Alessandro Di Battista – 14/08/2025
https://alessandrodibattista.substack.com/p/anche-lui-e-antisemita
Mi è capitato di leggere alcune parti dell’osceno documento pro-Israele prodotto dall’UCEI, l’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia.
Un documento propagandistico che elogia il sionismo e difende a spada tratta lo Stato genocida di Israele. Ma come può chi ha conosciuto un genocidio difendere di fatto uno Stato che sta realizzando uno sterminio di bambini? E come si può insistere ancora, in questo modo, sull’uso strumentale dell’antisemitismo? È una porcheria assoluta.
Il documento si chiama “Parole in conflitto” e l’introduzione l’ha scritta Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
C’è un passaggio della sua introduzione particolarmente stomachevole ed è questo:
“Dal 7 ottobre 2023, per le modalità e mentalità con le quali si è pianificato il massacro, a questi giorni di appelli alla dissociazione dagli accordi europei con Israele e la negazione dell’Iran teocratico come minaccia mondiale, tutti i fenomeni che viviamo con dolorosa preoccupazione sono evidenza dell’antisemitismo.
Mi riferisco agli appelli nelle piazze, alle mozioni parlamentari, alle adesioni delle università e del mondo delle professioni e della colta scienza, ai boicottaggi commerciali, culturali e accademici, all’informazione selettiva e alle narrazioni unidirezionali di media e giornali, alla cecità dell’associazionismo che prontamente difende altri discriminati, all’asservimento e alla contemporanea assenza delle organizzazioni internazionali, al sistema educativo che presta aule e docenti, all’abuso del diritto internazionale e del sistema umanitario, alla capacità di rivolgere offese e auspici di morte indirizzati anche ai sopravvissuti ai campi di sterminio che – oramai pochissimi ancora tra di noi – hanno vissuto e testimoniato l’orrore e l’abisso umano.
Sentimenti e pregiudizi millenari, ben radicati – che speravamo di poter associare unicamente al passato della Shoah – riemergono ora, urlati impunemente dopo essere stati evidentemente solo celati per alcuni decenni”.
Per la Di Segni è tutto antisemitismo. Pensate al livello patetico degli argomenti che hanno i difensori del sionismo (il cancro del mondo) per difendere Israele. Usano sempre la stessa arma. Sempre la stessa. Un’arma, tra l’altro, che a mio avviso offende anche le vittime della Shoah, ma questo è un altro discorso.
Vorrei chiedere ai rappresentanti dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane se reputano antisemite anche queste parole. Le ha scritte Ariel Toaff, figlio del rabbino capo di Roma Elio Toaff e professore emerito all’Università Bar-Ilan di Ramat Gan di Tel Aviv:
“Israele sotto Netanyahu sta imboccando, come un ciuco ubriaco, la strada verso una debacle economica senza precedenti e l’isolamento internazionale. Se riusciremo ad uscirne, ci vorrà del tempo per rimetterci in sesto. Dell’immagine morale di Israele non parlo, perché l’ha persa da tempo. Gaza non rischia di essere la tomba di Netanyahu e dei suoi folli seguaci, ma la nostra. E non abbiamo fatto niente per impedirlo. Di fatto siamo suoi complici, ignobilmente complici. La giusta e crudele punizione non tarderà a raggiungerci. È uno dei capitoli più infami della storia del sionismo moderno. I morti ammazzati di Gaza, donne e bambini, ci inseguiranno con le loro torce fiammeggianti fino al fuoco dell’inferno. E ora provate a bloccarmi e a cancellare il mio post, ipocriti, pavidi e vigliacchi. Siete una vergogna nella storia del popolo di Israele”.
Ha avuto coraggio e per questo lo ringrazio e lo sostengo. Non deve essere facile dire pubblicamente queste parole in un momento in cui l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane di fatto difende chi sta realizzando l’olocausto palestinese.
Spero che anche in Italia (cosa che avviene per esempio negli Stati Uniti) sempre più ebrei trovino la forza di denunciare pubblicamente lo sterminio del popolo palestinese, prima che tale sterminio venga concluso dai terroristi sionisti.

