“La revolución del 1968 in America Latina”

“Prima del 1968, di “mondiale” avevamo conosciuto soprattutto la guerra. Dovettero trascorrere venti lunghi anni perché quell’aggettivo così ambizioso potesse essere accostato a qualcosa di profondamente diverso. Non furono molti, allora, quelli che per raccontare quanto avveniva a Parigi, a Praga o a Pechino […]”.

 

 

 

LA REVOLUCIÓN DEL 1968 IN AMERICA LATINA
Prima del 1968, di “mondiale” avevamo conosciuto soprattutto la guerra. Dovettero trascorrere venti lunghi anni perché quell’aggettivo così ambizioso potesse essere accostato a qualcosa di profondamente diverso. Non furono molti, allora, quelli che per raccontare quanto avveniva a Parigi, a Praga o a Pechino azzardavano l’utilizzo della parola “rivoluzione”, certo anche perché nessuno dei grandi sommovimenti di mezzo secolo fa riuscì a conquistare il potere degli Stati in cui era esploso. Eppure, a cinquant’anni di distanza, possiamo dire che difficilmente qualcosa ha cambiato il mondo più della cultura politica venuta alla luce in quelle rivoluzioni apparentemente sconfitte. Lo sguardo antico loniale latinoamericano aiuta a comprenderlo, forse meglio che in altre geografie considerate magari più “epiche” dalla storiografia eurocentrica. Per questo è così straordinariamente interessante la rilettura del ’68 in Messico e in tutto il Sudamerica, soprattutto dove la presenza delle popolazioni indigene, nere e meticce conservava un alto profilo, che fa Raúl Zibechi nel suo secondo libro, L’irruzione degli invisibili, edizioni Piagge, uscito adesso anche in Italia. In questa settimana, Raúl è ancora in Toscana per presentarlo, un’occasione da non perdere per capire non solo perché dal ’68 in poi l’América Latina e il mondo non sono più gli stessi, ma soprattutto per orientare la rotta dei cambiamenti in profondità di oggi e di domani
RAÚL ZIBECHI
 

I MONDI NUOVI IN MOVIMENTO MARCO CALABRIA

IL LUNGO ’68 LEA MELANDRI

IL NAUFRAGIO DELL’EUROPA SULL’AQUARIUS
Il fallimento dell’Ue sulla questione migranti e le violazioni del diritto internazionale del governo italiano sono evidenti. Ma la priorità, mentre, nel Mediterraneo si muovono navi statunitensi senza che nessuno protesti e si preparano le condizioni per una vera guerra, resta ridurre gli effetti mortali delle politiche di criminalizzazione del soccorso umanitario
FULVIO VASSALLO PALEOLOGO

IL LUSSO DELLA DEMOCRAZIA
L’Europa si sta orbanizzando, prevalgono i muri e il sovranismo
LORENZO GUADAGNUCCI

QUELLO ZERO È UN SEGNO DI CIVILTÀ
In un’intervista diventata virale sui social, il leader della Lega, invitato A mandare un messaggio al sindaco di Riace, ha testualmente risposto: «Al sindaco di Riace non dedico neanche mezzo pensiero. Zero. È lo zero». Nel 2009 invece il regista Wim Wenders ha detto: «A Riace, un paesino della Calabria, ho scoperto la vera civiltà e quale potrebbe essere il nostro futuro…»
TONINO PERNA

LA FORTEZZA EUROPA RINGRAZIA SALVINI
“Salvini chiede un maggior impegno europeo nel rafforzamento dei confini “esterni”: più soldi a chi si impegna nei respingimenti, più navi a sbarrare le rotte marine, più leggi e regolamenti liberticidi, più deroghe alle convenzioni internazionali, più campi di concentramento fuori dei confini dell’Unione, ecc – spiega Guido Viale – Per questo, di fronte a una timida proposta di riforma della convenzione Dublino 3 (quella che impone ai profughi di rimanere nello stato di approdo) Salvini si è alleato con i governi più ferocemente ostili ai migranti, quelli capeggiati dall’ungherese Orbàn, le cui politiche comportano di fatto un aggravamento degli oneri che gravano sull’Italia. Salvini queste cose le s a, come sa che i respingimenti su cui ha basato tutta la sua campagna elettorale sono impossibili e si risolvono solo in più “clandestinità”, lo “stato giuridico” dei senza diritti istituito dalla legge Bossi-Fini…”
GUIDO VIALE
 

