“Le comunità che trasformano l’economia”

Un grande arazzo che ha intrecciato molte ricerche sui territori (e l’elaborazione che ne consegue) con la testimonianza di centinaia di esperienze del fare che ambiscono a tessere il disegno inedito di una società e di un’economia capaci di trasformare l’ordine delle cose esistente.

 

 

LA VENDETTA
La Zad è stata inizialmente creata come protesta contro la costruzione di un nuovo aeroporto per la città di Nantes. Negli anni è evoluta nel più vasto laboratorio europeo sulla condivisione, dove sperimentare modi alternativi di vivere insieme: autogestire un forno comunitario, gestire una stazione radio e una biblioteca, piantare orti di erbe medicinali, mettere su un studio di registrazione rap e una birreria artigianale ma anche un sistema comunitario di giustizia…, la Zad è divenuta una nuova comune del ventunesimo secolo. “Caotica e disorientante questa utopia meravigliosamente imperfetta di resistenza contro un aeroporto e il suo mondo è stata sostenuta da un movimento popolare radicalmente vario, unendo decine di migliaia di anarchici e coltivatori, sindacalisti e naturalisti, ambientalisti e student i, locali e rivoluzionari di ogni genere – racconta John Jordan – Il maggior crimine che abbiamo commesso nella Zad? Costruire i beni comuni, condividere mondi, abbandonare la patologia dell’individualismo…”. Ecco perché contro la Zad in aprile è cominciata la maggior operazione di polizia della Francia dal Maggio 1968. Ecco perché è una storia che dobbiamo conoscere
JOHN JORDAN

CREARE BENI COMUNI E MONDI NUOVI S. FEDERICI E G. CAFFENTZIS

METTIAMO IN COMUNE JOHN HOLLOWAY

LE COMUNITÀ CHE TRASFORMANO L’ECONOMIA
Un grande arazzo che ha intrecciato molte ricerche sui territori (e l’elaborazione che ne consegue) con la testimonianza di centinaia di esperienze del fare che ambiscono a tessere il disegno inedito di una società e di un’economia capaci di trasformare l’ordine delle cose esistente. A guardarli appesi uno accanto all’altro, tutti quei giganteschi cartelloni ricamati a pennarello, risultato di molte ore di confronto aperto, fecondo e fitto, restituivano l’idea di una trama possibile, il frutto di un lavoro certosino e finalmente scavato in profondità. Sono state tutto questo, e molto altro ancora, le due giornate di Storie del possibile promosse all’Ex Lavanderia del Santa Maria della Pietà, a Roma, dalla redazione, “allargata” a dismisura, di Comune-info. L’esatto contrario di un freddo laboratorio intento a specchiarsi nei suoi rivoli o a costruire solenni quanto fragili alleanze ancorate al solito documento conclusivo d’intenti. Una comunità temporanea, ma potenzialmente capace di disseminarsi in molte altre, che ha mostrato in modo dinamico e conviviale il suo potere di scegliere e agire senza la necessità di definirsi e di creare gerarchie o rappresentanze. Una comunità che si fa giorno dopo giorno, si autogoverna ma non si definisce delimitando, per esclusione, i confini di un gruppo o di uno spazio. È stato solo un piacevole week end di primavera, ci mancherebbe, i cambiamenti sistemici cui si aspira si costruiscono con pazienza artigiana nel vivere quotidiano, ma ci è sembrato che di quel piccolo grande arazzo ci fosse un gran bisogno
MONICA DI SISTO E RICCARDO TROISI

BENVENUTI IN SALENTO, TERRA RIBELLE
Quelli che sono in alto un giorno hanno annunciato lo sviluppo, hanno preso una mappa e hanno cominciato a disegnare giganteschi gasdotti e uliveti da estirpare con quintali di pesticidi. Naturalmente per spremere denaro. Sotto i loro grigi scarabocchi c’era scritto Salento. Quelli di sopra da queste parti si chiamano Tap, Bayer ma anche Ilva, Governo e Regione. Nessuno però aveva spiegato ai piani alti che in basso quei disegni sono stati cancellati: in tanti e tante, come dimostrano ad esempio le Mamme No Tap, hanno cominciato a lottare, hanno scelto di difendere ogni giorno in molti modi la salute di chi vive in questo angolo di mondo, l’ambiente naturale, il meraviglioso paesaggio. Per dirla con gli zapatisti hanno deciso di andare avanti nella realizzazione delle chiavi per sanare il mondo
MAMME NO TAP

