Giuseppe Salamone – 06/08/2025
https://giuseppesalamone.substack.com/p/complicita-di-massa-nel-genocidio
Non è solo Netanyahu: l’intera società ebraica israeliana sostiene lo sterminio del popolo palestinese.
Nel mezzo di uno dei genocidi più documentati e trasmessi in tempo reale della storia moderna, il popolo oppresso muore di fame e sete sotto assedio, mentre la società dell’oppressore guarda altrove – o peggio, approva. Secondo un sondaggio pubblicato da Haaretz, il 79% degli ebrei israeliani non è turbato dalla carestia e dalla devastante crisi umanitaria che colpisce la Striscia di Gaza. La fame, usata come arma di guerra, è vista con indifferenza da quasi quattro israeliani su cinque.
Questo non è solo un dato: è un atto d’accusa. Dimostra che il genocidio dei Palestinesi non è solo una politica del governo. È un crimine condiviso, accettato, interiorizzato da una larga fetta della popolazione ebraica dello Stato terrorista di israele.

La fame come arma e l’indifferenza come complicità
Bambini che muoiono disidratati, famiglie intere ridotte alla fame, ospedali senza elettricità, civili intrappolati sotto le macerie e le bombe. E tutto questo con l’appoggio silenzioso – o esplicito – della maggioranza ebraica israeliana. L’indagine, condotta dal Viterbi Family Center dell’Israel Democracy Institute, svela che solo una minima parte degli ebrei israeliani di sinistra (il 70% di loro, ma sono una minoranza assoluta nel Paese) prova turbamento per la situazione a Gaza. Per il resto della popolazione, il genocidio è un dettaglio trascurabile.
In netto contrasto, l’86% dei cittadini arabo-palestinesi di israele si dice “molto” o “abbastanza” turbato. Questo dato conferma una verità che la propaganda sionista cerca costantemente di oscurare: nello Stato terrorista di israele, due popoli convivono forzatamente, ma solo uno domina, bombarda, affama e colonizza. L’altro, privato dei propri diritti, prova ancora empatia per le vittime dell’orrore.
Non è solo Netanyahu. È una società coloniale e suprematista.
Ogni volta che si denuncia il genocidio dei Palestinesi, parte dell’opinione pubblica occidentale corre a difendere la “popolazione civile israeliana”, come se fosse ostaggio di un governo estremista. Ma questo è un alibi costruito ad arte per legittimare l’apartheid e la pulizia etnica.
Il genocidio non è solo un piano politico-militare. È una pratica sociale condivisa. E senza il consenso – attivo o passivo – della società, non sarebbe sostenibile. Lo Stato terrorista di israele si regge su un’ideologia suprematista che disumanizza i Palestinesi, e i numeri parlano chiaro: l’indifferenza verso la loro morte è la norma, non l’eccezione.
Chi rifiuta di vedere questo dato strutturale si rende complice. Non basta più “condannare Netanyahu” o “chiedere la fine delle ostilità”: bisogna chiamare per nome il sistema coloniale, razzista e genocida che lo sostiene. E bisogna smettere di fingere che esista una “buona israele” che semplicemente ha perso la strada.

La maschera è caduta
Lo Stato terrorista di israele non ha mai nascosto i suoi intenti. Dalla Nakba del 1948 fino alla devastazione attuale di Gaza, passando per decenni di occupazione, espulsioni, bombardamenti, prigioni a cielo aperto e leggi razziali, il progetto coloniale sionista è sempre stato quello di annientare il popolo palestinese. Oggi lo fa a viso scoperto, con il sostegno delle sue istituzioni, dei suoi militari, dei suoi media – e della sua società.
Il mondo deve smettere di raccontare favole. Non è in corso un “conflitto”, non c’è simmetria, non c’è ambiguità. Quello che vediamo è un genocidio, sostenuto da una società che ha perso ogni traccia di umanità.
Basta ipocrisie
Chi continua a salvare l’opinione pubblica israeliana dalla responsabilità del genocidio dei Palestinesi è parte del problema. Il sondaggio lo dice chiaramente: nella grande maggioranza, gli ebrei israeliani non provano compassione per i Palestinesi affamati, bombardati, uccisi. Questo non può più essere ignorato.
Il genocidio non si compie solo con le armi. Si compie anche con il silenzio, l’indifferenza e il consenso sociale. E oggi, nello Stato terrorista di israele, quel consenso c’è. Va denunciato, ovunque. Senza più compromessi.

