Giuseppe Salamone – 18/10/2025
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Ci raccontano di una stangata storica alle banche. Ma tra anticipi fiscali, sconti sugli extraprofitti e bonus sulle perdite passate, è sempre la solita storia: i potenti ci guadagnano, gli altri pagano.
La finta stangata alle Banche: il solito favore ai soliti noti
Il suo frignare è diventato insopportabile. Ogni volta che parla sembra debba convincerci di aver fatto chissà quale mossa geniale “contro i poteri forti”, mentre in realtà copre l’ennesima porcheria.
Parla di “stangata alle banche” come se avesse fatto la rivoluzione, come se avesse finalmente costretto i giganti del credito a pagare la loro parte. Ma la verità, come sempre, è molto diversa. E decisamente più comoda per qualcuno.
Da dove arrivano questi famosi 4 miliardi
Dicono che dalle banche arriveranno circa 4 miliardi di euro. Bene, ma da cosa? Solo una parte è una vera entrata per lo Stato. Il resto è un trucco contabile. Una parte di quei soldi è infatti un anticipo fiscale.
In pratica, le banche pagano oggi tasse che avrebbero comunque dovuto pagare nei prossimi anni. Non un euro in più, solo qualche mese di anticipo.
È come se ti chiedessero di saldare subito una bolletta che avresti comunque pagato: non cambia nulla, se non il momento del versamento.
Nessuna stangata, solo un acconto.
Gli extraprofitti e lo sconto d’autore
Il resto dei 4 miliardi dovrebbe, almeno sulla carta, arrivare dalla cosiddetta tassa sugli extraprofitti.
Nel 2023 lo Stato aveva detto alle banche: Se vi dividete gli utili extra che avete fatto, ci pagate sopra il 40%. Se invece li tenete accantonati, potete farlo, ma non li toccate.
Ovviamente le banche hanno accantonato tutto, evitando di versare un solo euro.
Ora, con la nuova Legge di bilancio, arriva la svolta: Volete finalmente tirar fuori quei soldi e distribuirli agli azionisti? Va bene, ma invece del 40%, vi faccio pagare solo il 27,5%.
Uno sconto netto del 12,5%. Altro che stangata: è un regalo.
Chi ci guadagna davvero
Le banche italiane, dal 2022 a oggi, hanno accumulato circa 165 miliardi di euro di profitti. Solo nel terzo trimestre del 2025, altri 6 miliardi.
E chi sono i beneficiari di questa montagna di soldi? Sempre gli stessi: le grandi famiglie italiane — Del Vecchio, Caltagirone, Berlusconi, Doris — insieme ai fondi finanziari americani, alle cooperative e alle fondazioni bancarie.
Non proprio un gruppo di martiri fiscali.
Il secondo favore nascosto
C’è poi un altro dettaglio che passa quasi inosservato: le banche potranno anche recuperare fiscalmente le perdite del passato.
Cosa significa? Che se in passato hanno perso soldi, ora possono usarne una parte (il 65%) per pagare meno tasse oggi.
Un altro sconto, un altro vantaggio, un altro segnale chiaro: si aiuta chi non ne ha bisogno.
Riassumendo:
Una parte dei 4 miliardi è un anticipo, non una tassa; un’altra parte è frutto di uno sconto sulle imposte sugli extraprofitti; in più arriva un bel bonus per recuperare vecchie perdite.
Il tutto mentre il governo e certa stampa parlano di “stangata”, di “giustizia”, di “tasse sui giganti della finanza”. La verità è che si tratta di un’operazione di immagine, utile solo a coprire l’ennesimo favore ai potenti di sempre.
Questa non è una stangata, è una messa in scena. Serve a far credere che “si colpiscono i ricchi”, mentre in realtà li si premia. E mentre il potere piange in conferenza stampa e fanno le vittime per distogliere l’attenzione, le banche e i loro azionisti brindano in silenzio. Altro che patriottismo, altro che sovranismo.
È solo servilismo!

