[Rete Ambientalista] Stati Generali dei Movimenti Limiti Zero Pfas

Rassegna – 24/09/2025

 

Su iniziativa di lotta dell’europarlamentare Cristina Guarda si terrà un importante avvenimento di raccordo fra le forze sociali e politiche piemontesi e venete impegnate nella battaglia contro i Pfas in Italia, di cui gli epicentri regionali sono Alessandria (Solvay di Spinetta Marengo) e Vicenza (Miteni di Trissino). 

L’appuntamento è per sabato 27 settembre 2025 in Alessandria, alle ore 10.30, presso Hotel al Mulino, via Casale 44, località San Michele (immediatamente all’uscita del casello di Alessandria Ovest   dell’autostrada).

Nell’ambito dell’incontro, il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” presenterà, in 11 punti, un Piano di azioni concrete con le quali -su input dei Comitati e delle Associazioni in una sorta di Stati Generali- scongiurare l’altrimenti imminente vittoria in Italia della lobby chimica diretta dalla multinazionale Solvay (Syensqo).
  

Piano di azione per scongiurare la tragedia dei Pfas.

Il 2026 può essere l’anno che sancisce la immane tragedia sanitaria dei PFAS, paragonabile a quella dell’amianto. In altre parole, fisserebbe la vittoria in Italia della lobby chimica diretta dalla multinazionale Solvay (Syensqo). La tragica vittoria, invece, può essere ancora scongiurata tramite concrete azioni dei Comitati e delle Associazioni.
Infatti, allo stato attuale (si veda l’analisi https://www.rete-ambientalista.it/2025/09/04/il-2026-e-alle-porte-snodo-cruciale-per-i-pfas-della-solvay/  sul Sito www.rete-ambientalista.it  del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”) il possibile trionfo di Solvay è stato costruito su quattro assai controversi terreni: sul versante della debole magistratura di Alessandria, sul versante delle compromesse istituzioni politiche locali, e sui versanti delle asservite forze parlamentari italiane ed europee.
Invece, questo trionfo sulla pelle della gente può essere sbarrato con un “Piano di salvataggio dalla tragedia dei Pfas” che i Comitati e le Associazioni possono mettere in campo tramite undici incisive azioni:
1) Coordinare Alessandria con Vicenza, affinchè, per conto dei Comitati e delle Associazioni, gli studi legali intraprendano urgenti procedimenti giudiziari in sede civile di azione risarcitoria collettiva, patrimoniale e non, per le Vittime fisiche (cittadini e lavoratori) dei disastri ecosanitari dei siti industriali Solvay di Spinetta Marengo ed ex Miteni di Trissino.
2) In Alessandria, i Comitati e le Associazioni impegnano i propri studi legali a verificare di intraprendere urgenti procedimenti giudiziari in sede civile di azione inibitoria collettiva in materia ambientale per il disastro ecosanitario del sito industriale Solvay di Spinetta Marengo.
N.B. L‘azione inibitoria collettiva in materia ambientale è uno strumento processuale che permette a un’associazione o un comitato, o anche a chiunque abbia interesse, di richiedere al giudice la cessazione di un comportamento che lede l’ambiente e la salute pubblica. Questa azione introdotta nell’ordinamento italiano mira a prevenire o interrompere danni ambientali, sia attuali che potenziali, causati da attività illecite. A differenza dell’azione risarcitoria collettiva, class action, l’azione inibitoria non mira al risarcimento del danno, ma alla prevenzione o all’interruzione del comportamento lesivo. 
3) Coordinare Alessandria con Vicenza, affinchè, per conto dei Comitati e delle Associazioni, gli studi legali riesaminino la formulazione dei processi penali di Alessandria e Vicenza alla luce (vedi sul Sito) del documento (in sé: notizia di reato) trasmesso alle Procure della Repubblica di Alessandria e Vicenza dall’avvocato Luca Santa Maria (ex Solvay) che individua una regia dolosa unica delle responsabilità penali, e apicali, per gli attuali processi di Alessandria (colposo) e di Vicenza (doloso): ipotizzabili per i PM istanze di nuove indagini, unificazione dei fascicoli, perfino rogatorie. 
4) In Alessandria, i Comitati e le Associazioni impegnano i propri studi legali a coordinarsi per chiedere alla locale Procura la riformulazione dei capi di accusa da colposi a dolosi. A maggior ragione perché una sequela di rinvii delle udienze ha fermato il processo per due anni, anche con una negoziazione opaca tra le parti (GUP).
5) I Comitati e le Associazioni reputano rilevante che il Comune di Alessandria emetta ordinanza di fermata delle produzioni della Solvay inquinanti dentro e fuori il comune, come imporrebbe il principio di precauzione, esercitando le prerogative di legge che derivano al sindaco nella sua veste di massima Autorità Sanitaria Locale.
6) I Comitati e le Associazioni, in forza anche delle Mozioni Popolari presentate, basate sui principi della prevenzione e della precauzione / “limiti zero”, ribadiscono al Parlamento la richiesta della messa al bando dei Pfas in Italia, della loro produzione e utilizzo, ovvero della fermata delle produzioni inquinanti della Solvay di Spinetta Marengo quale pregiudiziale “conditio sine qua non” del fattuale divieto di Legge. 
7) In Alessandria, i Comitati e le Associazioni impegnano i propri studi legali a respingere ogni proposta di Patteggiamento con Solvay, che strozzerebbe il processo locale, nonché la stessa Legge nazionale basata sui principi della prevenzione e della precauzione / limiti zero.
8) I Comitati e le Associazioni diffidano le Istituzioni locali e nazionali a intraprendere contrattazioni di patteggiamento con Solvay, che strozzerebbero il processo di Alessandria, nonchè la stessa Legge nazionale basata sui principi della prevenzione e della precauzione / limiti zero.
9) I Comitati e le Associazioni invitano in particolare il sindaco di Alessandria a recedere dal patteggiamento intrapreso (azione possibile in quanto non vi è accordo di patteggiamento con il Pubblico Ministero e prima che il giudice si pronunci).
10) I Comitati e le Associazioni chiedono al Governo di destinare immediatamente risorse tecniche, economiche ed umane adeguate al monitoraggio ambientale e sanitario dei Pfas in Italia, a maggior ragione in Veneto e Piemonte dove già urge provvedere a idonee misure cautelari e interventi di bonifica.
11) I Comitati e le Associazioni, in particolare chiedono alla Regione Piemonte, nel cui territorio i ritardi dei monitoraggi ambientali e sanitari sono ancora più evidenti, di non rallentare ulteriormente l’opaco monitoraggio del sangue della popolazione alessandrina. Va da sé, escludendo ogni patteggiamento con Solvay. 
LA DETERMINAZIONE DEI COMITATI E DELLE ASSOCIAZIONI, DI CONSEGUIRE LE AZIONI COMPRESE NEL “PIANO DI SALVAGUARDIA”, POTRA’ ‘CONVINCERE’ SOLVAY AD ESTENDERE ALL’ITALIA LA SUA STRATEGIA DI DISIMPEGNO DAI PFAS. PIUTTOSTO CHE CONCENTRARE LE PRODUZIONI IN ITALIA, A SPINETTA. (clicca qui)