OGNI COSA È RELAZIONE
Non ci stanchiamo di scriverlo: ricomporre le relazioni sociali resta una priorità per tutti coloro che si ostinano a voler cambiare il mondo. Anche le scienze ci aiutano a comprendere che la nostra vita non solo è arricchita delle relazioni che intrecciamo, ma è relazione e soltanto relazione nella sua essenza. “Il mondo non è fatto di corpi, di oggetti, ma di processi, di relazioni…”, ha scritto il fisco tedesco Werner Heisemberg, grande esploratore dei problemi filosofici della fisica. Se il mondo è fatto di relazioni, secondo Franco Lorenzoni, In questi tempi bui, il dialogo “che vive solo nel momento dell’incontro ed è luogo di mezzo dove la mia idea si intreccia con la tua trasformandosi, potrebbe essere davvero riconosciuto com e l’architrave capace di reggere ogni costruzione educativa…”
FRANCO LORENZONI
 

CERCHIAMO EDUCATORI ED EDUCATRICI
Un anno fa a Serravalle d’Asti ha preso avvio un progetto di scuola elementare pubblica sperimentale, nella quale la costruzione della comunità educante passa attraverso una forte relazione con l’ambiente naturale (cioè con i principi e la pratiche della scuola nel bosco e con gli orizzonti della Rete di Cooperazione Educativa), il gioco come strumento educativo, esperienze sociali profonde (dove ad esempio l’inglese si impara con i richiedenti asilo e dove in generale si impara facendo). Ora cercano una mano…
R.C.

IL VOTO DIVIDE. IL VOTO NON È IL VOLTO
Ha ragione Federica Buglioni della Rete di Cooperazione Educativa che scrive: “Come ogni giugno, sono qui a sognare un mondo migliore in cui i genitori non si vantano su Facebook delle pagelle dei figli”. E allora buona lettura
ROSARIA GASPARRO
 

ODIO IL CALCIO
Scrive Ascanio Celestini: “A me interessa leggere e rileggere quello che è stato scritto da Beppe Grillo in questi anni: ricordiamoci che il Movimento Cinque Stelle nasce dai V-day, che sono stati preceduti dai Meet-Up, e che a loro volta sono una conseguenza del dibattito aperto da Grillo nel suo blog. Tornare a quei primi vagiti aiuta a capire quel che stiamo vivendo. E questo è un posto del 2005…”
ASCANIO CELESTINI

ROMA, LO STADIO E LA FOGLIA DI FICO
Questo articolo di Enzo Scandurra riletto oggi aiuta a capire molte cose
ENZO SCANDURRA

NON SMETTEREMO DI BRONTOLARE, CIAO SERENA
“Mi piace molto brontolare (più che fare) e lo faccio tutti i giorni contro quella deformazione dell’informazione che ci arriva dalla gran parte dei media…” ha scritto Serena Romagnoli nell’adesione alla nostra campagna “Ribellarci facendo” qualche tempo fa. Serena ci ha lasciato il 13 giugno 2018. Il suo percorso di insegnante e di infaticabile compagna di strada del Movimento Sem Terra (migliaia di persone in Italia lo hanno conosciuto attraverso di lei) ora ha bisogno di essere portato avanti con più forza. No, non smetteremo di brontolare Serena, ma i tuoi sorrisi e i tuoi consigli ci mancheranno molto
SERENA ROMAGNOLI

 

LA CAMPAGNA PER SOSTENERE COMUNE:
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI

APPUNTAMENTI CONSIGLIATI:

FIRENZE 15 GIU FORUM PER CAMBIARE L’ORDINE DELLE COSE

ROMA 17 GIU ER “DECENTRO” COMMERCIALE A SCUP

BARDONECCHIA 17 GIU FORUM: RIFORMA DEL SISTEMA ASILO

SESTO SAN GIOVANNI 17 GIU BALLATE DEI SENZA TETTO (CON A. CELESTINI)

ROMA 18 GIU LE FRONTIERE DELL’ESCLUSIONE. POLITICHE E RESISTENZE

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