LA PALESTINA DEI RIFUGIATI IN LIBANO
Ma insomma com’è possibile che a settant’anni da quell’esodo, i nipoti e i pronipoti dei 700 mila palestinesi scacciati nel 1948 aspirino ancora con tanta ostinazione a tornarvi? Ma siamo sicuri che sia così? Con tutto il sangue versato e quello che scorre ancora a fiumi, non sarà giunto il momento di guardare al futuro senza voltarsi indietro e mettere finalmente su quella Nakba, come la chiamano loro, una bella pietra sopra? “Se chiedi a un bambino dell’asilo da dove viene – racconta Jamila, nata e cresciuta tra i profughi – lui ti risponderà che è palestinese, non libanese, e ti dirà anche il nome del villaggio d’origine della sua famiglia. Noi viviamo qui con i nostri corpi, ma le nostre menti sono ancora nella nostra terra”. Il giorno della catastrofe dei palestinesi raccontato dal campo libanese dei rifugiati di Chatila. Il bel reportage di Giovanni D’Ambrosio, con le immagini di Raffaello Rossini, aiuta davvero a comprendere, guardandone le radici, perché l’occupazione coloniale israeliana non è riuscita a cancellare la speranza che vive nel cuore di tante persone senza passaporto
GIOVANNI D’AMBROSIO
 

SANGUE E RESISTENZA. IL GIORNO DELLA NAKBA PATRIZIA CECCONI

ALLA GENTE DI GAZA CHE MARCIA PER IL RITORNO AA.VV.

NON CE NE ANDIAMO
C’è una Casa nel cuore di Roma che è un luogo di incontro e di formazione, uno spazio di accoglienza e di scambio di saperi. Una biblioteca, un insieme di associazioni, un luogo che propone servizi alle donne (per soddisfare bisogni psicologici, sociali, legali, lavorativi…). E ancora un bistrot, un giardino, un ostello. Un punto di riferimento internazionale e locale (attraversato ogni anno da 30 mila persone di ogni età e origine), uno spazio autogestito libero da ideologie soffocanti e di dominio. “Il mondo attraversa la casa, la casa crea il nuovo mondo”, ha scritto Giulia Giordano a proposito della Casa internazionale delle donne. Il consiglio comunale di Roma (il comune naturalmente in questi anni non ha mai sostenuto le iniziative di quella Casa) giovedì ha deciso con una mozione di togliere alla Casa delle Donne la sede del Buon Pastore, non si sa per farne cosa, cancellando un’esperienza importantissima per le donne e la città, una realtà viva della cultura, del femminismo e dei movimenti. “Noi certo dal Buon Pastore non ce ne andiamo e continuiamo il nostro impegno con le donne e per la città….”. Chiaro, no?
CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE

ROMA ACCENDE LE RUSPE
Quali sono i criteri con cui Prefettura e Comune di Roma intendono procedere allo sgombero delle occupazioni abitative? Lo definisce bene il Protocollo Operativo, approvato in una delle ultime sedute del Comitato Metropolitano per l’Ordine e la Sicurezza. Una cosa è certa: mentre a livello nazionale, con il contratto di governo “giallo-verde”, si dichiara guerra aperta a qualsiasi forma di occupazione, nella Capitale si inaugura una nuova stagione di sgomberi
ALTEREGO – FABBRICA DEI DIRITTI

LA SCUOLA COME LA VITA
“La settimana scorsa sono andata in gita due giorni con i miei piccoli. Venti bambini di sei anni. Una notte fuori… È davvero bello guardare i bambini all’aria aperta – scrive Penny, maestra -, scopri cose di loro che mai avresti immaginato e pure loro scoprono cose di te e di loro stessi. Abbiamo scoperto che le cipolle nascono sottoterra e non sugli alberi, che ci sono maiali enormi, che piantare una futura melanzana non è poi così difficile. Abbiamo scoperto che i musulmani non possono toccare i cani, per via della religione, e lì, ce n’erano due a cui ci siamo affezionati e che si sono fatti fare di tutto. Abbiamo scoperto che esiste la malinconia della mamma, ma che si supera, che di notte se facciamo la pipì addosso fa lo stesso. C’è posto per tutt i… Abbiamo scoperto che in mutande non ci si prende in giro, che ci sono compagni verso cui dobbiamo avere più attenzioni, che i genitori si fidano di noi, che è bello dormire in tre amici in un letto, che si può imparare facendo, che passeggiare insieme è meraviglioso. Che è bello prestarsi le cose, persino il dentifricio…”
PENNY

UNA SILENZIOSA RESISTENZA
Prendere di petto l’analfabetismo non è un fatto semplice. La letto-scrittura con i migranti adulti è una disciplina nuova alla quale solo negli ultimi anni si è iniziato a dare la giusta attenzione. Al momento si sperimenta e si naviga a vista, spiega Sara, mediatrice culturale e insegnante di italiano per stranieri. Di sicuro, sono percorsi nei quali ci sono in ballo l’autonomia delle persone, la loro storia, la loro dignità. Percorsi per i quali ci vuole il tempo giusto, durante i quali occorre allontanare ogni giorno il fantasma dello scoramento. Forse si tratta di ripensare il rapporto tradizionale tra studente e docente: chi insegna, ad esempio, ha bisogno di imparare ad ascoltare richieste che non sempre si esprimono con il linguaggio verbale e a ri conoscere silenziose resistenze. Forse si tratta di accettare insieme una sfida, in cui occorre per forza andare un po’ più in là, osare
SARA FORCELLA
 