Le strategie pfas di Solvay.

PER SCONGIURARE LA TRAGEDIA DEI PFAS, LA DETERMINAZIONE DEI COMITATI E DELLE ASSOCIAZIONI, DI CONSEGUIRE LE AZIONI COMPRESE NEL “PIANO DI SALVAGUARDIA” (clicca qui ) POTRA’ “CONVINCERE” SOLVAY A ESTENDERE ALL’ITALIA LA SUA STRATEGIA DI DISIMPEGNO DAI PFAS. PIUTTOSTO CHE CONCENTRARE LE PRODUZIONI IN ITALIA (Spinetta Marengo).
In USA, la multinazionale ha cessato l’uso di PFAS (come l’ADV a West Deptford) già dal 2021, in quanto le cause legali riferite ai Pfas stanno sommergendo Solvay in un contenzioso continuo. Solvay, attraverso la sua sussidiaria Solvay Specialty Polymers USA, ha raggiunto (2023) un accordo transattivo con il Dipartimento per la Protezione Ambientale del New Jersey (NJDEP) per 392,7 milioni di dollari a seguito di cause legali relative alla contaminazione da sostanze chimiche per- e polifluoroalchiliche (PFAS) nel sud del New Jersey; l’accordo storico, comprende la bonifica di un sito contaminato e il risarcimento per i danni alle risorse naturali e ai sistemi idrici della zona. Sempre Solvay   ha appena accettato di pagare 1,3 milioni di dollari per chiudere una “class action” sulla contaminazione da Pfas delle riserve idriche del Parco nazionale di West Deptford ad opera del suo impianto di produzione di Leonard Lane. (E restano ancora aperti i risarcimenti per le patologie sofferte). D’altronde Solvay deve affrontare numerose cause legali per l’inquinamento da PFAS nel South Jersey, per il suo stabilimento della contea di Gloucester.
“Per garantire la propria competitività a lungo termine”, Solvay avverte che “terminerà la produzione di prodotti a base di acido trifluoroacetico (TFA) e di tutti i suoi derivati fluorurati in tutto il gruppo entro l’inizio del 2026”. ***
In GERMANIA Solvay annuncia il taglio di 140 posti di lavoro: 100 a Bad Wimpfen e 40 a Garbsen (che chiude entro 2028) in quanto, appunto, cesserà la produzione di prodotti a base del Pfas TFA.
In FRANCIA lo scorso anno Solvay ha annunciato la chiusura del suo stabilimento di Salindres (taglio 68 posti), dove venivano prodotti anche il TFA e i suoi derivati.
Attenzione.  Le suddette decisioni sono legate alla scadenza 2026: quando dovrebbe scattare un quadro legislativo di riferimento con vigore dei limiti tollerati anche per il TFA, dunque con misure urgenti: il divieto immediato dei pesticidi con PFAS, il divieto immediato dei gas fluorurati.
In ITALIA Solvay Syensqo mesi fa aveva annunciato che stava “accelerando le misure di ristrutturazione”, che includono il taglio di circa 200-300 posti di lavoro in Europa, cioè in Italia (Centro di Ricerca a Bollate, siti produttivi a Ospiate di Bollate  e Spinetta Marengo, “a causa dell’incertezza della domanda causata dalle turbolenze economiche globali (risparmio di più di 200 milioni di euro (224 milioni di dollari) entro la fine del 2026)”: le azioni di Syensqo sono scese del 3,3%, gli utili core sottostanti sono diminuiti organicamente del 15,1%.
In BELGIO Solvay Syensqo è direttamente contestata per la sua attività nella filiera dell’industria della difesa. Ancora nel giugno 2025, gli attivisti hanno bloccato la sede centrale di Syensqo a Bruxelles per chiedere il rispetto dell’embargo militare nei confronti di Israele (in vigore dal 2009 in Belgio). Syensqo produce un pezzo del drone “Hermes 450” nel suo stabilimento nel Regno Unito, per UAV Tactical Systems (una società di proprietà congiunta dell’israeliana Elbits Systems Ltd e della francese Thales). Il drone è stato utilizzato da Israele perfino per bombardare gli operatori umanitari della ONG World Central Kitchen a Gaza.
*** I TFA sono composti organici classificati come PFAS secondo l’ OCSE. Avevamo, sul Sito del Movimento di lotta per la salute Maccacaro, più volte lanciato l’allarme negli anni scorsi. Esempio: L’“invisibile” TFA nell’esistenza nebulosa della Solvay di Spinetta Marengo, tra processi e class action. https://www.rete-ambientalista.it/2024/09/01/3-l-invisibile-tfa-nellesistenza-nebulosa-della-solvay-di-spinetta-marengo-tra-processi-e-class-action/ .

