Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo – 03/11/2025
Contro tutte le guerre e le uccisioni. Ogni vittima ha il volto di Abele
Mentre la guerra fa strage di esseri umani in tante parti del mondo e nuovamente minaccia di travolgere e annientare l’intera umana famiglia, sempre piu’ necessario e’ che tutte le persone di volonta’ buona, tutte le associazioni democratiche, tutte le istituzioni fedeli all’umanita’ e tutti i popoli della Terra minacciati dalla violenza dei poteri dominanti insorgano nonviolentemente per salvare tutte le vite che e’ possibile salvare; insorgano nonviolentemente per abolire la guerra, gli eserciti, le armi; insorgano nonviolentemente per far prevalere la pace, la cooperazione tra i popoli, il bene comune, la giustizia e la misericordia, la fraternita’ e sororita’ che ogni essere umano riconosce e raggiunge e soccorre e conforta e sostiene, la responsabilita’ verso l’intero mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
Come occasione d’incontro e d’espressione della comune volonta’ di pace e come contributo alla necessaria riflessione ed azione nonviolenta contro tutte le uccisioni, intendiamo riproporre per il 4 novembre l’iniziativa nonviolenta “Ogni vittima ha il volto di Abele”.
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta’ d’Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche’ il 4 novembre, anniversario della fine dell'”inutile strage” della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l’impegno affinche’ non ci siano mai piu’ guerre, mai piu’ uccisioni, mai piu’ persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu’ austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e’ possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche’ le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche’ convocano ogni persona di retto sentire e di volonta’ buona all’impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita’ e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita’ e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’.
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Una riflessione
In questi ultimi anni abbiamo assistito al ritorno della guerra nel cuore d’Europa con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ed abbiamo visto la gran parte degli altri stati europei adoperarsi non per la cessazione della guerra, ma affinche’ essa fosse sempre piu’ sanguinaria.
Abbiamo poi assistito all’orrore del pogrom del 7 ottobre 2023 e successivamente all’orrore della guerra di sterminio a Gaza: solo da poche settimane una fragilissima tregua e’ seguita a stragi e devastazioni di proporzioni tali da configurare con assoluta certezza crimini di guerra e crimini contro l’umanita’, e tali da rendere obiettivamente giustificata la valutazione di tali atti come intesi alla commissione di un genocidio.
A cio’ si aggiunge la generalizzata spinta al riarmo, quando gia’ le sole armi atomiche presenti nel mondo sono sufficienti a distruggere piu’ volte l’intera umanita’.
Ed ovviamente al quadro vanno aggiunte le tante “guerre dimenticate” di cui i mass-media delle societa’ ricche non danno notizia, come non danno notizia dei crimini di regimi totalitari, delle violenza di massa commesse da milizie e mafie in tante parti del mondo.
Cosi’ come occorre aggiungere le vittime del razzismo dei governi europei e dell’Unione Europea, e lo schiavismo di cui sono vittima la gran parte dei migranti che riescono a giungere in Europa e qui cadono vittime dell’economia illegale, dei poteri criminali, delle politiche segregative.
A rendere il quadro ancora piu’ fosco si assiste a un crescente disprezzo da parte di un numero crescente di stati per l’Onu e il diritto internazionale, regredendo a una visione delle relazioni internazionali ridotta allo stato barbarico di “bellum omnium contra omnes”, in cui conta solo la forza mentre il diritto e’ costantemente schiacciato.
Tra le cause come tra gli effetti di tale situazione e’ la serie sempre piu’ estesa di vittorie elettorali di forze fasciste in vari paesi del mondo, cosicche’ ormai gran parte del pianeta e’ governato o da autocrazie o da regimi sempre piu’ autoritari.
La speranza che la lotta delle oppresse e degli oppressi potesse realizzare giustizia e liberta’, speranza che nell’Ottocento e nel Novecento trovo’ espressione soprattutto nell’esperienza del movimento operaio, nella resistenza antifascista, nelle lotte contro il colonialismo e gli imperialismi, nelle lotte antirazziste, per la pace e la liberazione dei popoli, nel movimento di liberazione delle donne, ebbene, sembra essere stata schiacciata dai poteri dominanti e dalle nuove tecnologie che favoriscono autoritarismo e manipolazione, ingiustizie strutturali, regressioni culturali, violenze endemiche.
Le sfide globali cui l’umanita’ si trova di fronte, la difesa della biosfera, la necessita’ della pace e della cooperazione internazionale, la giustizia sociale che assicuri una vita degna a tutti gli esseri umani, richiedono una scelta precisa, necessaria e urgente; richiedono la politica della nonviolenza. La nonviolenza e’ la resistenza oggi necessaria. La nonviolenza e’ la sola politica adeguata ai problemi che l’umanita’ deve affrontare. La nonviolenza e’ la voce di tutti gli esseri umani oppressi. La nonviolenza e’ la sola speranza che l’intera famiglia umana non sia annientata dalla scellerata follia delle guerre e dell’ecocidio.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Difendere quest’unico mondo vivente unica casa comune dell’intera umana famiglia.
Condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’ dalla catastrofe.

