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Vincenzo Brandi: “I presunti ‘valori occidentali’ e la reazione che avanza”

Vincenzo Brandi

 

I PRESUNTI “VALORI OCCIDENTALI” E LA REAZIONE CHE AVANZA

 

Dopo la proclamazione di un fantomatico “piano di pace” promosso dal presidente Trump, una finta e fragile tregua è stata instaurata a Gaza dopo due anni di feroce genocidio della popolazione palestinese da parte di Israele. Questo genocidio, cui si è accompagnato un brutale incremento della colonizzazione della Cisgiordania, è avvenuta con la complicità ed il massiccio aiuto militare, economico e diplomatico fornito costantemente ad Israele, non solo dal suo principale alleato, gli USA, ma anche da parte di tutti quei paesi, riuniti sotto l’egida della NATO, che si vantano di appartenere al mondo “democratico”, portatore dei presunti “valori occidentali. Senza questo aiuto Israele non sarebbe stata in grado di continuare per due anni la sua feroce aggressione.

La finta tregua è già stata ampiamente violata più volte da Israele con scuse pretestuose e spesso assurde legate anche alla difficoltà di recuperare i corpi degli ostaggi deceduti, sepolti sotto tonnellate di detriti causati dagli stessi bombardamenti israeliani precedenti. Nel solo bombardamento su civili indifesi operato nel campo profughi di Nuseirat sono state uccise più di 100 persone, tra cui 46 bambini.,

Ora, dopo che grandi manifestazioni a favore dei diritti dei Palestinesi avvenute in tutto il mondo, ed in particolare in Italia, avevano testimoniato della presa di coscienza di buona parte dell’opinione pubblica anche occidentale, la finta tregua è servita anche a rilanciare la repressione contro quei gruppi e movimenti più coscienti che non nutrono illusioni sul valore reale di questa tregua e continuano a manifestare in favore dei sacrosanti diritti dei Palestinesi.

Ad esempio in Italia il 24 ottobre è stato attaccato con manganellate ed idranti dalla polizia un tentativo di pacifico corteo a Roma. Anche a Torino manifestanti sono stati attaccati. Ancora più grave forse l’episodio avvenuto alla Mostra d’Oltremare di Napoli, dove un gruppo di pacifici manifestanti che avevano protestato per la presenza della nota azienda farmaceutica israeliana TEVA, finanziatrice del genocidio, alla esposizione PharmaExpo, è stato circondato, attaccato e picchiato dalla polizia mentre defluiva pacificamente verso l’uscita. Tre manifestanti sono stati arrestati con motivazioni pretestuose (per fortuna successivamente rilasciati, ma comunque denunciati).

Contemporaneamente bande di picchiatori fascisti hanno fatto irruzione indisturbati nel liceo Vinci a Genova, dove studenti filopalestinesi avevano organizzato iniziative, devastandolo. Episodio simile anche a Torino al liceo Einstein, dove però la polizia ha arrestato e denunciato uno studente antifascista che aveva partecipato ad una manifestazione successiva di protesta.

Durante la presentazione all’ONU del rapporto della relatrice Albanese, che aveva denunciato la complicità di molti paesi, specie occidentali, nel genocidio, il rappresentante israeliano l’ha attaccata definendola una “strega”. La Albanese gli ha risposto per le rime.

Il noto esponente PD di “Sinistra per Israele”, Fiano, che era stato contestato dagli studenti per il suo appoggio al genocidio, ha reagito con la solita abbondante e stomachevole razione di vittimismo.

