Il primo chiosco balneare Plastic Free della costa romana

Si utilizzano per pochi minuti, ma se smaltiti non correttamente inquinano l’ambiente per decine o centinaia di anni: sono bicchieri, stoviglie, posate e bottiglie. Ma qual è l’impatto di questi prodotti usa e getta sull’ambiente?

 

COMUNICATO STAMPA – 6/7/2018

#Usaegettanograzie

Dal Mediterranea di Capocotta, primo chiosco balneare Plastic Free della costa romana, parte la nuova campagna di contrasto all’inquinamento da plastica

L’80% dei rifiuti censiti dai volontari dell’associazione sulle spiagge italiane è plastica, a Ostia arriva il “trash mob” con usa e getta giganti tra i bagnanti


Si utilizzano per pochi minuti, ma se smaltiti non correttamente inquinano l’ambiente per decine o centinaia di anni: sono bicchieri, stoviglie, posate e bottiglie. Ma qual è l’impatto di questi prodotti usa e getta sull’ambiente? Soltanto con le bottiglie di plastica che consumiamo ogni anno in Europa (46 miliardi secondo i dati di “Seas at risk”) si potrebbero riempire 28mila piscine olimpioniche. Un problema che ci riguarda da vicino, visto il record tutto italiano di consumo di acqua inbottiglia: in Italia si utilizzano ogni anno 8 miliardi di bottiglie di plastica, il 17% di quelle consumate in tutta Europa. Contenitori che se non smaltiti correttamente, possono perdurare nell’ambiente almeno 450 anni e senza scomparire mai del tutto. Anzi, il rischio è che si frammentino in miliardi di microplastiche che possono facilmente raggiungere il mare e altrettanto agevolmente contaminare la catena alimentare. In media si consumano anche 230 stoviglie di plastica (tra piatti, bicchieri, posate) per abitante l’anno. Nel 2016 l’industria italiana del monouso in plastica ha prodotto circa 18 miliardi di pezzi di cui l’80% destinato al mercato nazionale. A questi numeri, sempre secondo i dati del rapporto di “Seas at risk”, vanno aggiunti anche il “consumo” di circa 16 miliardi di bicchieri per caffè all’anno in Europa; 2miliardi e mezzo di imballaggi “take away” e 36 miliardi di cannucce, percitare altri oggetti potenzialmente inquinanti.

Oggi l’iniziativa di Legambiente si svolge alla spiaggia di Capocotta dove i gestori del Chiosco Mediterranea, sede storica del circolo Legambiente Litorale Romano, annunciano per l’occasione l’abolizione completa della plastica monouso nella distribuzione alimentare, completamente sostituita da prodotti alternativi e in bioplastiche.

“Dopo aver lanciato la buona pratica del recupero di plastica da parte dei pescatori del Lazio, oggi raccontiamo la liberazione dalla plastica da parte del chiosco Mediterranea, sede del circolo di Legambiente e luogo di centinaia di attività della nostra associazione – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. Vogliamo che questa iniziativa si diffonda a tutto il resto della costa e spingeremo perché diventi una realtà diffusa in modo virale tra gli operatori balneari del litorale del Lazio”.
“Oggi compiamo l’ultimo passo dopo aver avviato questa liberazione dalla plastica da tempo, sostituita da prodotti biodegradabili ed ecosostenibili – racconta Claudio Presutti del chiosco Mediterranea – per ultimo sono sparite le cannucce che d’ora in poi verranno distribuite solo in materiale biodegradabile”.

Nasce oggi “Usa e getta? No, grazie”, la nuova campagna di informazione e sensibilizzazione lanciata da Legambiente per la prevenzione e la messa al bando di alcuni prodotti usa e getta, per stimolare il cambiamento spontaneodi abitudini dei cittadini e un intervento più deciso dei governi arginare unproblema di portata globale come ilmarine litter. Parliamo, infatti, di oggetti pensati, creati e messiin distribuzione per essere utilizzati soltanto una volta per poi finire nellaspazzatura. O, come succede sempre più spesso, sulle nostre spiagge o nei maria causa di sistemi di depurazione non funzionanti, di cattiva gestione a montedei rifiuti da parte dei comuni e peggio ancora per l’abbandono consapevole. Solo dall’inizio dell’anno a oggi, ivolontari di Legambiente hanno pulito almeno 500 spiagge italiane rimuovendocirca 180mila tra tappi e bottiglie, 96mila cotton fioc e circa 52mila trapiatti, bicchieri, posate e cannucce diplastica.

Per lanciare la campagna “Usa e getta? No, grazie” Legambiente ha promosso un “trash mob” sulla spiaggia del Mediterranea di Ostia, un’esperienza di chiosco “plastic free” nella spiaggia di Capocotta, in occasione del passaggio della GolettaVerde, la storica imbarcazione ambientalista che naviga ogni estate per combattere i “nemici delmare”. Tra lo stupore dei bagnanti sono comparsi in spiaggia un enorme piatto, posate, una bottiglia e una mega cannuccia. L’intera campagna punta, infatti, a far rifletteresul concetto di esagerato.

