[Rete Ambientalista] Smettere di mangiare e bere oppure mettere al bando i Pfas? Fermare Solvay

Rassegna – 11/10/2025

L’avvocato della difesa che fa tremare Solvay.

Con uno scoop, abbiamo pubblicato il documento “La verità’ sul caso Miteni/Solvay che nessuno ha raccontato” (clicca qui) che l’avvocato Luca Santa Maria, punta di diamante del collegio di difesa della Solvay nei precedenti processi penali, ha trasmesso alle Procure della Repubblica di Alessandria e Vicenza. Ad esso fa seguito il deposito di questo esposto (clicca qui) che approfondisce l’accusa di come Miteni di Trissino non sia stato che “l’esecutore di un disegno pianificato da Solvay e Dupont” nel provocare i disastri ambientali e sanitari dei Pfas. Dei quali il filo conduttore è il pfas cC6O4 della Solvay  Syensqo.
Si tratta di documenti esplosivi (per inciso: l’avv. Santa Maria è stato da Syensqo denunciato alla Procura della Repubblica di Milano per rivelazione di segreto), in sé sono notizie di reato, in condizione di rimettere in discussione lo svolgimento del processo Miteni in primo grado di Vicenza (sentenza di dolo, ma senza Solvay) e del processo Solvay-Syensqo (il 2°) avviato ad Alessandria (imputazione di colpa piuttosto che di dolo). Non si può escludere, dopo indagini collegate tra le due Procure, la riunificazione dei due processi con l’accusa di dolo: dolo intenzionale o diretto o almeno eventuale. Né clamorosi riflessi internazionali. A tacere le responsabilità pubbliche di Comuni, Regioni, Province, Ministero dell’Ambiente: ex art. 40 del Codice penale.
I suddetti documenti dell’avvocato Santa Maria sono al vaglio, oltre che delle Procure, anche dei collegi legali delle Parti civili, dei Comitati e delle Associazioni che stanno mettendo a punto il piano di azioni  per scongiurare la tragedia dei Pfas, clicca qui.

Piano di azioni per scongiurare la tragedia dei Pfas.

Il 2026 può essere l’anno che sancisce la immane tragedia sanitaria dei PFAS, paragonabile a quella dell’amianto. In altre parole, fisserebbe la vittoria in Italia della lobby chimica diretta dalla multinazionale Solvay (Syensqo): costruita su quattro assai controversi terreni: sul versante della debole magistratura di Alessandria, sul versante delle compromesse istituzioni politiche locali, e sui versanti delle asservite forze parlamentari italiane ed europee.
La tragica vittoria, invece, può essere ancora scongiurata tramite 12 concrete azioni dei Comitati e delle Associazioni che stanno discutendo di mettere in campo.
1) Coordinare Alessandria con Vicenza, affinchè, per conto dei Comitati e delle Associazioni, gli studi legali intraprendano urgenti procedimenti giudiziari in sede civile di azione risarcitoria collettiva, patrimoniale e non, per le Vittime fisiche (cittadini e lavoratori) dei disastri ecosanitari dei siti industriali Solvay di Spinetta Marengo ed ex Miteni di Trissino.
2) In Alessandria, i Comitati e le Associazioni per impegnare i propri studi legali a verificare di intraprendere urgenti procedimenti giudiziari in sede civile di azione inibitoria collettiva in materia ambientale per bloccare il disastro ecosanitario del sito industriale Solvay di Spinetta Marengo.
Continua cliccando qui.

Smettere di mangiare e bere oppure mettere al bando i Pfas? Fermare la Solvay.