Curioso l’episodio avvenuto durante un talk show sulla 7, quando le due pasdaran del PD Gruber e Sattanino si sono scatenate in difesa dei presunti “valori occidentali”. Sorprendentemente ha risposto Franco Bernabè, ex amministratore delegato di ENI e Telecom, e ora presidente delle Acciaierie italiane. Con aria sorniona ha fatto notare alle due giornaliste di fede PD che gli altri paesi vedono gli stati “occidentali”, non come portatori di valori, ma come eredi di colonialismo ed imperialismo, e fautori di un massiccio armamento per dominare il mondo. Bernabè ha anche fatto notare come la presunta “meritocrazia” vigente in Occidente (secondo la Gruber) era stata già praticata dai Cinesi con la loro tradizionale efficace amministrazione imperiale, tesa al benessere della collettività, ed è praticata tuttora.

Complessivamente la situazione politica nei nostri paesi non è brillante ed avanzano tentativi di reazione e di repressione anche nei confronti delle lotte sociali per il salario, la casa, i diritti dei lavoratori. Particolarmente grave e foriero di disastri è la permanente attitudine dei nostri governi europei al riarmo, alla russofobia, e agli sforzi per alimentare la guerra in Ucraina. Trump pare aver fatto marcia indietro sulla fornitura dei missili a lungo raggio Tomahawk all’Ucraina, ma continuano a fioccare sanzioni contro la Russia e minacce di sanzioni ai paesi che commerciano con la Russia. Il movimento pacifista appare piuttosto debole, anche perché sabotato dalle sciocchezze diffuse dalla pseudo sinistra, da Melenchon, a Bonelli, fino alla Linke tedesca. Si impone una ripresa ed una riorganizzazione a livello strategico più alto del movimento per la Palestina, di quello per i diritti sociali, e di quello contro il riarmo e per una pace giusta in Ucraina che fornisca la sicurezza necessaria a tutti i contendenti, come chiede da anni il governo russo.

Roma, 30 ottobre 2025, Vincenzo Brandi

(pubblicato sull’Antidiplomatico e sulla Voce di GAMADI di novembre 2025)


 

Scienza, Dialettica e ”Materialismo Dialettico”

 

L’autore, come membro del gruppo Atei Materialistici Dialettici, ma anche come ex ricercatore scientifico ora in pensione, non può sottrarsi alla domanda se i concetti di Dialettica e Materialismo Dialettico risultino utili ed in sintonia con il pensiero scientifico.

Su questo è necessario dare risposte quanto più chiare ed oggettive possibili, e non dogmatiche e di comodo, indipendentemente dall’appartenenza ad un gruppo che si ispira al Materialismo Dialettico.

Chi scrive ritiene che la risposta da dare sia articolata: se la Dialettica ed il Materialismo Dialettico sono un segno delle contraddizioni reali che possono essere sempre presenti nella realtà concreta, fatta di avvenimenti reali e oggetti “materiali” (realtà che è sempre dinamica ed in continua trasformazione) ed un invito ad esaminarle, spiegarle e risolverle in modo concreto, il metodo è qualcosa di positivo; ma è anche vero che è sempre presente il pericolo di considerare la Dialettica – ed il Materialismo Dialettico che ne deriva – come un pesante schema metafisico derivato direttamente dalla filosofia idealistica e non materialistica di Hegel , e quindi come un’interpretazione logico-dogmatica globale e totalizzante, buona per tutti gli usi.

A parere di chi scrive, posizioni concrete e corrette (ma spesso considerate “eterodosse” dagli stessi materialisti dialettici) furono assunte da Lenin nella sua polemica contro la filosofia “empirio-criticista” e convenzionalista del fisico e filosofo Mach. Se le teorie fisiche non hanno valore assoluto – diceva Lenin – ciò non significa che abbiano un carattere convenzionale. La modifica delle teorie si deve al loro adeguamento alla realtà materiale odierna sulla base delle nuove esperienze e di indagini più approfondite. C’è – cioè – un approfondimento progressivo della conoscenza. L’errore del “fenomenista” (come Mach o Berkeley) è la convinzione che la realtà oggettiva coincida con le sue sensazioni e rappresentazioni, che invece sono solo strumenti per cogliere una realtà indipendente. Esiste certamente un mondo esterno indipendente da noi che coincide con la realtà ed è materiale. Il pensiero è il riflesso della realtà materiale. Dalle sensazioni si passa ai concetti per astrazione. Il “materialista dialettico” è sicuro dell’esistenza di una realtà indipendente, ma sa che la teoria va modificata sulla base dell’esperienza. La differenza con il materialista non-dialettico è che costui pretende che la sua visione di questa realtà sia assolutamente esatta, cioè fissata per sempre, senza possibilità di modifiche dovute all’esperienza.

