C’è qualcuno tra i 5 Stelle che ricorda le origini: Doriana Sarli sulla legittima difesa

Una speranza, piccola, ma che almeno c’è. Sulla legittima difesa qualche parlamentare del Movimento 5 Stelle ha ricordato le origini e, in vista dell’approdo del testo alla Camera, è tornato a parlare della preoccupazione di armare gli italiani.

 

C’è qualcuno tra i 5 Stelle che ricorda le origini: l’appello di Doriana Sarli sulla legittima difesa

Una speranza, piccola, ma che almeno c’è. Sulla legittima difesa qualche parlamentare del Movimento 5 Stelle ha ricordato le origini e, in vista dell’approdo del testo alla Camera, è tornato a parlare della preoccupazione di armare gli italiani. In particolare la deputata del M5S, Doriana Sarli, ha spiegato, in un’intervista al Corriere della Sera, che vuole un confronto serio sulla legittima difesa con lo scopo di scongiurare la riforma tanto cara a Matteo Salvini. Perché non è un mistero che il ministro dell’Interno punti ad aumentare il numero di  pistole nelle case degli italiani, seguendo il modello svizzero. La posizione di Sarli, dunque, è perfettamente in linea con quanto sosteneva Luigi Di Maio nella scorsa legislatura (lo testimonia il post su Facebook qui sotto), andando a braccetto con Alessandro Di Battista: le pistole in casa sono un pericolo, non uno strumento di sicurezza. Perciò la definizione di “ribelle” affibbiata alla Sarli sembra poco precisa: la sua idea è più che altro coerente, mentre i vertici stellati si sono salvinizzati. Tradendo le idee delle origini.

«Spero che si possa discutere. La paura è solo percepita, i dati non giustificano un cambio della legge. Le persone condannate per eccesso di legittima difesa sono pochissime: l’eccesso va mantenuto, altrimenti si legittima l’assassinio. Più ti armi e più succedono tragedie. Ho paura della deriva culturale, rischia di portarci in un Paese in cui saremo tutti armati», ha detto Sarli nell’intervista rilasciata al Corriere. Parole importanti, preziose e condivisibili, che rappresentano soprattutto un importante passo in avanti rispetto a quanto accaduto al Senato: a Palazzo Madama l’approvazione del testo è arrivata a tempo di record. E tra i senatori del Movimento non c’è stato nessun accenno di dissidenza, tutti hanno votato la proposta della Lega senza battere ciglio. Ma c’è ancora tempo per rimediare: alla Camera basta conservare la coerenza. Senza tradire gli elettori.

5 dicembre 2018
Stefano Iannaccone

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