carlo calenda e jeffrey sachs

Gli attacchi a Jeffrey Sachs

Alessandro Di Battista – 26/10/2025

https://alessandrodibattista.substack.com/p/gli-attacchi-a-jeffrey-sachs

 

Queste le parole di Sachs: “È incredibile, lei non sa quanto gli Stati Uniti hanno pagato per il rovesciamento di Janukovyč? Io ero lì, l’ho visto, mi hanno portato in piazza Maidan”.

Mi è capitato di vedere uno spezzone del dibattito tra Carlo Calenda, politico italiano infinitamente più apprezzato nei salotti borghesi che all’interno delle cabine elettorali, e Jeffrey Sachs, economista e saggista USA, ex-direttore dell’Istituto Earth dell’ONU all’Università Columbia, nonché collaboratore di Gorbaciov, Boris Eltsin e di Leonid Kučma, presidente dell’Ucraina dal 1994 al 2005.

Tra l’altro, segnalo che Leonid Kučma divenne presidente promettendo un riavvicinamento alla Russia, oltre che misure economiche, diciamo, “occidentali”. Riteneva che fosse nell’interesse di Kiev mantenere buoni rapporti sia con Mosca che con il blocco occidentale. Più o meno (anche se ovviamente parliamo di personaggi diversi) come Viktor Janukovyč, che fu primo ministro ucraino proprio durante gli ultimi anni di mandato presidenziale di Leonid Kučma e poi presidente del Paese fino all’Euromaidan, il modo politicamente corretto scelto dalla stampa occidentale per chiamare il colpo di Stato in Ucraina del 2014.

Ad ogni modo, tornando a Calenda e Sachs a PiazzaPulita, Calenda ha dato del bugiardo a Sachs quando Sachs ha raccontato (da testimone oculare) come gli USA abbiano finanziato il golpe che ha cacciato via Viktor Janukovyč, presidente dell’Ucraina democraticamente eletto, colpevole, come appena ricordato, di volere un’Ucraina neutrale e, diciamo, equidistante tra Mosca e la Nato.

Queste le parole di Sachs: “È incredibile, lei non sa quanto gli Stati Uniti hanno pagato per il rovesciamento di Janukovyč? Io ero lì, l’ho visto, mi hanno portato in piazza Maidan”.

Al che Calenda farfuglia un “c’ero anche io, ero ministro”, ma mica era a Kiev, “era ai Parioli” (cit. Marco Travaglio).

Sachs riprende: “Lei non c’era quando mi hanno portato in giro a Kiev e mi hanno detto che hanno dato 15.000 dollari a uno, 20.000 dollari a un altro”.

A quel punto Calenda gli ha dato del bugiardo e del propagandista di Putin.

Giustamente, un economista ed esperto di geopolitica del livello di Sachs (ricordo che ha anche collaborato come consigliere speciale con il segretario generale dell’ONU. Ha collaborato con il premio Nobel Kofi Annan, con Ban Ki-moon e con António Guterres) era visibilmente imbarazzato da un livello così basso di argomentazioni.

Ad ogni modo, vorrei ricordare alcune cose:

Victoria Nuland — sottosegretario di Stato per gli affari politici USA con delega all’Ucraina — il 13 dicembre 2013, durante un intervento pubblico, dopo aver elogiato il movimento pro-europeo ucraino, disse che gli USA avevano “investito nel Paese 5 miliardi di dollari” fin dalla caduta dell’URSS. La Nuland ammetteva dunque l’interesse (non per la democrazia ucraina, figuriamoci) USA su Kiev. Un interesse tale da spingere il Dipartimento di Stato USA a “investire” una cifra davvero importante.

La stessa Victoria Nuland, nel bel mezzo dell’Euromaidan (per qualcuno manifestazioni libere di cittadini ucraini, per altri un colpo di Stato), parlando al telefono con l’allora ambasciatore USA in Ucraina Geoffrey Pyatt, disse questa frase: “E per quel che riguarda l’Unione Europea… vada a farsi fottere”. Pensate: l’inviata USA in Ucraina stava discutendo sulla composizione del nuovo governo ucraino, un governo che sarebbe dovuto nascere dopo la cacciata (che regolarmente avvenne) di Viktor Janukovyč.

Ma c’è di più. Sempre la Nuland, un mese prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, disse questo riferendosi ai gasdotti nel Baltico voluti da Putin e Merkel: «Se la Russia invade l’Ucraina, in un modo o nell’altro Nord Stream 2 non andrà avanti».

Una frase pressoché identica la pronunciò anche Joe Biden, da presidente USA, il 7 febbraio 2022, alla Casa Bianca, di fronte al neo-cancelliere Olaf Scholz, che rimase vergognosamente zitto: «Se la Russia invade l’Ucraina, non ci sarà più un Nord Stream 2. Metteremo fine a questo». A quel punto una giornalista chiese a Biden: «Come farete esattamente, visto che il progetto è sotto il controllo della Germania?». «Vi garantisco che saremo in grado di farlo», rispose il presidente USA. L’edizione online di Repubblica, concedendosi libertà poetiche di traduzione, riportò così le parole del Presidente USA: “Se Putin invade, Nord Stream 2 salta”. In effetti è saltato. E sappiamo oggi che l’hanno fatto saltare gli ucraini grazie al supporto dei servizi segreti occidentali.

Segnalo che nel marzo 2021 (un anno prima dell’invasione russa dell’Ucraina) l’allora segretario di Stato USA Antony Blinken iniziava la sua crociata contro il Nord Stream 2 e, in una conferenza stampa insieme al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, dichiarava: «Il Nord Stream 2 è una pessima idea sia per l’Europa che per gli Stati Uniti; inoltre, il progetto è in contraddizione con gli obiettivi di sicurezza energetica dell’Unione europea».

Vi chiedo di unire i pezzi. Gli USA finanziano Kiev per anni con miliardi e miliardi di dollari. Gli USA hanno messo il becco sulla composizione del governo di Kiev durante l’Euromaidan e subito dopo la cacciata di Janukovyč. Gli USA hanno apertamente parlato di sabotaggio dei gasdotti nel Baltico in caso di invasione di Mosca dell’Ucraina (sabotaggio che effettivamente c’è stato e che è stato utilizzato da Washington per sostituire il gas russo venduto all’Europa con gas liquido americano).

Adesso, considerando tutti questi fatti, pensate che sia più credibile Jeffrey Sachs quando racconta (da testimone oculare) il tentativo — riuscito — da parte degli USA di mettere fine alla presidenza Janukovyč anche mediante il pagamento di tangenti a destra e a manca, oppure Calenda (lo stesso Calenda che ha sempre negato il genocidio a Gaza) che, senza argomentare, definisce Sachs un bugiardo?

A voi i commenti!

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