Non so se c’è una fabbrica di birra nella Fraschetta alessandrina e immaginarmi le preoccupazioni dei proprietari e i risarcimenti da chiedere a Solvay. Viene in mente, ai tempi delle falde inquinate da cromo esavalente, che né Paglieri profumi né l’allevamento di mucche della Perderbona entrarono come parti civili nel primo processo.
I Pfas, tossici e cancerogeni, famigerati come sostanze chimiche eterne, non risparmiano neanche la birra. A lanciare l’allarme è stata un’analisi coordinata dai ricercatori dell’American Chemical Society che ha mostrato come il 95% delle birre prese in esame e prodotte in diverse aree degli Stati Uniti contengano questi inquinanti, con le concentrazioni più elevate riscontrate nelle aree in cui è noto ci sia una contaminazione delle acque. I risultati, apparsi sulla rivista Environmental Science & Technology dell’Acs, evidenziano quindi come l’inquinamento delle risorse idriche possa infiltrarsi in prodotti, anche quelli più comuni, sollevando preoccupazioni sia per i consumatori che per i produttori di birra.
Sebbene i birrifici generalmente dispongano di sistemi di filtraggio e trattamento dell’acqua, questi non sono progettati per rimuovere i Pfas. Circa il 18% dei birrifici statunitensi si trova in aree in cui è rilevabile la presenza di Pfas nell’acqua potabile comunale.  I ricercatori hanno modificato il metodo usato dall’Agenzia per la Protezione Ambientale (Epa) degli Stati Uniti, e testato un totale di 23 birre nazionali e internazionali: il 95% delle birre testate (sebbene gli autori non abbiano fatto nomi) conteneva Pfas, tra cui il perfluorottano solfonato (Pfos) e l’acido perfluoroottanoico (Pfoa), famigerati per le patologie al sistema immunitario ed endocrino, la fertilità e l’incidenza di neoplasie.

Chi dalla birra vorrebbe rifugiarsi nel vino, conosce già possibili i Pfas nel vino 100 volte superiori rispetto all’acqua potabile, in particolare grazie al TFA. Peccato perchè il nostro Paese è il primo produttore di vino a livello globale, e il Monferrato è un’eccellenza.

Vabbè, torniamo all’acqua. Non ci fidiamo dell’acquedotto, come ha già dimostrato Greenpeace. Ricorriamo all’acqua imbottigliata? Dalla padella alla brace. Greenpeace aggiorna: la nostra nuova indagine ha rivelato la presenza di PFAS nell’acqua in bottiglia di 6 marche su 8, tra le più diffuse nel nostro Paese: Ferrarelle, Levissima, Panna, Rocchetta, San Benedetto, San Pellegrino, Sant’Anna, Uliveto. Luce verde solo per Ferrarelle e San Benedetto Naturale, rossissima per acqua Panna.
La sostanza rilevata nelle bottiglie analizzate è il TFA, l’acido trifluoroacetico, ovvero il PFAS più diffuso sul pianeta. Clicca qui
C’è una sola soluzione. Fermare subito le produzioni Pfas (monopolio della Solvay a Spinetta Marengo) e far seguire una “legge zero-PFAS” che ne vieti del tutto l’utilizzo in tutti i settori. Solo così possiamo sperare di tutelare la nostra salute: non c’è altro tempo da perdere.

Attorno alla Solvay nascosto il TFA.

