Dati Dossier Rifiuti a Roma criticati dal Campidoglio

Legambiente Lazio ha pubblicato lo scorso 8 giugno il dossier “Rifiuti a Roma 2018” riprendendo dati chiari e puntuali di Ama sulla gestione complessiva del ciclo. Lo studio, apprezzato da più parti per l’ampiezza dell’analisi, è stato commentato negativamente da esponenti della maggioranza che su vari canali.

 

Dossier Rifiuti a Roma, Legambiente su reazioni da parte del Campidoglio ai dati presentati

Legambiente Lazio ha pubblicato lo scorso 8 giugno il dossier “Rifiuti a Roma 2018” riprendendo dati chiari e puntuali di Ama sulla gestione complessiva del ciclo. Lo studio, apprezzato da più parti per l’ampiezza dell’analisi, è stato commentato negativamente da esponenti della maggioranza che su vari canali, con estrema ed errata semplificazione vogliono far intendere che le responsabilità sulle criticità del ciclo ricadrebbero su altri livelli amministrativi e in particolare sul mancato aggiornamento del Piano Regionale Rifiuti.

“Abbiamo raccontato i rifiuti di Roma, una situazione fin troppo evidente che vogliamo veder migliorare – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio –, perché ciò avvenga serve che ognuno agisca secondo la propria responsabilità, a partire dal Comune di Roma. Invece di parlare di attacchi politici si dovrebbe far in modo che le strade tornino pulite e i cassonetti svuotati; poi i cassonetti vanno tolti passando al porta a porta, unico sistema in grado di garantire aumenti reali di differenziata tali da potersi dotare di impianti di rigenerazione dei materiali e non di ciminiere dove brucia indifferenziato, tutto questo solo il governo della capitale può farlo”. Nel dossier Legambiente analizzava proprio la lentissima crescita della percentuale di differenziata romana, arrivata appena al 44,3% nel 2017 con un avanzamento di un solo punto percentuale annuo, così come la diffusione del porta a porta ferma al 33% delle utenze nel 2017 al 33%, stessa percentuale 2016 secondo dati Ama.

“Per anni abbiamo chiesto il nuovo piano rifiuti alla regione, in grado di governare il ciclo dal punto di vista della presenza di impianti; ora va fatto con la collaborazione di tutti, incluse Provincie e Città Metropolitana di Roma che devono ancora trasmettere numeri e pareri indispensabili, senza i quali il piano non può essere costruito. Intanto l’impiantistica può essere programmata eccome, a dimostrarlo ci sono decine di proposte che seguono già i normali iter di legge, non ultime le due proposte proprio di Ama, per costruire impianti di compostaggio a Cesano e Casal Selce. Al Campidoglio chiediamo anche di strutturare i centri di riuso e adottare la Tariffa Puntuale sui quali non ci sono notizie, e se è apprezzabile la sperimentazione del porta a porta a micro-chip, è un nonnulla se applicato al solo quartiere ebraico con poche decine di utenze, e alle altre poche utenze di quartieri come l’Axa che vi passerebbero entro fine anno, non certo interi municipi come alcuni hanno annunciato. Un punto in più di percentuale nella differenziata è niente rispetto a quanto servirebbe per raggiungere il 70% che la stessa amministrazione ha prefissato entro il 2021, e con i numeri attuali si continua a mandare in discariche e termovalorizzatori di altri territori, un milione di tonnellate di indifferenziato l’anno: non basta dirsi contro le discariche e l’incenerimento, bisogna anche evitarlo, a Roma e altrove, con buone pratiche da mettere in campo determinatamente, e in grado di trasformare velocemente i rifiuti in risorsa. Noi continueremo ad analizzare i dati e spingere su strade percorribili, come sempre senza sconti a nessuna parte politica e premiando il raggiungimento di risultati”.

Ufficio Stampa Legambiente Lazio

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