[Resistenza] Preparare in ogni posto di lavoro e in ogni scuola lo sciopero del 22 settembre

Newsletter n.33 – 2025

Preparare in ogni posto di lavoro e in ogni scuola il prima, il durante e il dopo lo sciopero del 22 settembre

L’11 settembre si è svolta a Genova l’assemblea nazionale di lancio della giornata di sciopero generale e mobilitazione dispiegata a sostegno del popolo palestinese e della spedizione della Global Sumud Flotilla. L’intera assemblea è visibile su youtube.
Il P.Carc aderisce alla mobilitazione del 22 settembre e partecipa alla sua costruzione a partire dal sostegno allo sciopero generale, proseguendo con la partecipazione a tutti i momenti collettivi per definire le forme di lotta e con lo sguardo rivolto alla manifestazione nazionale del 4 ottobre a Roma a sostegno della resistenza palestinese, indetta dagli organismi palestinesi in Italia e sostenuta da tutto il movimento popolare.

Prepariamo uno sciopero più ampio e combattivo possibile

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Due scioperi concatenati, un obiettivo: blocchiamo tutto!

Al di là della frammentarietà creata dalla proclamazione dello sciopero per il 19 settembre da parte della Cgil, i lavoratori e le lavoratrici si stanno ponendo la questione di come NON mettere in contraddizione le due date, non potendo scioperare due volte in pochi giorni, si stanno adoperando per creare un collegamento tra le due date e renderle due giornate di lotta concatenate.
Sappiamo che in alcune aziende è stata proclamata l’adesione a entrambi gli scioperi e che in altre i lavoratori si stanno organizzando per fare una “staffetta” per scioperare alcuni il 19 e altri il 22 e coprire così entrambi i giorni di sciopero.
Gli scioperi del 19 e del 22 settembre possono essere collegati e sostenuti da tutti i lavoratori, al di là della giornata di sciopero a cui aderiscono. Il 22 settembre può raccogliere anche tutti quei lavoratori che scioperano il 19 per diventare una giornata di peso, incisiva, capace di infliggere un duro colpo al governo Meloni.
Tutti i lavoratori e le lavoratrici che sciopereranno in maniera alternata, o chi sciopererà solo una delle due giornate, possono sostenere e dare peso agli scioperi anche dal posto di lavoro. Presentandosi a lavoro, timbrando il cartellino, ma riducendo il ritmo lavorativo, parlando con i colleghi e mettendo in atto scioperi bianchi, attenendosi rigidamente agli orari di lavoro e lavorando al minimo. Le forme con cui rallentare (o persino bloccare) la produzione in ogni azienda sono svariate e sta alla fantasia e creatività di ogni lavoratore trovarne di adeguate. La complicità dei compagni e delle compagne e dei compagni di lavoro è condizione favorevole per raggiungere l’obiettivo.

Adesione del P.CARC all’assemblea nazionale della rete A pieno regime del 21 settembre a Roma

Nella convocazione dell’assemblea del 21 settembre i promotori hanno scritto che bisogna indirizzare la forza della mobilitazione popolare e di massa, suscitata dall’impresa della Global Sumud Flotilla, contro il governo Meloni e la sua economia di guerra. Siamo d’accordo.
Considerato questo, la domanda diventa: quale governo deve sostituirlo?
È necessario indicare la natura, le caratteristiche, il programma del governo alternativo che serve alle masse popolari e ai lavoratori del nostro paese. È necessario chiarire che la prospettiva non può e non dev’essere quella di installare un altro governo delle Larghe Intese che formalmente ha “un colore” diverso, ma che persegue lo stesso programma dei guerrafondai e degli amici dei sionisti!
Nessun governo “normale” può prendere e attuare le misure che servono per farla finita con la guerra, l’economia di guerra, la Nato e il genocidio in Palestina. Bisogna sostituire il governo Meloni con un Governo Partigiano della Palestina libera e della pace: un governo di emergenza popolare formato da persone che godono della fiducia dei lavoratori e delle masse popolari, che agisce su mandato delle organizzazioni operaie e popolari e che, attuando la Costituzione del 1948, dà forza di legge alle loro principali rivendicazioni.