Arpa Piemonte, che monitora l’unica produttrice di pfas in Italia, Syensqo Solvay, tuttora NON cerca il pfas TFA in atmosfera, nelle acque e nel suolo.  Eppure, nello scarico di Solvay s Spinetta Marengo ci sono fino a 198 microgrammi per litro di Tfa già nel 2021, secondo le analisi condotte dal Consiglio nazionale delle ricerche nel 2024. In Veneto, invece, il Tfa è stato cercato nelle acque già nel 2021 (fino a 110 microgrammi per litro) e viene monitorato periodicamente. Ad Alessandria è tutto nascosto.
I Tfa è uno dei pfas meno conosciuti, ma tra i più pericolosi e presenti nell’ambiente, perchè contenuto in molti pesticidi, e quindi nei terreni e negli alimenti, come ad esempio il vino (pensiamo ai Doc del Monferrato). Sebbene i rischi legati a questa sostanza siano emersi a fine anni Novanta, ad oggi manca ancora una normativa che ne regoli la presenza e l’utilizzo. E l’assenza di norme e limiti specifici è il frutto di una negligenza delle autorità, indotte quanto mento dalla scarsa trasparenza delle lobby chimiche negli ultimi 25 anni.
Già nel 1998 il Comitato scientifico per le piante dell’Unione Europea aveva denunciato i rischi ambientali e sanitari del Tfa. Silenzio. Nel 2007 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha indicato il Tfa come un metabolita delle colture che entra direttamente nella catena alimentare.
Silenzio. Nel 2014 l’Efsa ha rilanciato l’allarme legato ai pesticidi. Silenzio. Nel 2017 l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha chiesto ai produttori i dati tossicologici completi. Nel 2021 si è aperto il vaso di Pandora. Malgrado il fuoco di sbarramento di Solvay, Echa ha proposto a tutti gli Stati membri di indicare il Tfa come tossico per la riproduzione, primo step per la sua classificazione come sostanza pericolosa e tossica. Da allora, negli anni successivi diversi Stati hanno imposto limiti e divieti, sia per la presenza del composto nei cibi, sia nelle emissioni industriali.
La direttiva è stata ratificata dall’Italia ed è prossima all’entrata in vigore, impone un limite di 10 microgrammi di Tfa per litro. Tuttavia, manca una messa a bando mondiale per tutti quei 39 pesticidi che lo contengono, non ci sono limiti agli scarichi e di emissioni in atmosfera.
L’acido trifluoroacetico (TFA) è fra i Pfas il contaminante ambientale emergente che desta crescente preoccupazione a causa della sua ubiquità nelle matrici ambientali e delle sue proprietà chimico-fisiche, tra cui elevata solubilità in acqua, stabilità chimica e persistenza. Ma Solvay fa muro.

La tragica lezione dell’amianto non ha insegnato nulla.

Quando si parla di Spinetta Marengo, il pensiero corre per pochi chilometri nell’alessandrino fino a Casale Monferrato. Quando si parla, per gli indistruttibili Pfas della Solvay, del rischio per le generazioni future, figli nipoti e pronipoti, si porta sempre l’esempio dell’indistruttibile amianto dell’Eternit. Dopo aver mietuto per decenni migliaia di vittime per l’incurabile mesotelioma polmonare, la fabbrica Eternit è stata chiusa e sono stati messi al bando nel 1992 l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, il commercio, la produzione, l’uso dei prodotti con amianto. (Per i Pfas, ad oggi, neppure c’è chiusura di Solvay e bando).
Eppure, le morti per amianto hanno continuato: perché solo dal 1° luglio 2025 l’Unione Europea ha messo l’amianto definitivamente al bando, obbligando tutti gli Stati membri a provvedere alla sua rimozione nei tetti e nei rivestimenti. Ma in Italia non c’è ancora una legge che imponga la rimozione. Neppure per le scuole e gli ospedali.
Ebbene, fino a quando tutto l’amianto sarà rimosso, smaltito e sigillato, continueranno le morti. Anzi, ancora 20-30 anni dopo la rimozione, perché la malattia può restare in incubazione per tutti quegli anni. Poi la morte è sicura e velocissima.
Una strage continua che fa registrare più di 200mila decessi per malattie amianto correlate nel mondo, di cui 7mila riguardano l’Italia nell’ultimo anno. L’Onu, nelle sue stime, tiene conto soltanto dell’asbestosi, del mesotelioma e del cancro del polmone, mentre invece ci sono tutte le altre patologie già contemplate nelle Monografia della IARC (International Agency for Research on Cancer), tra le quali il cancro della laringe, della faringe, dello stomaco, del colon e delle ovaie, nonché le altre patologie asbesto correlate, comprese placche pleuriche, ispessimenti pleurici, stato fibrotico/infiammatorio polmonare e/o pleurico.
Clamorosa è stata la recente scoperta a Torino di 3000 metri cubi di amianto sepolto sotto Italia 61, era nascosto nel sottosuolo da 70 anni.

Vigili del fuoco deceduti e rischio PFAS.

