Alessandro Di Battista – 26/09/2025
Lo studio del British Medical Journal parla chiaro
La stragrande maggioranza dei civili feriti a Gaza riporta lesioni e ustioni identiche a quelle subite solo dai soldati coinvolti in combattimenti intensi.
Secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal, una delle riviste scientifiche più autorevoli al mondo, la stragrande maggioranza dei civili feriti a Gaza riporta lesioni e ustioni identiche a quelle subite solo dai soldati coinvolti in combattimenti intensi.
Leggete voi stessi una parte della ricerca:
“Abbiamo sentito il dovere di fornire prove strutturate e neutrali dal punto di vista degli operatori sanitari in prima linea. Il seme di tutto questo progetto è stato il nostro tentativo di mostrare in un solo sguardo ciò che migliaia di parole non avrebbero potuto: l’entità, la distribuzione e la gravità delle lesioni subite dai civili.
Raccogliere dati in questo contesto è stato straordinariamente impegnativo. Gli ospedali sono stati ripetutamente danneggiati o distrutti, i sistemi di archiviazione delle cartelle cliniche sono stati resi inutilizzabili e l’afflusso di feriti ha regolarmente sopraffatto qualsiasi tentativo di documentazione di routine. I medici si sono affidati a qualsiasi nota, conteggio o registro dei turni che riuscivano a conservare nel caos. Anche in quel caso, i dati che presentiamo sottostimano quasi certamente il reale impatto.
Ciò che ci ha colpito di più è stato il modello delle lesioni. I profili assomigliavano a quelli riportati tra il personale militare sui campi di battaglia, eppure in questo caso si erano verificati su bambini e adulti in aree civili densamente popolate. Politraumi correlati a esplosioni, amputazioni multiple, ustioni gravi e ferite craniche penetranti non erano casi isolati, ma parte del carico di lavoro quotidiano gestito dal personale sanitario. Molti degli intervistati al nostro sondaggio, che in precedenza avevano prestato assistenza in zone di guerra attive, hanno riferito che l’entità e la gravità del trauma a Gaza erano superiori a qualsiasi cosa avessero mai gestito in precedenza”.
Questo, ripeto, c’è scritto su una rivista britannica, una delle più autorevoli al mondo dal punto di vista scientifico. Adesso pensate a quei vermi che infestano i media occidentali per fare propaganda sionista. Quei vermi che ripetono a pappagallo le versioni dei terroristi israeliani: “i dati ce li fornisce Hamas, non sono veri”.
Certo che non sono veritieri i dati forniti dal Ministero della Salute di Gaza, non sono veritieri perché non contano tutti i cadaveri che si trovano ancora sotto le macerie.
Adesso a smentire le balle sioniste ci pensa anche il British Medical Journal. Lo studio sulle ferite riportate dai civili mostra chiaramente l’intento genocidario di Israele. Questi criminali sparano sui civili deliberatamente e gli sparano come se avessero davanti combattenti. Sparano per uccidere, tutti quanti. La storia dei danni collaterali, degli scudi umani, è una balla.
Lo studio prende in considerazione 23.726 ferite correlate a traumi, di cui il 18% ustioni. Le ferite più gravi hanno interessato testa, torace e arti. Inoltre il 67% delle ferite è stato causato da esplosioni mentre il resto da colpi di arma da fuoco. Un’ustione su 10 è di quarto grado, ovvero penetra tutti gli strati dei tessuti fino alle ossa.
Bilal Irfan, bioeticista e ricercatore presso l’Università del Michigan, è uno degli autori dello studio. Queste le sue parole: “I civili feriti a Gaza presentano un quadro clinico di ferite che ci si aspetterebbe in combattimenti intensi con militari professionisti. La distribuzione e la natura delle ferite sono pressoché le stesse o addirittura peggiori”.
E c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di chiamare il genocidio a Gaza guerra. Ricordate, chi la chiama guerra sta dalla parte di Israele, sta dalla parte del peggiore Stato terrorista al mondo.

