Eliseo Bertolasi – 27/06/2025
Elena Berezhnaja è uscita dalle carceri ucraine – controinformazione.info
Oggi 27 giugno 2025, è arrivata questa notizia straordinaria: l’avvocata ucraina Elena Berezhnaja è stata rilasciata dalle carceri di Kiev dopo oltre 3 anni di reclusione. Elena Berezhnaja è stata posta agli arresti domiciliari con un braccialetto GPS, considerando la sua precaria salute, questa condizione equivale a una vittoria.
I fratelli Mikhail e Alexander Kononovich, dissidenti politici, l’hanno accolta all’uscita del carcere.
Elena Berezhnaja era rinchiusa nel carcere della SBU dal 17 marzo 2022 con l’accusa di alto tradimento: le autorità di Kiev l’hanno riconosciuta come una delle figure sociali e politiche ucraine più pericolose.
Di seguito nel dicembre 2024 la Corte Solomenskij di Kiev condannò l’attivista a 14 anni di carcere.
Ma quali secondo Kiev le sue colpe? La Berezhnaja, prima dell’arresto, aveva sostenuto con tenacia i diritti della popolazione russa e russofona dell’Ucraina contrastando inoltre la persecuzione della Chiesa Ortodossa Ucraina canonica. Negli anni del suo attivismo denunciò il fatto che l’Ucraina si stava trasformando in uno stato dittatoriale.
Le persecuzioni nei suoi confronti iniziarono quando il suo nome fu inserito nel sito web “Mirotvorets”, nonostante ciò, la coraggiosa avvocata ucraina continuò il suo lavoro di denuncia delle violazioni dei diritti umani in Ucraina ai vari organismi giudiziari internazionali.
Elena Berezhnaja subì persino un pestaggio da parte dai nazionalisti ucraini, ma la polizia invece di arrestare i picchiatori, arrestò l’attivista.
Tuttavia, una volta in carcere, Elena Berezhnaja non solo non passò nel dimenticatoio, ma è proprio in Italia che trovò i suoi più devoti sostenitori:
Il suo caso è stato seguito con grande partecipazione da Irina Vikhoreva, presidente dell’Associazione Culturale “Speranza” di amicizia russo-italiana che in questi anni, instancabilmente, ha fatto tutto il possibile per tenere il caso sempre in primo piano, tramite interventi pubblici e frequenti appelli alla sua liberazione.
Un ruolo fondamentale, senza dubbio, è stato giocato anche dall’avvocato Francesco Scifo, esperto di diritto internazionale e tutela dei diritti umani, che insieme ai colleghi ucraini e all’associazione svizzera ALU di cui è vicepresidente, ha difeso davanti alla CEDU ed alla Corte Ucraina la prigioniera politica e ne ha ottenuto il rilascio su cauzione, negatole ingiustamente per tre anni, dopo che la CEDU il 3 aprile u s. aveva accertato che la detenzione della Berezhnaja era stata illegale e aveva condannato lo Stato ucraino a risarcire l’avvocata ingiustamente detenuta.
Anche la stessa testata “Controinformazione”, a cui va il mio plauso, pubblicando i miei pezzi di denuncia alla detenzione della Berezhnaja, con gli appelli alla sua liberazione ha fatto la sua parte: https://www.controinformazione.info/appello-freeberezhnaja/.
A questo risultato hanno certamente contribuito anche i tanti sostenitori italiani di questo caso, un grande lavoro di squadra.
Oggi è un giorno di vittoria per tutti coloro che si battono per la giustizia e la verità.