Scoop. La verità sul caso Miteni/Solvay che nessuno ha raccontato. Seconda parte.

Concludiamo la pubblicazione del documento “La verità’ sul caso Miteni/Solvay che nessuno ha raccontato” (clicca qui) che l’avvocato Luca Santa Maria, punta di diamante del collegio di difesa della Solvay nei precedenti processi penali, ha dichiarato di aver trasmesso alle Procure della Repubblica di Alessandria e Vicenza.
Dal documento esplosivo apprendiamo quando segue. Restano a piede libero i registi che dagli anni 2000 hanno pianificato la catastrofe ambientale e sanitaria tra Veneto e Piemonte.  E’ della Solvay la regia occulta che fa della Miteni una fabbrica ancora più criminale (nell’indifferenza dei veneti): Trissino quale “hub clandestino” di Spinetta Marengo estraendo il micidiale Pfas cC6O4 e smaltendo in fiumi e falde i fanghi avvelenati. Complice del “lavoro sporco” della Solvay è Dupont, che alla Miteni scarica dall’Olanda i reflui di Pfas Genx “ripulito”.  A sua volta, la Regione Veneto permette di aggiungere il nuovo illecito che altrove non era tollerato.
 
L’Italia del Nord si trova inquinata da Cc6O4, il nuovo Pfoa. La contaminazione e l’esposizione umana si è propagata da Spinetta. L’enorme disastro ha due epicentri imputabili alla regia Solvay, l’uno indirettamente a Trissino, e l’altro direttamente a Spinetta, falciando indifese vite, per aria e acque, fra i lavoratori e i cittadini.
 
Ora, Solvay (Syensqo) promette la dismissione del C6O4 nel 2026: la più eloquente confessione stragiudiziale.  Ma, per le identiche condotte criminose che -per la medesima Solvay- negli Usa e Cee hanno per i colpevoli un prezzo stimato in miliardi, invece in Italia i top manager -mandanti e beneficiari degli enormi profitti- restano impuniti penalmente, civilisticamente e amministrativamente. Un caso da manuale di “justice arbitrage”.
 
Dunque, il disastro dei nuovi PFAS come quello dei vecchi è il prodotto di un sistema perfezionato con regia industriale unica (Solvay), a mezzo di incompetenza dei controllori, chiusura di entrambi gli occhi con benevola indulgenza, insomma per intenzionale scelta politica. Specifiche le gravissime responsabilità di Regioni e Sindaco di Alessandria.  
 
Solo la mobilitazione dal basso ha squarciato parzialmente il velo di omertà che tutela i potenti vertici delle potenti multinazionali.
Il vecchio diritto penale, con la Procura di Vicenza e l’azione dei NOE, ha fatto molto ma non tutto. Il procedimento penale di Alessandria contro Solvay, ora Syensqo, avviato nel 2020 dalla Procura locale è stato invece paralizzato.
Dunque, il documento infine si conclude con richieste precise, di triplice urgenza, che rimettono in gioco gli scenari futuri. Scenari presi in esame nella meticolosa analisi di Lino Balza, clicca qui, che,  a sua volta, prospetta anche più efficaci strumenti oltre le sedi penali. 
Nel rispetto del Regolamento (UE) 2016 / 679 del 27.04.2016 e della normativa di legge. Eventualmente rispondi: cancellami.
Twitter: @paceambiente

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