ABBIAMO MESSO SU IL MUSEO DI COMUNITÀ
Il Museo della Comunità, raccontano dalla cooperativa sociale Il Pungiglione, è nato a Fonte nuova da un esperimento che ha coinvolto trecento persone: hanno raccolto passeggiando per la città, piccole tracce-oggetti che potessero essere simboli dei concetti di bellezza, paura, innamoramento, precarietà… Al Pungiglione ne sono convinti: ci sono molti modi per ricomporre relazioni sociali nei territori, riconoscere diritti, creare comunità inclusive a cominciare dalle persone con disabilità
R.C.

AL POSTO DI STEFANO POTEVO STARCI IO
“È successo un casino, i ragazzi hanno massacrato di botte un arrestato. Me lo disse una mattina dell’ottobre del 2009, senza fare il nome degli autori, un preoccupatissimo maresciallo Roberto Mandolini, portandosi la mano sulla fronte e precipitandosi a parlare con il comandante Enrico Mastronardi della stazione di Tor Vergata”. È cominciato così davanti alla prima corte d’assise di Roma il racconto di Riccardo Casamassima, il carabiniere che con le sue dichiarazioni ha consentito alla Procura di approfondire l’indagine sulla morte di Stefano Cucchi. “Tanti anni fa, vidi Roberto Mandolini, nel primo processo per la morte di Stefano – ha detto Ilaria Cucchi – Raccontò che la sera dell’arresto di Stefano era stata piacevole e mio fratello era stato simpatico…”
ASCANIO CELESTINI

COSA POSSIAMO FARE SULLE MORTI DI LAVORO
Non ci si può abituare né rassegnare, ma il rischio che all’indignazione per ogni nuova morte di lavoro si risponda ancora e solo con la retorica è molto alto. Dobbiamo dircelo: non ci sono risposte che possano interrompere questo mostruoso stillicidio da un giorno all’altro. Possiamo però esigere che vengano prese subito delle misure che vadano anche oltre le necessarie richieste di aumento dei controlli e delle sanzioni. Si tratta di tre interventi di natura economica ben precisi, con effetti immediati in materia di prevenzione e miglioramento della salute e sicurezza sul lavoro
GIANNI ALIOTI

AMAZON ADDIO
“Il mio risparmio viene pagato da qualcun altro… Aderisco ad Amazon Addio” (Marco Brianza); “La prima cosa da fare è….. fare qualcosa, iniziamo trasformando qualcosa di insostenibile che facciamo in qualcosa di sostenibile…. e poi continuiamo a farlo” (Guida La Rovere)
ADERISCI

QUEL LAGO CHE CONTINUA A INCENDIARSI DA SOLO
Molto prima che iniziasse la sua lenta e dolorosa morte, il lago Bellandur, in India, faceva parte di un ingegnoso sistema di irrigazione ideato nel 1600 dai fondatori di Bangalore soprannominata la “città dei laghi”. Attualmente però la città è una metropoli in crescita e lo sviluppo presenta i suoi costi in modo incredibile quanto brutale…
GREENME

ABITARE COLLABORATIVO, CONDIVIDERE RELAZIONI
Visite guidate, pic-nic collettivi, cantieri partecipativi, conferenze… : Rete Italiana villaggi ecologici e Rete italiana cohousing promuovono le Porte aperte dell’abitare collaborativo. Un’occasione conviviale per imparare a pensare l’“abitare collaborativo” non solo la coabitazione ma come una condivisione di relazioni, decisioni, spazi, risorse, tempo libero… Condividere per cambiare il mondo, vi sembra poco?
DAYSI LOCATELLI

LA CAMPAGNA PER SOSTENERE COMUNE:
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI

 

ALCUNI APPUNTAMENTI CONSIGLIATI:

NAPOLI 18 MAG IL GRIDAS NON SI TOCCA

MONDEGGI-FI 19 MAG IL MOSTO DI FIRENZE

BARI 19 MAG FEMMINISMI E MUTALISMO A BREAD&ROSES

TREVISO 19/20 MAG FIERA 4 PASSI

ROMA 19/20 MAG DELIRIO BIZZARRO – TEATRO QUARTICCIOLO

MILANO 26 MAG MA SEI FUORI?! CONVEGNO DI GAIA EDUCAZIONE DIFFUSA

RIACE-RC 25/27 MAG, INCONTRO DELLA RETE DEI COMUNI SOLIDALI

 

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