Il Burkina Faso esempio di decolonizzazione dall’Occidente

Alessandro Di Battista – 08/08/2025

https://alessandrodibattista.substack.com/p/lafrica-vuole-essere-sovrana

 

Il 29 luglio del 1987 ad Addis Abeba, durante un vertice dell’Organizzazione dell’Unità Africana, il Presidente del Burkina Faso Thomas Sankara pronunciò queste parole:

«Il debito è ancora il neocolonialismo, con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici. Anzi, dovremmo invece dire “assassini tecnici”. Sono loro che ci hanno proposto i canali di finanziamento dei finanziatori. Questi finanziatori ci sono stati consigliati, raccomandati. Ci hanno presentato dei dossier e dei movimenti finanziari allettanti. Noi ci siamo indebitati per 50, 60 anni e più. Cioè siamo stati portati a compromettere i nostri popoli per 50 anni e più. Il debito, nella sua forma attuale, controllata e dominata dall’imperialismo, è una riconquista dell’Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita e il suo sviluppo obbediscano a delle norme che ci sono completamente estranee. In modo che ognuno di noi diventi schiavo finanziario, cioè schiavo tout court, di quelli che hanno avuto l’opportunità, l’intelligenza, la furbizia, di investire da noi con l’obbligo di rimborso».

Sankara, il “Che Guevara africano”, nei quattro anni di presidenza fece cose straordinarie. Il Paese era un disastro. Colpi di Stato, desertificazione, monocoltura di cotone (la Francia impose questa monocoltura), mortalità infantile tra le più alte al mondo, tasso di alfabetizzazione del 2%, aspettativa di vita inferiore a 40 anni. Servizi assenti. C’era un medico ogni 50.000 abitanti. Sankara tagliò privilegi e stipendi pubblici e finanziò la vaccinazione contro la poliomielite e la meningite e massicce campagne di alfabetizzazione.

Costruì pozzi e, grazie all’approvvigionamento idrico, calò drasticamente la mortalità infantile (la prima causa di morte era la diarrea). Sankara costruì scuole, centri di salute e si ribellò al neocolonialismo francese, stringendo relazioni con Mosca (esisteva ancora l’URSS) e con Cuba, e rifiutò la velenosa assistenza del Fondo Monetario Internazionale. Inoltre, prese posizione contro l’apartheid in Sudafrica e sulla questione palestinese.

Ad Harare, in Zimbabwe, durante un vertice dei Paesi non allineati, parlò apertamente dei palestinesi e disse: “Non esiste lontananza tra gli oppressi. La Palestina è anche l’Africa che resiste. Che lo sappiano tutti: la rivoluzione non ha confini. E finché la Palestina non sarà libera, noi continueremo a dire: la nostra libertà non è completa”.

Quel discorso sul debito lo condusse alla morte. Sankara venne assassinato otto settimane dopo, durante un colpo di Stato sostenuto dalla Francia e dagli USA.

Pochi giorni prima di essere assassinato, aveva duramente redarguito di fronte al mondo il Presidente francese François Mitterrand, dato che la Francia aveva accolto con tutti gli onori Pieter Botha, l’allora presidente del Sudafrica, responsabile dell’apartheid. «Un assassino come Pieter Botha ha passeggiato tranquillamente nella bellissima Francia. Nella libera Francia. Ha potuto calpestare quel suolo con i suoi piedi sporchi. Quelli che gli hanno permesso questa possibilità ne dovranno rispondere alle loro coscienze per sempre» disse Sankara con un imbarazzatissimo Mitterrand al suo fianco.

«L’Africa agli africani» ripeteva in continuazione. E ancora: «consumate burkinabè», per sostenere il consumo e la produzione interna.

Ebbene, oggi, proprio in Burkina Faso, c’è un uomo che sta seguendo i passi di Sankara. Si chiama Ibrahim Traoré ed è il Presidente del Paese. Ha 37 anni, e questo lo rende il più giovane Capo di Stato al mondo. Ibrahim Traoré sta diventando giorno dopo giorno uno dei principali nemici degli Stati Uniti, dell’Europa (soprattutto della Francia), del Fondo Monetario Internazionale e del capitalismo finanziario. Il motivo è semplice. Traoré sta investendo in salute e agricoltura, sogna di creare una propria moneta e di lasciare per sempre il franco CFA (l’ex-franco delle colonie, una moneta che ancora oggi, anche se meno di prima, è controllata dalla Francia). Traoré sta nazionalizzando le miniere d’oro e sta finanziando un piano industriale in un Paese che industriale non è stato mai.

Inoltre, Traoré si sta avvicinando a Cina e Russia, e questo è inaccettabile dalle parti del libero e democratico Occidente. Presto (sta già succedendo) Traoré sarà vittima di fake news. Presto, molto presto, si parlerà del Burkina Faso come di un Paese antidemocratico (come se i Paesi africani sotto il controllo neocoloniale fossero esempi di democrazia), si parlerà della soppressione del dissenso, magari si parlerà di corruzione, di assassini politici avallati dal regime. Il tutto per preparare un colpo di Stato, per preparare l’assassinio di Traoré. Del resto, già alcuni mesi fa è stato sventato un colpo di Stato organizzato per destituire Traoré.

Sia chiaro, Traoré non è diventato Presidente grazie a libere e democratiche votazioni. Ha assunto il potere grazie a un colpo di Stato organizzato per cacciare una classe dirigente corrotta e succube dei francesi, che da quelle parti (giustamente) vengono visti come colonizzatori moderni. C’è da dire che il golpe organizzato da Traoré ha avuto un immenso sostegno popolare, e il sostegno è aumentato di giorno in giorno.

Valentin Sankara, fratello minore di Thomas Sankara, ha detto che le politiche di Traoré sono la continuazione della rivoluzione iniziata da Sankara nel 1983 e finita con il suo assassinio.

Traoré ha costituito con i leader di Niger e Mali l’Alleanza degli Stati del Sahel (AES), un’alleanza politica e militare che intende rompere i rapporti con alcuni Paesi occidentali, in particolare con la Francia.

Dalle nostre parti non si parla di quel che sta avvenendo in Africa. Ma gli africani ne parlano eccome. Traoré sta diventando un modello e un orgoglio per milioni di cittadini africani, non soltanto per gli abitanti del Burkina Faso. Lo testimonia la delegazione di stelle del calcio africano giunta il 4 agosto scorso a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, per l’inaugurazione dello Stadio 4 Agosto.

Lo Stadio 4 Agosto (si chiama così come omaggio alla prima rivoluzione burkinabè, quella di Sankara) negli ultimi anni era finito in uno stato di completo abbandono. Negli ultimi due anni è stato ristrutturato secondo gli standard della FIFA e a settembre ospiterà la prima partita ufficiale: Burkina Faso–Egitto, valida per le qualificazioni ai prossimi Mondiali di calcio.

Per inaugurare lo stadio, 4 giorni fa, sono arrivate a Ouagadougou le leggende del calcio africano Samuel Eto’o, Emmanuel Adebayor, Seydou Keita, Charles Kaboré, Alain Traoré, El Hadj Diouf.

“Il Presidente Traoré è un orgoglio per l’Africa che amiamo” ha dichiarato Samuel Eto’o. In Africa in tanti la pensano così. Soprattutto i giovani. E l’Africa è il continente più giovane della Terra. Un miliardo e 400 milioni di abitanti (il triplo dell’Europa) e un’età media di 19 anni (in UE è 44 anni). E tutto questo, ovviamente, in Europa non viene raccontato.

 

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