Feriti per caccia, morti per armi legalmente detenute, F-35 in bella mostra

La caccia continua a ferire, non solo nel mondo animale. Il 14 ottobre, scambiandolo per un fagiano nascosto tra i cespugli, un uomo di 66 anni ha colpito alla testa il nipote con un colpo del suo fucile da caccia. Il ferito è stato trasportato in ospedale in codice rosso, ma non rischierebbe la vita.

 

Feriti per caccia, morti per armi legalmente detenute, F-35 in bella mostra e minacce di guerra tra Russia e Usa: cosa è accaduto negli ultimi 15 giorni

La caccia continua a ferire, non solo nel mondo animale. Il 14 ottobre, scambiandolo per un fagiano nascosto tra i cespugli, un uomo di 66 anni ha colpito alla testa il nipote con un colpo del suo fucile da caccia. Il ferito è stato trasportato in ospedale in codice rosso, ma non rischierebbe la vita. Lo zio è stato denunciato per lesioni colpose. Il 30 ottobre invece, un bambino di nove anni è stato colpito da almeno venti pallini, sparati da un fucile da caccia, che lo hanno raggiunto alla testa, al collo, al viso, a una spalla e a una mano. Il bambino si trovava all’interno del capanno di caccia del padre, insieme a questo e altri amici cacciatori. Uno di questi avrebbe sparato un colpo di fucile a un animale ma il proiettile avrebbe impattato contro un muretto esplodendo all’interno del capanno. Il bambino è fuori pericolo, e il padre non ha intenzione di sporgere denuncia, in quanto ritiene il fatto un incidente.

Il 16 ottobre Ansa scrive che, da un anno a questa parte, sono state sequestrate più di 100 armi, tra coltelli, tirapugni e anche pistole, dal personale di sicurezza in servizio all’ingresso del tribunale di Taranto. Sotto lo scanner di sicurezza sono passate 280mila borse e circa 2000 oggetti sono stati trattenuti all’ingresso tra cui anche quelli più insoliti, come un martelletto per i riflessi utilizzato dai neurologi.

Con l’approvazione da parte del Senato della legge sulla legittima difesa, riteniamo che alcune delle seguenti notizie siano ancora più importanti: il 16 ottobre, il Corriere della sera riporta che una lite protrattasi per più ore si è conclusa con l’omicidio di Fulvio Piavani, 42enne. L’omicida, Roberto Michelini, 76enne, compagno della madre della vittima, avrebbe sparato un colpo alla schiena dell’uomo con una pistola Beretta 96 Stock, che l’uomo deteneva regolarmente (in casa anche un fucile Winchester) e che custodiva nel cassetto del comodino. Roberto Michelini è ora rinchiuso nel carcere di Mantova, accusato di omicidio volontario.

Il 21 ottobre, un uomo di 66 anni, Salvatore Andronico, e suo figlio Simone di 31 sono stati uccisi a colpi di pistola da un vicino di casa. L’autore del duplice omicidio, 53 anni, è stato arrestato dai carabinieri. Disoccupato da tempo e descritto come un uomo solitario, ha ucciso i due con una Beretta regolarmente detenuta. Sembra che alla base del gesto ci fosse attriti dovuti a lavori di ristrutturazione e relativi rumori prodotti dai due in una loro casa colonica.

Abbiamo poi l’ennesimo caso di omicidio a Piscopio, frazione di Vibo Valentia dove il 21 ottobre un ragazzo sedicenne ha aperto il fuoco contro suo padre di 42 anni, uccidendolo. Nonostante i carabinieri non escludano alcuna ipotesi, sembrerebbe che il movente del gesto sia riconducibile a maltrattamenti che il padre avrebbe perpetrato nei confronti del figlio e della madre.

Un uomo napoletano di 37 anni ha modificato una pistola a salve, in modo da trasformarla in un’arma offensiva. Questa pratica non solo è pericolosa per coloro a cui viene puntata la pistola contro, ma anche per chi la impugna, in quanto la modifica può comportare l’esplosione dell’arma stessa. L’uomo è ora ai domiciliari.

Si scaldano anche le relazioni tra Russia e Stati Uniti, a seguito della decisione di Donald Trump di ritirarsi dal trattato sulle armi nucleari. Quasi alla fine della Guerra Fredda, venne firmato il trattato sulle forze nucleari intermedie da Reagan e Gorbaciov: questo ha consentito di ridurre notevolmente il numero di missili dispiegati in Europa, in quanto impediva ad entrambe le nazioni di detenere un certo tipo di missili nucleari.  Trump ha però deciso di ritirarsi dal trattato, in quanto “La Russia ha violato l’accordo e lo viola da molti anni”. Il Ministro degli Esteri russo ha dichiarato riguardo la questione: “L’unica regione per cui lo fanno è che vogliono un mondo unipolare. Sarà così? No”. Ha poi aggiunto che “il ritiro di Washington dal trattato sul disarmo nucleare è un passo molto pericoloso”.

Il consigliere del Cremlino Suslov ha dichiarato che un eventuale dispiegamento di missili in Europa, ad esempio in Polonia, verrebbe considerato da Mosca come casus belli, un atto di guerra.ha inoltre dichiarato come le ragioni di Trump risiedano anche nel contenimento della Cina, e non solo sul non rispetto dell’accordo da parte della Russia: non essendo contraente del trattato, Pechino può sviluppare e installare ordigni a medio raggio nel Pacifico, godendo di un vantaggio strategico rispetto agli accordi. Ritirandosi dall’accordo, Washington non avrebbe più le mani legate.

Successivamente, forse anche spinto dall’avvicinarsi delle elezioni di Mid-term, il presidente americano ha affermato l’intenzione di rafforzare il proprio arsenale nucleare in aperta sfida con Russia e Cina. La Russia ha avvertito che risponderà di conseguenza mentre John Bolton, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, continua a dialogare con Mosca per cercare di mantenere i rapporti con Putin dopo le dichiarazioni di Trump.

Sempre per rimanere oltreoceano, nella notte tra il 29 e il 30 ottobre, nel locale Sevilla Nightclub di Riverside, California, sono partiti alcuni colpi di pistola. Cinque persone sono rimaste ferite, ma soltanto una di queste è a rischio. La polizia non è ancora riuscita a identificare i responsabili. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbero stati almeno in due a fare fuoco, probabilmente un regolamento di conti fra gang.

Il 30 ottobre invece, alla Butler High School in North Carolina è stato arrestato dalla polizia uno studente che, a seguito di una lite, ha sparato ad un altro suo coetaneo. Il ragazzo è morto in seguito alle ferite.

Lo spot fortemente voluto dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta per il 4 novembre (Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate), ci mostra il volto guerriero dei soldati italiani: vengono persino messi in evidenza i supercaccia F-35, fortemente osteggiati dai cinque stelle. La prima versione, censurata poi da Palazzo Chigi, conteneva immagini ancora più crude, con un primo piano di soldati insanguinati e lunghe sparatorie (il video qui sotto).

IL VIDEO

In realtà, il video era già stato confezionato dalla ex Ministra della Difesa, Roberta Pinotti ma, approssimandosi la campagna elettorale, il PD fu unanime nel ritenerlo “non opportuno”. Elisabetta Trenta invece ha insistito perché venisse trasmesso, sfidando il Movimento che l’ha designata.

https://www.youtube.com/watch?v=AjV1jAGq5qk
 

4 novembre 2018

addioallearmi

 

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