Agenzia Stampa – Staffetta Rossa

Sul Forum “Addio alle armi” del 5 e 6 settembre a Cernobbio

Per quanto riguarda il P.Carc era la prima partecipazione al Forum e si è trattato di un avvicinamento e una conoscenza più approfondita di una parte consistente di quel “vasto movimento pacifista italiano” di cui sopra. Non abbiamo relazioni correnti e strette con nessuna delle associazioni i cui portavoce o i cui responsabili sono intervenuti. Tuttavia riteniamo giusto – coerente con i tempi e con la situazione – lanciare loro l’appello ad aderire pubblicamente, a sostenere e a partecipare allo sciopero del 22 settembre e tutte le iniziative che città per città saranno messe in atto per bloccare le aziende, le merci e la circolazione.

Questo non vuol dire affatto boicottare lo sciopero promosso dalla Cgil – una volta convocato, è bene che ci sia e che contribuisca alla mobilitazione più generale – vuol dire invece rompere gli indugi e fare un passo concreto per portare i ragionamenti, le analisi, le proposte e le prospettive sul piano della pratica anziché confinarle al piano della teoria.
Ha ragione Zanotelli: non può esserci sbocco, se non ci si interroga su quanto ognuno di noi è disposto a mettersi in gioco e pagare in prima persona per gli ideali che professa.

Solidarietà al centro sociale La Strada e Alessandro Di Battista per l’attacco sionista subito a Roma

Il 12 settembre un gruppo di sionisti ha fatto esplodere un ordigno davanti al centro sociale La Strada di Roma, noto per il suo attivismo nel quartiere Garbatella a sostegno della resistenza e della causa palestinese. Un attacco vile e vigliacco da parte dei sostenitori dello stato terrorista e genocida di Israele. Un attacco che hanno deciso di accompagnare con la scritta “Di Battista puttana di Hamas” che si commenta da sola. Esprimiamo la nostra solidarietà al centro sociale La Strada per l’attacco ricevuto e la nostra solidarietà ad Alessandro Di Battista. Attacchi da parte di questa feccia sono medaglie e segnali che la solidarietà, la resistenza e la lotta a fianco del popolo palestinese fanno paura e avanzano sempre di più.

Sulle macerie e sulle coste – Dal colonialismo genocidiario israeliano alla villeggiatura in Sardegna

Pubblichiamo stralci, ma invitiamo a leggerlo tutto sul loro sito web, del comunicato di A Foras sulla mobilitazione contro la presenza di “turisti israeliani” in Sardegna (criminali sionisti in vacanza dopo i servigi al genocidio dei palestinesi).
Il comunicato ha alcune caratteristiche che lo rendono esemplare, cioè un “modello”, in un certo senso:

1. collega chiaramente il genocidio in corso in Palestina con le manovre di guerra, l’economia di guerra, la militarizzazione dei territori nei paesi imperialisti. E la Sardegna ne è un centro: una regione letteralmente occupata da strutture militari italiane, Usa e Nato;

2. allarga il ragionamento, mostra e spiega bene di quale tipo di speculazione sono promotori gli occupanti. Non solo basi militari, ma una pervasiva occupazione del territorio da parte dell’alta borghesia – parliamo in particolare della costa Smeralda – che prende la forma del business del turismo. Per i ricchi, per gli speculatori e, evidentemente, anche per i criminali di guerra;

3. fa emergere il ruolo dei lavoratori come parte costitutiva e insostituibile della identità popolare e del movimento popolare. Non a caso il comunicato parla esplicitamente del ruolo che hanno avuto (e hanno) i lavoratori del comparto turistico e li chiama anzi a svilupparlo ancora;

4. indica le iniziative possibili – nell’ottica della determinazione e della responsabilità – che ogni individuo animato da principi sani può mettere in atto, indica i modi per collaborare a una mobilitazione già in atto, ma che può dispiegarsi ancora;

5. indica i luoghi, le zone, le aziende che sono direttamente coinvolte nel sostegno ai soldati israeliani e chiama in causa le istituzioni e le autorità, anzi le indica chiaramente come corresponsabili.

È uscito il numero 9/2025 di Resistenza

Il Venezuela non è una minaccia, ma una speranza

Nel mese di agosto 2025 si sono susseguite notizie di rinnovati tentativi da parte degli Usa di destabilizzare il Venezuela. Notizie vere si sono mischiate ad altre false in un crescendo che mostra come le autorità Usa stiano creando un clima di tensione, al quale il governo bolivariano ha risposto mobilitando gli organismi operai e popolari del paese.

Il ruolo della Repubblica Popolare Cinese sul piano internazionale

Nello scorso numero di Resistenza abbiamo pubblicato l’articolo: “Uno sguardo sulla Cina”, dove abbiamo fatto una panoramica dell’enorme sviluppo materiale e sociale raggiunto dalla Repubblica Popolare Cinese (Rpc) negli ultimi anni.

Tale processo è frutto della svolta politica, cominciata con l’elezione di Xi Jinping a segretario generale del Partito comunista cinese (Pcc) nel 2012, che ha segnato il ritorno della sinistra alla guida del partito e la ripresa della marcia verso la costruzione del socialismo.

Questi sono i fattori alla base del ruolo sempre più importante che il paese ha assunto a livello internazionale: la Rpc è passata da paese che beneficiava della globalizzazione promossa dai gruppi imperialisti Usa, Ue e sionisti – dei quali subiva l’iniziativa e da cui in un certo modo dipendeva – a paese che promuove attivamente la costruzione di un sistema di relazioni internazionali alternativo, che sempre più si contrappone a quello della Comunità Internazionale degli imperialisti. Insomma, non è la base rossa della rivoluzione mondiale, come fu l’Urss fino alla morte di Stalin, ma svolge un importante ruolo progressista sullo scenario internazionale.

Sicurezza sui luoghi di lavoro

Conoscere i propri diritti e organizzarsi!

Quello della sicurezza e della salute sul posto di lavoro è un problema che nel nostro paese riguarda un ampio numero di lavoratori: dall’inizio dell’anno al 20 giugno 2024 oltre 670 lavoratori (il 19,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2023) hanno perso la vita sui posti di lavoro o in itinere; a ciò vanno aggiunte le morti non registrate, gli infortuni e le malattie professionali.

La ripartizione degli omicidi sul lavoro:

in termini geografici, vede in testa la Lombardia, seguita da Veneto, Lazio, Campania, Piemonte ed Emilia Romagna;

in termini di settori, vede in testa i trasporti e il magazzinaggio, seguiti dall’edilizia, dalle attività manifatturiere e dal commercio;

in termini di fascia d’età, la più colpita quantitativamente è quella tra i 55 e i 64 anni.

Morti e infortuni sul lavoro e malattie professionali non sono una fatalità né sono dovuti all’“errore umano” di questo o quel lavoratore. Sono un “effetto collaterale” dell’aumento dei ritmi di lavoro, del lavoro precario e in nero, del sistema degli appalti e dei subappalti, del ricorso alla censura, agli obblighi di fedeltà aziendale e di altre forme di repressione, del mancato rispetto delle procedure di sicurezza e dell’eliminazione dei diritti sindacali. Sono cioè un frutto avvelenato della crisi generale del capitalismo

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Festa nazionale della Riscossa Popolare

A Roma, il 26, 27 e 28 settembre. Vedi il programma

Dai territori

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net – sito: www.carc.it

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