“Hanno scomodato anche l’ONU!”

“Pensate un po’: di fronte ai silenzi e alle tolleranze che si manifestano sui massacri di palestinesi, di yemeniti, di afghani, da parte dell’ONU a guida anglo-franco-americana ci si preoccupa di venire in Italia a constatare il grado di oppressione razziale che subiscono gli immigrati”.

 

Hanno scomodato anche l’ONU!

(Michelle Bachelet, Alto Commissario dell’ONU per i diritti umani)

Se non avessimo una sinistra a servizio permanente ed effettivo dei grandi protagonisti della globalizzazione economica mondiale (e del loro mercato) – con il seguito dei reggicoda della sinistra cosiddetta alternativa che esprime con un deciso quanto ipocrita ‘antifascismo’ la sua subalternità al sistema – lo spettacolo politico quotidiano dovrebbe creare una seria indignazione.

Partiamo dall’ultimo fatto. L’alto Commissario dell’ONU per i diritti umani vuole condurre un’inchiesta sul razzismo in Italia. Indubbiamente episodi di razzismo in Italia esistono, ma i fatti non giustificano interventi di questa portata e la scelta di intervenire è palesemente funzionale allo scontro che in Europa e in Italia sta avvenendo tra europeisti targati UE e le tendenze definite ‘sovraniste’ che preoccupano Bruxelles in vista delle elezioni europee del prossimo anno.

Pensate un po’: di fronte ai silenzi e alle tolleranze che si manifestano sui massacri di palestinesi, di yemeniti, di afghani, da parte dell’ONU a guida anglo-franco-americana ci si preoccupa di venire in Italia a constatare il grado di oppressione razziale che subiscono gli immigrati. L’inchiesta non verte sul grado di sfruttamento che gli africani subiscono nelle campagne, ma prende di mira il governo Di Maio-Salvini e qui il cerchio si stringe e ritorna al problema di fondo. Questo governo se ne deve andare e contro di esso la guerra si fa con tutti i mezzi. Da Berlusconi, a Renzi, a Martina – e qualche volta si scomoda anche il papa, come dimostra la vicenda dell’accoglienza al gruppo dei dileguati eritrei.

Lo scontro non è solo politico, è di sistema. Basta osservare chi interviene sui giornali, nelle televisioni, nelle iniziative istituzionali di quelli che il sistema effettivamente gestiscono e potremmo constatare che non si tratta di dibattito politico, ma di convergenza di interessi per liquidare un governo che ha aperto uno squarcio nelle connivenze e negli sporchi interessi che hanno gestito fino al 4 marzo l’Italia.

Ma allora questo è il nostro governo? No, questo è il governo uscito dalle elezioni del 4 marzo dove forze populiste di destra e giustizialiste che in gran parte provengano da sinistra hanno stipulato un patto in cui sono contenuti punti di programma che ci interessano. Questo bisogna dirlo senza reticenze.

E come la mettiamo con Salvini? Se avessimo l’intelligenza politica a guidarci e non l’ipocrita buonismo che anima tutta l’odierna sinistra – da quella che sostiene le guerre umanitarie a quella che si muove per i mercenari curdi intruppati dagli americani ma non si muove per i coreani, per i siriani, per gli iraniani, per i somali e per la fine dell’occupazione, anche italiana, dell’Afghanistan – dovremmo capire che anche Salvini, aldilà del personaggio, ci ha fornito occasioni di intervenire contro l’UE e contro i francesi che hanno scatenato per primi l’inferno libico.

Non sappiamo come finirà questa vicenda del governo giallo-verde, ma una cosa è certa: bisogna lottare fino in fondo contro chi tenta di riprendere in mano la situazione in nome dei globalisti UE e di quella sinistra imperialista che sta preparando le barricate. Contro costoro le barricate dobbiamo alzarle noi e impedire che la breccia che si è aperta si richiuda. Quella breccia anzi dobbiamo allargarla.

Aginform
10 settembre 2018
 

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