“La funzione della polemica a sinistra”

“Ci siamo impegnati molto nei mesi scorsi nella polemica sulle questioni che sono sorte dopo le elezioni parlamentari dell’anno scorso, non certo per l’illusione che da questa sinistra potesse nascere qualcosa di positivo, anzi abbiamo dovuto constatare che il suo ruolo è diventato sempre più pesante e negativo”.

 

La funzione della polemica a sinistra

Ci siamo impegnati molto nei mesi scorsi nella polemica sulle questioni che sono sorte dopo le elezioni parlamentari dell’anno scorso, non certo per l’illusione che da questa sinistra potesse nascere qualcosa di positivo, anzi abbiamo dovuto constatare che il suo ruolo è diventato sempre più pesante e negativo. Ma allora a che cosa serve insistere?

Siccome l’obiettivo non è quello di arrivare in breve tempo al rovesciamento delle posizioni di quelli che fino ad oggi si sono sentiti protagonisti di un ruolo di avanguardia e sono finiti invece alla coda del PD sulle questioni interne e, a livello internazionale, immersi fino al collo nelle campagne sorosiane e della sinistra imperiale, ci si può chiedere a cosa serva ancora la polemica.

A noi sembra però che questa polemica, nel tempo, una funzione ce l’abbia. Possiamo infatti riandare ai precedenti degli anni ’90, al periodo della caduta del muro di Berlino e subito dopo l’inizio delle guerre americane e NATO contro l’Iraq, la Jugoslavia e l’Afghanistan quando, per paura di essere tacciata di terrorismo, la sinistra buonista andava avanti coi né…nè, senza porsi il problema di chi fossero gli aggressori e chi gli aggrediti. Era la logica ‘occidentale’ che a suo tempo aveva spacciato il colonialismo come missione di civiltà: gli aggrediti sono sempre barbari, a meno che non siano disponibili a integrarsi e diventare moderni schiavi.

Oggi come allora c’è la necessità della massima chiarezza su chi sono i nemici principali da combattere. E anche adesso è la situazione oggettiva e sono gli orientamenti che si vogliono imporre che spingono in avanti la discussione. Il rischio infatti è che di fronte alla destra salviniana che scalpita e alle indecisioni dei Cinque Stelle si perda la visione di quali sono i nemici principali che spesso cercano di nascondersi dietro una labile verniciatura ‘antifascista’ e buonista. I nemici principali sono in primo luogo il PD – e lo si è visto con le prime mosse di Zingaretti sul TAV, come sulla politica estera, dal Venezuela alle sanzioni alla Russia, al rapporto con la centrale imperialista di Bruxelles e con la dislocazione militare della NATO. Lo si vede in questi giorni con l’allineamento totale di PD e LeU sugli allarmi per il ‘pericolo giallo’ rappresentato dalla possibile intensificazione dei rapporti economici con Pechino. A seguire viene il rinnovamento della CGIL con la nomina di Landini a segretario generale che non solo con la ‘grande’ manifestazione del 9 febbraio assieme a CISL UIL ha ritrovato la via di Damasco antigovernativa, ma esprime l’intenzione di dar vita insieme alla Confindustria a un nuovo modello corporativo. Tra i nemici principali ci sono poi sempre i sorosiani e la sinistra imperialista che da mesi, con armi di distrazione di massa come quelle dei diritti civili piegati ad esigenze di propaganda elettorale, con lo scambiare i curdi per una trincea antimperialista (a stelle e strisce) e con altre manovre di questo tipo danno l’impressione di un ampio spettro di posizioni contro il governo Cinquestelle – Lega. Sul governo e il suo orizzonte futuro, con la Lega che sulle questioni internazionali non si differenzia da PD e Forza Italia, c’è da approfondire l’analisi, ma la necessità di indicare con chiarezza i nemici principali rimane ancora più forte che mai.

Aginform
14 marzo 2019

 

Chiamate alle armi

Come la nostra “opposizione” parlamentare (PD e Forza Italia), ma anche buona parte della Lega, anche il Parlamento Europeo è sensibile alla chiamata alle armi che viene da Washington, sulla Russia come sulla Cina, e propone (con 402 voti contro 163) di inasprire ulteriormente le sanzioni contro la Russia e bloccare la costruzione del gasdotto North Stream 2.
[da www.controinformazione.info]

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *