Alessandro Di Battista – 14/09/2025
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“Macron mi ha dato la Legione d’onore e in privato mi ha detto quello che in pubblico non dice: la guerra è colpa della Nato. Voglio che si sappia, perché questa cosa mi disgusta”. Lo ha dichiarato durante la Festa del Fatto Quotidiano Jeffrey Sachs, economista, politologo e saggista statunitense. Sachs, dal 2002 al 2016, è stato anche direttore dell’Earth Institute alla Columbia University.
Ebbene, l’11 maggio 2022, al Consolato generale della Francia a New York, Sachs è stato insignito della Legione d’onore, la più importante onorificenza conferita dalla Repubblica francese. Fu addirittura Napoleone Bonaparte in persona a istituire tale riconoscimento.
Sul sito dell’Ambasciata francese negli Stati Uniti si legge:
“Per la sua carriera e il suo lavoro volto a fornire soluzioni concrete ai problemi più urgenti del mondo, il celebre economista Jeffrey Sachs è stato nominato Cavaliere della Legion d’Onore dall’ambasciatore francese negli Stati Uniti Philippe Etienne presso il Consolato generale di Francia a New York”.
E ancora: “Jeffrey Sachs è ampiamente conosciuto e rispettato come uno dei più grandi economisti del mondo”. Una persona estremamente autorevole, dunque. Ebbene, Sachs, ripeto, ha detto che in quell’occasione il presidente francese Macron gli disse che il maggiore responsabile della guerra in Ucraina era la Nato.
Ricordo che allora avevamo un altro Macron rispetto a quello di oggi (sia chiaro, io l’ho sempre detestato, ieri e oggi). Allora Macron non faceva altro che ripetere in continuazione che “non si doveva umiliare Putin dopo la fine della guerra”. Parlava di negoziato, di pace.
Vi riporto le parole pronunciate da Macron il 9 maggio 2022, due giorni prima che venisse conferita la Legione d’Onore a Sachs:
“Domani avremo una pace da costruire, non dimentichiamolo mai. Ne ho parlato prima. Dovremo farlo con Ucraina e Russia attorno al tavolo. La fine della discussione e del negoziato sarà fissata da Ucraina e Russia. Ma non si farà in negazione, né in esclusione gli uni degli altri, e neppure in umiliazione”.
Oggi Macron, debolissimo politicamente e detestato dalla stragrande maggioranza dei francesi, non fa altro che parlare di guerra, di armi e persino dell’invio di truppe sul campo in Ucraina.
È debole e sta per concludere definitivamente la sua mediocre (parlo in virtù dei risultati ottenuti) carriera politica. Dunque pensa che una bella guerra (o comunque una tensione crescente) possa consentirgli, chissà, di mantenersi ancora al potere, come capita a Zelensky del resto.
Ricordo che Wikileaks pubblicò una mail inviata a Hillary Clinton, all’epoca segretario di Stato USA, dal suo più fedele collaboratore, Sidney Blumenthal. Nella mail Blumenthal spiegava gli obiettivi che Sarkozy, il principale sponsor dell’assassinio di Gheddafi, aveva rispetto alla guerra in Libia: aumento della quota di petrolio per la francese Total a discapito di Eni; desiderio di riaffermare l’esercito francese agli occhi del mondo dopo le innumerevoli sconfitte patite in Vietnam e in Algeria; problemi politici interni da risolvere con una bella guerra che distraesse la pubblica opinione; ed eliminazione di un pericolo. Quale? Gheddafi, ovviamente: un finanziatore di Sarkozy che prima o poi avrebbe potuto raccontare al mondo intero dei milioni di euro bonificati all’entourage di Sarkò per la sua campagna elettorale. Inoltre, Gheddafi aveva ambizioni panafricane, ambizioni pericolosissime per gli interessi francesi in Africa. Voleva infatti creare una moneta panafricana capace di sostituire il Franco CFA, ovvero le due valute utilizzate in vari paesi africani che formano la zona Franco, una comunità monetaria sulla quale la Banca di Parigi ha tutt’oggi notevole influenza. Geopolitica e interessi anche in questo caso, altro che tutela dei diritti umani.
Ed è probabile che Macron, e gli altri pazzi d’Europa, intravedano determinati obiettivi in una guerra alla Russia o comunque in una fase di tensione crescente.
In tal senso, quel che ha raccontato ieri Sachs sulla Nato responsabile della guerra in Ucraina – a detta del Macron del 2022 – è fondamentale. Macron dovrebbe smentire Sachs oppure spiegarci perché ha cambiato idea in questi tre anni arrivando a parlare solo la lingua della guerra.