Ennesima rassegna stampa:

Porte chiuse della Solvay al Movimento Maccacaro.

Avevamo, come “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”, ufficialmente chiesto a Solvay di “disturbare” la terza edizione propagandistica di “Fabbriche aperte” con un nostro intervento nel salone della cerimonia a Spinetta Marengo.
Ci hanno cortesemente risposto che non era possibile perché “la struttura dell’iniziativa è finalizzata a creare un momento di incontro e condivisione tra l’Azienda e la collettività mediante l’organizzazione sia di visite guidate sia di tavoli dove i partecipanti si confrontano tra loro secondo regole condivise,  nell’ottica di agevolare l’interlocuzione diretta tra chiunque abbia interesse a prendere parte all’iniziativa e l’Azienda stessa, all’interno degli spazi previsti nel format dell’iniziativa in questione”. Insomma, siccome noi non condividiamo l’Azienda, anzi la contestiamo, zitti e mosca, fly-tipping.
Causa questo “per viltade il gran rifiuto”, non possiamo riferirvi la portata del ricco rinfresco offerto dalla multinazionale, magari dell’eventuale degustazione dei vini, senz’altro doc pfas free, di Guido Carlo Alleva, prestigioso avvocato della difesa nel processo in corso e ancor più prestigioso produttore enologico nella sontuosa “Tenuta Santa Caterina” di Grazzano Badoglio (Asti). Clicca qui.

Scandalo Pfas: l’inchiesta che svela i legami nascosti fra la lobby degli inquinanti eterni e la società di consulenza dell’Ue.

Basandosi su documenti e registri ufficiali dell’UE, il Financial Times ha reso noto che società di consulenza Ramboll, dal 2020 incaricata dall’ECHA di fornire consulenze strategiche sui PFAS, avrebbe fornito consulenze sia all’ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche) sia ai produttori stessi di queste sostanze. Apparirebbe dunque sempre più concreta la conseguenza che le decisioni europee sono in qualche modo “pilotate” dalle lobby. Infatti, ciò avviene proprio mentre l’Unione Europea sta lavorando a una proposta di divieto di migliaia di sostanze sintetiche note come PFAS. Per ciò, la decisione di mantenere in uso certi PFAS invece di proporne un divieto immediato, tipo le deroghe decennali per le schiume antincendio.
È chiaro che le forti pressioni esercitate dalla lobby chimica sarebbero un evidente conflitto di interesse in un dossier di grande rilevanza per la salute pubblica e l’ambiente. Si tratta ovviamente di una situazione preoccupante, che rischierebbe di minare la credibilità dell’intero processo regolatorio.
Chissà se L’Unione Europea riesce a svincolarsi dalla morsa della Lobby chimica di Solvay & C. almeno dopo che i risultati dei test condotti su 24 alti funzionari della UE hanno rivelato la presenza anche ogni limite di PFAS in tutti leader provenienti da 19 paesi.  L’iniziativa è stata promossa dal Ministero danese dell’ambiente, in collaborazione con l’Ufficio europeo per l’ambiente (EEB) e l’organizzazione ChemSec.
D’altronde oltre 100 organizzazioni europee hanno lanciato il manifesto “Stop PFAS”, chiedendo ai leader europei di sostenere la proposta di restrizione universale. L’appello evidenzia che un divieto parziale non basta: serve una strategia decisa per fermare l’inquinamento e tutelare la salute pubblica, oggi e per le generazioni future. Clicca qui.

L’addio a Claudio Lombardi: sul feretro la bandiera dell’ultima battaglia: Stop Pfas, stop Solvay.

Coordinamento Nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Clicca qui il Report del 15 settembre 2025. 

Il boomerang dei pesticidi.

