Il ritiro delle truppe Usa da Siria dopo anni di devastazione a Raqqa

“Deploriamo il fatto che la Coalizione a guida Usa continui a venire meno, anche adesso che inizia a ritirarsi, alla sua responsabilità di svolgere indagini degne di nota sulle centinaia di civili uccisi a Raqqa e altrove”, ha dichiarato la direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International Lynn Maalouf.

 

COMUNICATO STAMPA

SIRIA, AMNESTY INTERNATIONAL: “IL RITIRO DELLE TRUPPE USA NON FA VENIR MENO GLI OBBLIGHI NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE CIVILE DEVASTATA A RAQQA”

A seguito dell’annuncio, da parte della Coalizione a guida Usa, dell’inizio del ritiro delle truppe dalla Siria, la direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International Lynn Maalouf ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Deploriamo il fatto che la Coalizione a guida Usa continui a venire meno, anche adesso che inizia a ritirarsi, alla sua responsabilità di svolgere indagini degne di nota sulle centinaia di civili uccisi a Raqqa e altrove. La Coalizione sta vergognosamente dimenticando la devastazione lasciata dalla sua campagna di bombardamenti e, quel che è peggio, non ha alcuna intenzione di offrire ai sopravvissuti una qualche forma di rimedio o compensazione”.

“Da quando la battaglia di Raqqa è terminata, Amnesty International è stata sul posto numerose volte. Non uno delle centinaia di sopravvissuti con cui abbiamo parlato è stato contattato dalla Coalizione né tantomeno ha ricevuto assistenza nella fase in cui cercava di ricostruirsi una vita”.

“La battaglia di Raqqa è iniziata mentre stava terminando quella di Mosul, nel vicino Iraq. Il lascito di devastazione e impunità di Mosul avrebbe dovuto suggerire cautela a Raqqa. Invece, anche nella città siriana, gli attacchi aerei della Coalizione hanno ucciso moltissimi civili e distrutto abitazioni e infrastrutture civili su scala massiccia. Finita la campagna, la Coalizione non ha mosso un dito per fornire assistenza”.

“Se la Coalizione avesse appreso dagli errori commessi in Iraq, l’enorme devastazione di Raqqa avrebbe potuto essere evitata. Abbandonare il terreno lasciandosi alle spalle questa grande distruzione civile è un abominio dal punto di vista umanitario, del tutto in contrasto coi valori proclamati dalla Coalizione”.

Ulteriori informazioni
Difficilmente il ritiro delle truppe Usa – i cui tempi e dettagli non sono ancora noti – significherà la fine degli attacchi aerei della Coalizione, il che significa che ulteriori vite civili saranno messe in pericolo.

Amnesty International sta svolgendo un’indagine, insieme ad Airwars, sullo scioccante numero di vittime civili provocato da quattro mesi di bombardamenti di Usa, Regno Unito e Francia per cacciare lo Stato islamico da Raqqa. I risultati dell’indagine saranno resi noti nell’aprile 2019.

Dalle indagini e dalle analisi condotte da Amnesty International a Raqqa dopo la fine della battaglia, nell’ottobre 2017, sono emerse prove schiaccianti di violazioni del diritto internazionale umanitario da parte della Coalizione. I rapporti pubblicati dall’organizzazione per i diritti umani hanno costretto la Coalizione ad aggiornare i suoi dati sulle vittime civili: da 23 a oltre 100, ossia un aumento del 300 per cento.

In una lettera inviata nel settembre 2018 ad Amnesty International, il Pentagono – le cui forze hanno portato a termine il maggior numero di attacchi aerei e tutti quelli con l’artiglieria – ha reso noto che non accetterà alcuna responsabilità per le centinaia di perdite civili che ha causato. La Coalizione non intende risarcire i sopravvissuti e i parenti dei civili uccisi a Raqqa e rifiuta di fornire ulteriori informazioni sugli attacchi compiuti.

Roma, 11 gennaio 2019

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