump ha pensato bene di citare la sterminatrice di operai e nemica dei lavoratori di tutto il mondo, Margareth Thatcher: «Non dimentichiamoci mai che il nostro stile di vita, i nostri valori, non saranno assicurati da quanto sono giuste le nostre cause ma da quanto è forte la nostra difesa». Una dichiarazione e due modelli che fanno giusto capire il grado di nazionalismo patriottico di cui l’imbonitrice di folle della Garbatella è effettivamente portatrice.

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Dalle piazze del 21 giugno. Costruire un fronte ampio e unitario per fermare la guerra

Il 21 giugno è stata una giornata di mobilitazione generale contro la guerra e il riarmo a Roma. Si è cominciato al mattino con l’assemblea nazionale del Coordinamento nazionale No Nato per poi proseguire nel pomeriggio con due manifestazioni, da un lato la piazza Stop Rearm indetta da una variegata rete di organizzazioni sociali, sindacali e politiche e dall’altro la piazza “Disarmiamoli” indetta da Potere al popolo e dalle organizzazioni di massa ad esso collegate.

Il Partito dei Carc in linea con quanto indicato nel Comunicato della Direzione Nazionale del 11 giugno ha portato il suo contributo e intervento in forme diverse a entrambe le mobilitazioni.

Rivolte nelle carceri e negli scioperi. Ribellarsi ovunque al DL Sicurezza

La conversione in legge del DL Sicurezza – che ha introdotto anche il delitto di rivolta all’interno del carcere, perfino nel caso di resistenza passiva – non sta impendendo la ribellione dei detenuti. Nelle scorse settimane ci sono state infatti rivolte per l’acuirsi di problemi atavici, mai risolti, che contribuiscono ad aggravare le condizioni di detenzione in carcere, già da tempo inaccettabili.

Negli Usa è guerra civile? 

Le immagini che arrivano nelle ultime settimane dagli Usa mostrano un paese a ferro e fuoco. Un paese in cui la ribellione delle masse popolari si combina con la crisi politica alimentando la guerra per bande, tra fazioni e gruppi di potere. Situazione che, nonostante il quasi silenzio piombato nei media, è tutt’altro che conclusa.

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Pisa. “La guerra ci lascia i piedi”: i lavoratori organizzati possono fermarla!

Toscana. Insorgiamo contro il Decreto Sicurezza: la GKN in mano agli operai!

Cecina. A processo per una scritta in solidarietà con la resistenza del popolo palestinese

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Resistenza n. 6/2025

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Ascolta il Podcast “Corrispondenze operaie” su Radiograd

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net – sito: www.carc.it

 

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