“La guerra di logoramento e i possibili sbocchi”

UE, spread, ricatti e minacce dei ‘mercati’? Come se non esistessero. Per la sinistra ‘alternativa’ il nemico principale è il governo, come per il PD. Come per Bruxelles.

 

20 ottobre miopia politica e altro

Nel pieno di uno scontro come quello che si è innescato con Bruxelles, che in questa fase rappresenta la madre di tutte le battaglie, gli eurostoppisti hanno creduto necessario scendere in piazza e come è ovvio hanno centrato l’obiettivo cioè di rappresentare quella sinistra inconcludente che organizza cortei per dimostrare di essere viva.

Stavolta però la questione assume un aspetto più grave. I nostri eroi non hanno scelto di manifestare contro l’arrivo a Roma di Moscovici, bensì contro il governo giallo-verde che è l’obiettivo di Bruxelles.

E’ solo un caso di miopia politica? Certamente no, in quanto è ormai evidente che i radikalen italiani rappresentano la punta di ‘sinistra’ di cui il PD e le forze di regime spodestate sono l’altra sponda. Il 20 ottobre reciteranno appunto questa parte.

 

La guerra di logoramento e i possibili sbocchi

UE, spread, ricatti e minacce dei ‘mercati’? Come se non esistessero. Per la sinistra ‘alternativa’ il nemico principale è il governo, come per il PD. Come per Bruxelles

La casta – e per casta si intende tutto l’apparato di regime, economico, finanziario, mediatico che effettivamente tiene in piedi il sistema – dopo le cannonate che hanno aperto la guerra contro il nuovo governo, ma che rischiavano però di rafforzarlo, ha cambiato tattica e ha impostato una guerra di logoramento sui punti di programma e non solo quindi sulle grandi questioni. Si è capito cioè che non avendo spaventato Salvini e Di Maio in prima battuta, la strada da imboccare era la credibilità sui provvedimenti. A partire da quello sul ponte Morandi.

Il ministro Toninelli era partito alla grande dopo il crollo. Nazionalizziamo la rete autostradale – aveva detto – visto le scandalose rendite che produce, e teniamo fuori Autostrade Spa dalla ricostruzione. Dichiarazioni di grande effetto, che però subito dopo hanno dovuto fare i conti con una realtà ostile e con la fattibilità delle scelte. Il groviglio delle normative e le difficoltà definite tecniche. Gli effetti si sono visti con la manifestazione delle famiglie coinvolte dal crollo di Genova contro il governo. E’ stato un segnale e quindi su questo si sono fiondati i commentatori di regime.

La storia si ripeterà non appena il DEF sarà presentato con le sue proposte concrete e da qui nascerà la guerriglia antigovernativa a cui si aggiungeranno le iniziative della sinistra alternativa in modo che il coro sia completo. Speriamo che stavolta non facciano intervenire di nuovo l’ONU.

A questo punto bisognerà vedere come i contrattisti del governo se la caveranno e soprattutto se non cadranno nelle mille trappole tese da Bruxelles, dalla borsa e da quelle istituzioni ‘imparziali’ di cui ha parlato Mattarella.

Non essendo noi, contrariamente alle accuse che ci vengono fatte, sostenitori di questo governo, anche se ne riconosciamo il ruolo oggettivo che riveste nei confronti dell’UE e nei provvedimenti sociali che intende adottare, non abbiamo una responsabilità politica diretta sugli avvenimenti futuri. Non lo diciamo per mettere le mani avanti e infatti, come abbiamo finora dimostrato, non ci siamo chiamati fuori della mischia, ma per non confondere i ruoli e l’autonomia di giudizio. Il fatto è che conosciamo abbastanza bene la natura delle forze di governo, che non possono, com’è ovvio, coincidere con le nostre posizioni, ma soprattutto siamo consapevoli dei rischi che stiamo correndo oggettivamente. Un cedimento dell’attuale equilibrio di governo, difatti, ci porrebbe fuori dallo scenario che vede la crisi degli europeisti e dei liberisti e rilancerebbe il ruolo di Bruxelles. E non solo. Nello scontro in atto dobbiamo mettere in conto anche che una crisi di governo porrebbe la Lega in condizione di fare scelte diverse e al momento opportuno la casta, come la storia insegna, potrebbe ritenere utile cambiare posizione.

Dunque? La nostra posizione è sul filo del rasoio e per rafforzarla e renderla più sicura dobbiamo vincere la battaglia a sinistra contro chi è entrato nell’orbita ‘antifascista’ del PD. Abbiamo bisogno di una forza politica che sappia fare un’analisi concreta e ci permetta di attrezzarci per i prossimi passaggi che saranno abbastanza difficili.

Aginform
11 ottobre 2018

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