«Usiamo l’usa e getta per pochiminuti ma le sue microplastiche possono inquinare per sempre – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente -. Nessuno utilizzerebbe oggetti “esagerati” rispetto alla funzione di cui ha bisogno: il David di Michelangelo come “nano da giardino”, un’autobotte per innaffiare i fiori o un elefante come cucciolotto da compagnia (i tre oggetti scelti per la campagna creativa dell’associazione, ndr). Eppure è proprio quello che accade con piatti, posate, bottiglie monouso. Prodotti usati pochissimo ma che hanno un elevatissimo costo per l’ambiente, una sproporzione difficilmente percepibile nella vita di tutti i giorni». I numeri deirifiuti usa e getta censiti da Legambiente sulle spiagge italiane rendono benela gravità del problema. Su 78 spiaggemonitorate nel 2018, un’area pari a 60 campi da calcio, i volontaridell’associazione hanno trovato quasi 50mila rifiuti, una media di 620 rifiutiogni 100 metri. Di questi l’80% è plastica e ben un rifiuto su tre è stato creato per essere gettato immediatamente dopo il suo utilizzo e appartiene alle categorie di bottiglie e tappi,stoviglie, buste rinvenuti sul 95% dellespiagge monitorate.
Il 15% dei rifiuti spiaggiati è costituito da bottiglie per bevande e tappi (2 ognimetro). Si tratta del secondo rifiuto più trovato sulle spiagge italiane, dopo i pezzi diplastica. Piatti, posate, bicchieri e cannucce di plastica sono al settimo posto in questa classifica. Delle sole stoviglie, ben il 61% è costituito dai soli bicchieri di plastica. Per quanto riguarda le buste di plastica, questi rifiuti insieme ai teli sono, invece, incima alla classifica dei rifiuti galleggianti più censiti da Goletta Verde (il16%). «Per contrastare il marine litter, una delle due più gravi emergenze ambientali globali insieme ai cambiamenti climatici, chiediamo al Governo italiano di approvare subito quanto previsto dalla proposta di direttiva Ue mettendo al bando le stoviglie di plastica non compostabile, compresi ibicchieri che non leggiamo nel testo in discussione in queste settimane a Bruxelles – aggiunge ancora Zampetti-. I bandi già deliberati in autonomia da alcuni comuni dimostrano che vietare lestoviglie di plastica è infatti possibile da subito. Per le buste di plastica chiediamo incisività nel contrasto dell’illegalità ancora troppo presente soprattutto nel commercio al dettaglio, ma anche il via libera all’uso delle retine riutilizzabili per frutta e verdura nei supermercati. Senza dimenticare una seria e capillare campagna di informazione per incrementare la fiducia dei cittadini verso l’acqua del rubinetto, più sana, controllata e sostenibile di quella in bottiglia». Su questo tema l’Italia può vantare una leadership normativa, essendo stata la prima a mettere al bando gli shopper di plastica, diminuiti del 55%dal 2011, i cotton fioc non compostabili e biodegradabili e tra i primi Paesi a vietare le microplastiche nei cosmetici. È importante ora che tutta Europa faccia fronte comune, promuovendo le misure previste anche a tutti gli altri Paesi del Mediterraneo. Tra le richieste dell’associazione anche la necessità di indirizzare il mondo dell’industria, investendo sull’innovazione dei materiali e l’eco-design, rendere riciclabili il 100% degli imballaggi, migliorare la gestione dei rifiuti delle amministrazioni locali, adeguare gli impianti del riciclo e seguire la strada dell’economia circolare. È infatti necessario aumentare il riciclo ma anche obbligare l’industria all’utilizzo della plastica riciclata per creare un mercato europeo dopo la chiusura delle frontiere cinesi all’arrivo di rifiuti dal resto del mondo. In Europa, la domanda di plastica riciclata rappresenta infatti solo il 6% della plastica prodotta. Inoltre è necessario incoraggiare la fiducia dei consumatori nei confronti dell’acqua delrubinetto più controllata, sana e meno inquinantedi quelle in bottiglia. Non basta aumentare il target di riciclo, è necessario prevenire l’utilizzo di bottiglie di plastica, visto che siamo il terzo paese al mondo per consumo di acqua imbottigliata. Proprio per questo Legambiente ha prodotto una speciale bottiglia in vetro per incentivare il consumo di acqua del rubinetto a casa e in ufficio. La bottiglia sarà distribuita ai cittadini durante le iniziative di Goletta Verde, oltre adessere disponibile online sul sito www.usaegettanograzie.it. La bottiglia è stata realizzata per Legambiente da Assovetro (l’Associazione Nazionaledegli Industriali del Vetro) che sostiene in Italia la campagna EndlessOcean.

Scopri di più sulla campagna “Usae Getta? No Grazie” – realizzata per Legambiente da Unik.love – sul sito: www.usaegettanograzie.it

Fotogallery: http://bit.ly/GalleryUsaegettanograzie

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