Engels nella sua opera “Dialettica della Natura” esprimeva posizioni simili. La realtà esterna ha una sua storia ed è in continua trasformazione. Anche le categorie ed i concetti scientifici possono mutare per poter essere adeguati alle nuove esperienze. Ha torto quindi Kant nel considerare categorie fisse ed immutabili (come quelle di spazio e tempo). Non potremo mai abbracciare tutta la Natura che è infinita, ma possiamo avvicinarci progressivamente alla verità ed avere fiducia nel fatto che la nostra conoscenza diventerà sempre più profonda.

Considerazioni simili possono farsi per il “Materialismo Storico” (la filosofia attribuita a Marx, che riguarda essenzialmente la storia, la politica, l’economia, e le altre scienze umane, viste come fatti concreti e reali). Personalmente apprezzo molto il pensiero di Marx ed Engels (che sono dei grandi pensatori, ma non dei profeti infallibili) quando il loro pensiero assume toni razionalisti e scientifici, non quando talvolta si riaccostano agli aspetti dogmatici della Dialettica Hegeliana. Il grande rivoluzionario Lenin ammoniva: “L’anima viva del Marxismo, la sua essenza, è l’analisi concreta della situazione concreta”.

Il fisico teorico dell’Università di Lovanio, il belga Jean Bricmont, da me più volte citato, diceva di non aver mai ben compreso il distacco operato da Marx ed Engels nei confronti di Hegel con il cosiddetto “rovesciamento della Dialettica Hegeliana”, che è irrimediabilmente idealista. Esprimeva anche perplessità verso quei fisici che valutavano la Fisica Quantistica essenzialmente alla luce del Materialismo Dialettico: sia quelli che affermavano che le contraddizioni interne di questa branca della Fisica (come la contraddizione onda-particella) la pongono nell’ambito del Materialismo Dialettico (come affermato dal sovietico Fock); sia quelli che criticavano l’incapacità della Fisica Quantistica di trovare una sintesi dialettica (come altri fisici sovietici).

Nell’articolo precedente dedicato ad alcuni aspetti della filosofia del ‘900 abbiamo ricordato che alcuni filosofi, come il francese Althusser, ma anche italiani, come Galvano della Volpe, Lucio Colletti (prima del suo passaggio a “Forza Italia”), Preve, La Grassa, ecc. hanno sottolineato l’incompatibilità tra dialettica hegeliana e marxista e la necessità di aggiornamenti dello stesso pensiero marxiano. Il dibattito, che coinvolge anche il Materialismo Dialettico di Engels, è aperto e va approfondito.

Sperando di aver fornito un contributo non dogmatico e stimolante al dibattito su Materialismo Dialettco e Scienza, rimandiamo a questo proposito anche all’ottima pubblicazione del gruppo GAMADI “Materialismo Dialettico e Conoscenza della Natura” del 2007, che contiene una serie di interessanti articoli e interventi sull’argomento scritti da vari autori: l’ing. Anastasia, Brandi, i professori di biologia comparata e matematica Cristaldi e De Blasi, De Vita, Martino, il fisico Martocchia, il filosofo – già collaboratore di Ludovico Geymonat – Tagliagambe, oltre che brani classici di Stalin e Mao-tse-Tung.

Roma, 30 ottobre 2025, Vincenzo Brandi

(questo articolo è liberamente tratto dal libro di V. Brandi: “Conoscenza, scienza e filosofia”, 2020)

 

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