La grande ipocrisia sui pesticidi: vietati sui campi europei, ma venduti (7mila tonnellate dall’Italia compreso il micidiale erbicida trifluralin) ai Paesi soprattutto a medio e basso reddito. Ma l’indagine dell’unità investigativa di Greenpeace, Unearthed e dell’organizzazione Public Eye mette in luce i rischi: “Possiamo importare prodotti agricoli trattati con queste sostanze”.
Sono inclusi pesticidi che comportano danni cerebrali nei bambini, infertilità e interferenze endocrine, oltre a enormi quantità di insetticidi letali per le api e pericolosi per la fauna selvatica, che la stessa Ue ha definito una minaccia globale per la biodiversità e la sicurezza alimentare. Una distorsione che rischia di diventare un boomerang: non c’è alcuna garanzia, infatti, che in Europa e in Italia non rientrino prodotti agricoli trattati con quegli stessi pesticidi.

I temi della disabilità trattati con coraggio.

Ecco la newsletter quotidiana di Superando. In questa edizione una selezione degli articoli più recenti pubblicati sul nostro giornale. Clicca qui.

Giovani, giovanissimi, e non solo.

Mai si era vista, in Italia e forse nel mondo, una mobilitazione così ampia, diffusa e intensa come quella a cui assistiamo e partecipiamo in questi giorni per Gaza, per la Palestina, contro il genocidio, per la pace. È come se la rabbia e il disgusto per tutto quello che incombe, a lungo covata e compressa, sia improvvisamente e positivamente esplosa.

Scuole occupate, presidi disastrati.

Mentre i ragazzi si interessano della politica, occupano le scuole con assemblee, laboratori culturali, discussioni, esistono presidi, come quello del liceo classico di Alessandria (Roberto Grenna), che hanno ordinato lo sgombero. Mentre, durante l’occupazione, gli studenti garantiscono la sicurezza dei vetusti edifici, questi presidi non si curano dello stato delle scuole a loro affidate. Ricordiamo qui appresso alcuni dati.
Sono 71 i crolli registrati nelle scuole fra settembre 2024 e settembre 2025, ancora in aumento rispetto al 2023/24 quando ne erano stati rilevati 69, il dato più elevato negli ultimi 8 anni. Un dato che, legato a quello degli infortuni occorsi nel 2024 agli studenti e certificati dall’Inail – 78.365, +7.463 rispetto all’anno precedente – mette in evidenza quanto ancora ci sia da fare sul fronte della sicurezza.
A sostenerlo è Cittadinanzattiva nel suo XXIII rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola”. Le cause per Cittadinanzattiva sono in gran parte legate alla vetustà degli edifici, visto che ben la metà di essi ha circa 60 anni e il 49% è stato costruito prima del 1976, antecedente quindi all’entrata in vigore della normativa antisismica. I 71 casi di crollo sono stati 23 al Nord, 19 al Centro, 29 al Sud e nelle isole. E hanno causato il ferimento di 19 persone: 9 studenti, 7 operai, 3 adulti. Sono ancora esposti all’amianto, nelle scuole, circa 356.900 studenti e 50.000 membri del personale (ma il dato risale al 2021). Ci sono 870 istituti senza riscaldamento.

Piazze stracolme, urne vuote.

Le oceaniche manifestazioni pro Palestina e anti Israele (non contro tutti gli ebrei), dimostrano lo stato della democrazia.
Che le piazze insultate dalla Meloni si riempiono come non mai, mentre le urne elettorali più che mai sono vuote. Segno che c’è una grande voglia di partecipazione, di protagonismo, mentre c’è sempre meno fiducia nella politica, anzi nessuna. Meno della metà degli aventi diritto, quella che va alle urne, consegna pieni poteri ad una megalomane vittimistica dall’alto di un partito con il 26% dei voti, poco più del 13% dell’elettorato: la fiducia di un italiano su dieci, ovvero dall’alto di una coalizione di centro destra che non raggiunge nemmeno la metà dei votanti (44%): la fiducia di 2 italiani su 10.   

Assemblea dell’Onu dei Popoli.

Clicca qui il programma dei quattro giorni.
Messaggio di pace e salute a 42.102 destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA – Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Nel rispetto del Regolamento (UE) 2016 / 679 del 27.04.2016 e della normativa di legge. Eventualmente rispondi: cancellami.
Twitter: @paceambiente
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