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Tutte le cazz..te che ci raccontano sulla imminente”minaccia” russa

Alessandro Di Battista – 27/09/2025

Tutte le balle che ci raccontano

 

Tutte le balle che ci raccontano

La tecnica è quella della macchina spara-palle utilizzata nei campi da tennis

 

Ricapitoliamo:

1. Il sabotaggio russo dei gasdotti nel Baltico non era russo, era ucraino.

2. Il missile russo caduto in Polonia nel novembre 2022 (2 morti) non era russo, era ucraino.

3. Il sabotaggio del GPS del volo di Ursula von der Leyen fatto dai russi non solo non è stato fatto dai russi, ma non è stato fatto da nessuno. Non c’è mai stato alcun sabotaggio.

4. Il Mig-31 russo che ha sorvolato una piattaforma petrolifera polacca nel Mar Baltico non ha violato alcuno spazio aereo.

5. Lo sconfinamento dei caccia russi nei cieli estoni è stato del tutto accidentale, dato che lo spazio aereo in quella zona è estremamente ridotto. E questo lo dice Alexus Grynkewich, Comandante Supremo Nato in Europa.

6. I droni russi che hanno sorvolato vicino agli aeroporti danesi e norvegesi non sono partiti dalla Russia.

7. Per il cyberattacco russo agli aeroporti nel Nord Europa, per adesso è stato arrestato solo un presunto colpevole: si tratta di un hacker britannico.

8. Il drone russo che ha colpito un edificio in Polonia alcuni giorni fa era un missile partito da un F16 dell’aeronautica polacca.

9. Infine, come scrive oggi Travaglio sul Fatto: “i 19 droni finiti in Polonia erano, nella migliore delle ipotesi, uno sciame lanciato dai russi su obiettivi ucraini e deviato oltre confine (involontariamente o apposta) dai jammer di Kiev; nella peggiore, un collage di pezzi di velivoli abbattuti in Ucraina e incollati col nastro isolante per la messinscena polacca”.

Adesso arriviamo all’ultimo presunto incidente presentato dai media occidentali urbi et orbi per dimostrare la volontà russa di attaccarci-provocarci-testare la nostra capacità di risposta: gli sconfinamenti degli aerei russi in Alaska (dunque negli Stati Uniti) e in Lituania. Parliamo dei due presunti sconfinamenti per i quali (a detta dei media del libero e democratico Occidente) eravamo in procinto di combattere una battaglia nei cieli tant’è che, giustamente, l’ambasciatore russo in Francia ha detto che in caso di abbattimento di aerei russi sarebbe iniziata una guerra.

Sempre Travaglio sul Fatto ricorda come La Repubblica ha descritto questi ultimi due episodi: “A leggere Repubblica, la tanto sospirata terza guerra mondiale è finalmente scoppiata: “La battaglia dei cieli”, “caccia Nato respingono incursioni di jet russi sull’Alaska e al confine lettone”, “allarme delle capitali” per il “rischio aeroporti in tilt e incidenti ad alta quota… Gps accecati, voli civili coinvolti in azioni belliche”.

Ma la verità è un’altra e la sappiamo grazie a Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa.

Leggete cosa ha dichiarato: “L’Alleanza Atlantica promette di abbattere velivoli russi sul suo territorio, cosa che farebbero i russi se i velivoli dell’Alleanza penetrassero nel loro territorio: tutto questo è ovvio, è scontato. I droni che hanno sorvolato recentemente i cieli degli aeroporti danesi e norvegesi non ci hanno ancora nemmeno detto di che modello sono. In precedenza, i Mig-31, i caccia russi che hanno sorvolato il corridoio del Baltico, erano in quell’esatto punto perché quello è l’unico corridoio che esiste per andare dalla regione di Leningrado fino all’enclave russa di Kaliningrad.

Personalmente rimango dell’idea che assistiamo a un allarmismo costruito per alzare la tensione collettiva: l’obiettivo è convincere l’opinione pubblica dell’Ue dell’imminente minaccia russa. Nel suo ultimo intervento alle Nazioni Unite, il presidente americano Donald Trump ha detto che continuerà a dare le armi alla Nato e poi l’Alleanza ne farà quello che vuole.

Di fatto, il presidente americano ha accettato che non è riuscito a risolvere questa guerra in Ucraina: è deluso dall’omologo russo Putin, esagera dicendo che la Russia è una tigre di carta (e infatti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, gli ha subito risposto che la Russia è un orso). Solo qualche mese fa, Trump, alla Casa Bianca, al presidente ucraino Zelensky diceva che “non aveva le carte”, oggi, al contrario, sentiamo invece che dichiara che, grazie alla Nato, Kiev può riconquistare i territori che sono ora sotto controllo delle truppe russe.

Ma il presidente Trump parla della Nato come se gli Stati Uniti non ne facessero più parte, come se fosse un soggetto terzo a cui si limiterà a vendere armi. Il suo messaggio è: Trump se ne sta lavando le mani, lascia la palla agli alleati europei dell’Ucraina che dovranno non solo pagare gli Usa per gli armamenti, ma anche affrontare il rischio della guerra con la Russia”.

Ma non è tutto. Anche la “battaglia dei cieli” (cit. La Repubblica) è tutta una balla. Secondo Analisi Difesa i 4 aerei russi arrivati in Alaska non sono mai entrati nei cieli statunitensi. Hanno bensì volato all’interno della cosiddetta “area di identificazione aerea in Alaska” dove sia l’aeronautica di Mosca che quella USA monitorano tutti i movimenti degli aerei militari. Non c’è stata dunque alcuna violazione da parte di Mosca dello spazio aereo statunitense. E la stessa cosa possiamo dirla anche rispetto all’identificazione di due aerei russi fatta da due caccia ungheresi nei cieli lettoni. I caccia di Mosca volavano all’interno di un corridoio dove il passaggio è consentito e non nei cieli della Lettonia. Non c’è stato alcuno sconfinamento russo in Lettonia e neppure un’intercettazione da parte ungherese dei caccia russi. Gli aerei di Mosca sono stati identificati in uno spazio dove volare è permesso, non sono stati intercettati, che è cosa diversa.

Tuttavia, come al solito, ci vengono raccontate bugie su bugie utilizzando toni allarmistici. La tecnica è quella della macchina spara-palle utilizzata nei campi da tennis. Ne sparano a dozzine, ogni giorno, una dopo l’altra sperando che qualcuna non venga intercettata dai tennisti-cittadini di turno. E più ne sparano, più tale possibilità esiste, così come quella di trascinarci in una guerra che né i cittadini europei né le autorità russe hanno mai cercato e voluto.

 

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