Alessandro Di Battista – 23/10/2025
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Guardate come vanno le cose. Zelensky, durante la conferenza stampa al Consiglio europeo a Bruxelles, ha detto: “I russi non otterranno alcun territorio aggiuntivo”. Alcuni giorni fa Donald Trump gli ha detto: “Cedi il Donbass o sarai distrutto”.
E oggi, sempre Trump, annuncia nuove sanzioni contro la Russia perché – dice lui – Putin non sarebbe disposto a trattare. Sanzioni che colpiranno le principali compagnie petrolifere del Paese, Rosneft e Lukoil.
Tutto questo accade proprio mentre l’Unione europea approva il 19° pacchetto di sanzioni contro Mosca e il blocco delle importazioni di gas e GNL. Vi ricordo che hanno approvato 19 pacchetti di sanzioni alla Russia in tre anni. Dal 1° gennaio 2026 sarà vietato stipulare nuovi contratti con la Russia. I contratti già esistenti di lunga durata, invece, dovranno cessare entro il 1 gennaio 2028. Mentre quelli di breve durata, entro il 17 giugno 2026.
Se avessero assunto le stesse decisioni contro lo Stato terrorista di Israele il genocidio dei palestinesi si sarebbe potuto fermate molto prima. Se prendessero le stesse decisioni contro lo Stato terrorista di Israele in Cisgiordania non ci sarebbero più i coloni e soldati che picchiano e ammazzano palestinesi mentre raccolgono olive. Se avessero preso le stesse decisioni contro lo Stato terrorista di Israele, Gaza esisterebbe ancora. Ipocriti. Sono soltanto degli ipocriti. Lo ripeterò per sempre e non mi stancherò mai di farlo. Perché la guerra in Ucraina e il genocidio dei palestinesi rappresentano la dimostrazione più limpida dell’ipocrisia e della sudditanza dell’Unione europea.
Ma vi invito a fare un ragionamento sul perché Trump oggi impone sanzioni alla Russia. Agli Stati Uniti d’America, l’allontanamento totale dell’Europa dalla Russia e la continuazione della guerra convengono o no? Da quanti decenni lo sognano? Cosa accadrebbe se domani ci fosse davvero la pace? Forse l’Europa ricomincerebbe a valutare la possibilità di comprare gas russo e non più quello americano? Forse in UE si ripenserebbe al piano da 6.800 miliardi di euro in armi, soldi che ingrasseranno principalmente le industrie belliche statunitensi?
E come se non bastasse, oggi sul tavolo dell’UE – vedremo cosa uscirà fuori – c’è anche la questione dei beni russi congelati. In pratica, vogliono impadronirsi dei beni russi per finanziare la guerra in Ucraina e Zelensky. Leggete cosa ha detto Zelensky: “Dobbiamo utilizzare i beni congelati russi in modo tale che la Russia capisca che sta pagando per la propria guerra. […] Questi ingenti fondi possono sostenere la resilienza dell’Ucraina e contribuire al vostro sviluppo: abbiamo intenzione di utilizzare una parte significativa dei beni russi congelati per acquistare armi europee.”
Zelensky vuole sempre più soldi. E noi glieli diamo, senza fiatare. Negli ultimi tre anni e mezzo, l’Unione europea gli ha dato 178 miliardi di euro per una guerra persa e per mandare al macello decine di migliaia di giovani ucraini. Come ho scritto alcuni giorni fa, pensate a quanti siano 178 miliardi di euro: è l’equivalente di dieci manovre finanziarie italiane.
Vi invito a leggere, infine, le parole di quello che a Bruxelles e in Italia trattano come appestato, il Presidente ungherese: “Oggi, solo l’Ungheria si batte per la pace. Bruxelles non ha ancora occupato Budapest. Abbiamo perso 1,5 milioni di persone in due guerre mondiali. Ciò non deve mai più accadere. Resteremo fuori da questa guerra”. E in effetti, su questo, tutti i torti non ce li ha.

