Case popolari all’asta, ‘il ministero fa una smentita che è una conferma’

“Il Ministero delle Infrastrutture ha cercato di porre riparo e fornire alcune rassicurazioni in merito al decreto attuativo dell’art. 3 del cosiddetto Piano Casa Lupi solo che, al momento, siamo di fronte solo a un misero tentativo di depistaggio che non rettifica nulla di essenziale”.

 

COMUNICATO

VENDITA ALL’ASTA DELLE CASE POPOLARI: LA TOPPA NON COPRE IL BUCO. IL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI DI UNA SMENTITA CHE NON RETTIFICA NULLA.
IL DECRETO IN CORSO DI PUBBLICAZIONE, SUL QUALE LO SCORSO 16 OTTOBRE 2014 E’ STATA SANCITA L’INTESA IN SEDE DI CONFERENZA UNIFICATA, IL TESTO E’ SUL SITO WWW.UNIONEINQULINI.IT VENGA RITIRATO E SIANO CONVOCATI I SINDACATI RAPPRESENTATIVI DEGLI ASSEGNATARI.

LA SMENTITA E’ UN TENTATIVO GOFFO DI FRENARE LE DECINE DI MOBILITAZIONI PROMOSSE DALL’UNIONE INQUILINI IN TUTTA ITALIA. LA DOMANDA E’ : MA ALLORA SE IL DECRETO E’ ANCORA IN DISCUSSIONE PERCHE’ LO SCORSO 16 OTTOBRE IN SEDE DI CONFERENZA UNIFICATA HANNO SANCITO L’INTESA, OPPURE LA MARCIA INDIETRO DEL GOVERNO E’ COME PENSIAMO NOI IL RISULTATO DELLE NOSTRE MOBILITAZIONI?

Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione Inquilini.

“Evidentemente le proteste e le manifestazioni di queste settimane cominciano a lasciare il segno se il Ministero delle Infrastrutture ha cercato di porre riparo e fornire alcune rassicurazioni in merito al decreto attuativo dell’art. 3 del cosiddetto Piano Casa Lupi (la legge 80 del 2014).

Solo che, al momento, siamo di fronte solo a un misero tentativo di depistaggio che non rettifica nulla di essenziale.

In primo luogo, il governo non smentisce che, a proposito della dismissione delle case popolari, si vuole introdurre il meccanismo della vendita all’asta pubblica, un meccanismo di per sé che produce l’effetto che il patrimonio possa andare nelle mani di terzi acquirenti. Cosa è questa se non una privatizzazione, con in più, il rischio di operazioni poco trasparenti vista la penetrazione di poteri criminali nel settore?

Si afferma che i prezzi non saranno quelli di mercato ma nel testo del decreto c’è scritto che la base d’asta sarà il prezzo di mercato dell’alloggio, secondo i valori OMI.

Si afferma che in ogni caso gli assegnatari che non eserciteranno il diritto di prelazione (che sul decreto è scritto che avverrà solo sulla base del prezzo di aggiudicazione dell’asta) in ogni caso saranno spostati in un altro alloggio. Sul decreto, però, c’è scritto che tale tutela avverrà solo in caso di vendita all’asta di palazzi in blocco e non in caso di vendita frazionata dei singoli alloggi. La differenza è enorme. In ogni caso, si conferma quello che noi abbiamo denunciato: gli assegnatari che non potranno comprare (che saranno in prevalenza anziani) saranno “deportati” in altre zone, probabilmente più periferiche e degradate.

Si dichiara che le dismissioni riguarderanno gli immobili fatiscenti e i cui costi di manutenzione sono eccessivi. Anche qui, si tenta il gioco delle tre carte: nel decreto si fa solo una scala di priorità nella predisposizione dei piani vendita (oltre gli immobili fatiscenti anche gli appartamenti nei condomini misti) ma il meccanismo dell’asta pubblica è generalizzato per qualsiasi piano di vendita.

In ultimo, ma non per ultimo, gli immobili popolari degradati, a partire dai circa 40 mila oggi vuoti e non assegnati, andrebbero recuperati e destinati alla loro funzione di dare risposta ai bisogni sociali e non venduti all’asta in blocco, come un boccone buono per la speculazione immobiliare. L’articolo 4 della legge 80 prevee la predisposizione di piani di recupero. Guarda caso, il governo ha subito elaborato il decreto attuativo dell’art. 3 (nuovi criteri per l’alienazione del patrimonio) ma non per l’art. 4 (piani di recupero).

In una situazione drammatica per il diritto alla casa, ci sono oltre 700 mila domanda inevase per avere una casa popolare da parte di nuclei regolarmente certificati come aventi diritto dai comuni, un governo serio penserebbe a come incrementare il numero di alloggi da offrire a canone sociale e non inventare meccanismi sempre più speculativi su come dismetterlo.

Sfidiamo il governo: invece di fare smentite che non smentiscono nulla ma cercano solo di depistare, faccia un’operazione trasparente: ritiri il decreto in corso di pubblicazione (che è già purtroppo stato ratificato dalla Conferenza Unificata lo scorso 16 ottobre 2014), metta nero su bianco le proprie proposte applicative che riguardano l’insieme della legge 80 (quindi anche il piano di recupero degli alloggi oggi inagibili), convochi le organizzazioni sindacali degli inquilini per un confronto e riavvii su questa base l’intesa con le Regioni e i Comuni.

Da parte nostra, continueremo la mobilitazione, che sta riscuotendo un enorme condivisione tra gli assegnatari, fino al raggiungimento di tale obiettivo.”

 

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Comunicato ad integrazione del comunicato già inviato questa mattina 16 novembre 2014.

Il Ministero delle infrastrutture afferma con comunicato ufficiale di ieri, 15 novembre 2014,  che il decreto sulle vendite della case popolari e comunali derivante dall’applicazione dell’articolo 3 della legge 80 del 2014 è ancora in discussione, affermando altresi che non contiene quanto denunciato dall’unione inquilini ovvero la vendita all’asta e il prezzo di mercato, l’unione inquilini da un mese ha pubblicato  il testo del decreto interministeriale di cui si parla e oggi con comunicato del segretario nazionale ha risposto al governo ma ora integriamo il comunicato stampa della segreteria nazionale dell’unione inquilini con il link al sito della conferenza unificata (governo, regioni e comuni)  dove si legge che nella seduta del 16 ottobre 2014 , un mese fa è stata sancita l’intesa che istituzionalmente conclude l’iter dei decreti attuativi, ora se il decreto è tornato in discussione è solo dovuto al fatto che le forti mobilitazioni dell’unione inquilini hanno denunciato quanto avveniva alle spalle di assegnatari di case popolari e comunali, ora quindi con questo documento smentiamo che il ministero delle infratrutture abbia smentito a sua volta alcunchè, ma produciamo il documento ufficiale. Ora se il governo vuole modificare il decreto attuativo deve tornare in conferenza unificata e noi crediamo che vada ritirato o modificato sostanzialmente, intanto abbiamo chiesto al ministero delle infrastrutture un incontro urgente per spiegargli come stanno le cose, forse al ministero non lo sanno intanto invitiamo tutti a leggere il link che sotto riportiamo e a leggere l’intesa sancita.

Le mobilitazioni proseguono venerdi 21 novembre dalle ore 10 sotto la sede della regione lazio, sabato 29 novembre assemblea cittadina a Firenze

http://www.statoregioni.it/DettaglioDoc.asp?IDDoc=45250&IdProv=13409&tipodoc=2&CONF=UNI

Unione Inquilini – Segreteria Nazionale
Via Cavour 101, Int. 4 – 00184 Roma – Tel. 0647.45.711 – Fax 06488.23.74
e mail: unioneinquilini@libero.it – sito internet: www.unioneinquilini.it

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