Alessandro Di Battista – 30/10/2025
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L’Ennesimo fallimento
La Corte dei conti è un organo di rilievo costituzionale della Repubblica italiana previsto dagli articoli 100 e 103 della Costituzione.
La parte relativa alla Corte dei conti dell’articolo 100 della Costituzione recita: “La Corte dei conti esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo, e anche quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato. Partecipa, nei casi e nelle forme stabilite dalla legge, al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria. Riferisce direttamente alle Camere sul risultato del riscontro eseguito”.
In particolare, il controllo di legittimità serve ad assicurare che gli atti o le attività di un governo siano conformi alla legge.
Ebbene, la Corte dei conti, dichiarando “illegittima” la delibera del Cipess (il comitato interministeriale per i grandi progetti pubblici) che alcune settimane fa aveva approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, non ha fatto altro che esercitare il suo ruolo.
Già negli ultimi giorni l’ufficio di controllo della Corte aveva deferito l’atto del Cipess in sede collegiale per le numerose lacune nella documentazione e le anomalie procedurali. Ora è arrivato uno stop all’opera.
Considerate che il vaglio della Corte dei conti è necessario per trasformare un atto in legge. La Corte dei conti ha bocciato l’atto governativo in particolare per questo:
Il progetto sarebbe dovuto passare al vaglio del Consiglio superiore dei lavori pubblici, ma il governo ha ritenuto sufficiente solo il vaglio del cosiddetto “Comitato scientifico” dello Stretto di Messina, ovvero un gruppo di tecnici nominati dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, i quali, comunque, avevano dato l’ok al progetto con 68 prescrizioni da adempiere (68 prescrizioni sono moltissime).
Salvini e Pietro Ciucci (l’ad della società Stretto di Messina Spa) non hanno dimostrato di non aver violato le norme UE che obbligano a rifare la gara se i costi superano del 50% quelli relativi al vecchio bando.
Il governo non ha rispettato le linee guida per la Valutazione di incidenza ambientale e, di fatto, ha assoggettato il progetto ai motivi imperativi di interesse pubblico per superare i rilievi ambientali (addirittura l’ha definita “opera militare”).
Ad ogni modo, i rilievi della Corte dei conti sono numerosissimi.
Tra l’altro ricordo un’altra porcheria tentata dal governo (in particolare da Salvini). Per provare a rendere effettivamente il Ponte sullo Stretto “opera militare”, il governo aveva infatti ipotizzato di inserire le spese per il Ponte tra le spese NATO (l’ordine di aumento delle spese per la difesa fino al 5% imposto da Washington, al quale il governo di servi ha immediatamente ubbidito). Ebbene, gli USA si sono opposti a questa idea (vogliono, in pratica, che i soldi nostri finiscano solo in armi) e dunque Salvini ha fatto subito retromarcia dichiarando: “Il Ponte sarà finanziato con risorse statali, non sono previsti fondi destinati alla Difesa”.
Tornando alla bocciatura della Corte, così la Meloni l’ha commentata: “La mancata registrazione da parte della Corte dei Conti della delibera CIPESS riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento. Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi; per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer. La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a un’intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo sostenuta dal Parlamento”.
Capito sì? Dà la colpa ai giudici. Parla di invasioni di campo da parte della magistratura contabile e poi fa la bulletta. Prima scrivono gli atti con i piedi e poi gridano al complotto. Prima affidano l’opera più costosa (e vergognosa) della storia repubblicana a uno come Salvini e poi si stupiscono dei casini!

