“Il gioco delle parti”

Non vi è dubbio che gli imperialisti USA-NATO si contorcono nel Medio Oriente in mille contraddizioni. Infatti, dopo aver appoggiato la nascita del Califfato sia direttamente che attraverso alcuni paesi arabi e la Turchia, hanno subito contraccolpi molto gravi.

 

Il gioco delle parti

 

Non vi è dubbio che gli imperialisti USA-NATO si contorcono nel Medio Oriente in mille contraddizioni. Infatti, dopo aver appoggiato la nascita del Califfato sia direttamente che attraverso alcuni paesi arabi e la Turchia, hanno subito contraccolpi molto gravi. Hanno scatenato i tagliagole dell’IS con l’obiettivo di creare un’area sunnita che bilanciasse il rafforzamento degli sciiti e di mettere in crisi la Siria, ma la situazione ha preso una piega apparentemente inaspettata, anche se in realtà prevedibile. Mentre l’ISIS avanzava, le forze che ne subivano le conseguenze hanno incominciato ad organizzarsi contro il Califfato e a resistere: curdi, siriani, libanesi, iraniani, iracheni. Questa resistenza ha dovuto misurarsi con l’impegno di paesi come l’Arabia Saudita e la Turchia che sostengono il Califfato. Esso però non è solo frutto di questi appoggi. La base dei successi ottenuti fino ad ora dall’IS e da altre organizzazioni islamiste combattenti è che essi hanno puntato sul vuoto creato dalla guerra all’Iraq nell’area sunnita e su una rete internazionale di settori radicalizzati dell’Islam. Questa miscela ha reso esplosiva la situazione dandole una dimensione che nessuno si aspettava.

Il Califfato, nonostante la regia esterna, ha preso corpo con forme tali da creare problemi di sovraesposizione mediatica che in apparenza ne indeboliva le possibilità di esistenza. A ben vedere però – e il can can mediatico succeduto agli attentati parigini lo conferma – i massacri dell’IS hanno avuto una loro funzionalità per gli imperialisti americani ed europei. E continuano ad averla.

Gli obiettivi più immediati sono due: bloccare i russi ed eliminare la Siria di Assad. Tutti i discorsi e le azioni sul terrorismo sono funzionali al raggiungimento di questi due obiettivi. Solo gli ingenui possono pensare che oggi sia possibile una coalizione cosiddetta antiterroristica contro l’IS e l’abbattimento dell’aereo russo da parte dei turchi lo dimostra.

L’imperialismo USA-NATO usa tutti gli strumenti a sua disposizione. Usa le provocazioni di Erdogan, gli attentati in Europa, come già fece con l’11 settembre, la falsa diplomazia che parla di pacificazione dell’area mediorientale. In realtà tutte le parole e le azioni sono di guerra. Presi dalle loro contraddizioni – questione curda, intervento russo basato su un’alleanza di area molto forte che comprende oltre la Siria di Assad, il Libano, l’Iran e lo stesso Iraq – americani ed europei sono costretti ad alzare il tiro. Sia col terrorismo mediatico, che serve a paralizzare le popolazioni, sia con l’estendersi dei bombardamenti che hanno come unico scopo quello di legittimare il ruolo degli occidentali nelle aree in guerra.

L’abbattimento dell’aereo russo, che non può essere occasionale, dimostra anche che agli sviluppi della situazione non ci sono limiti. Il Papa dice che è cominciata la terza guerra mondiale; noi diciamo che se ne sono create le premesse. L’imperialismo occidentale, o meglio quello americano coi suoi lacchè europei, è disposto a tutto per non uscire di scena. Su questo terreno si svolge anche una grossa partita in Europa. Riusciranno a coinvolgere le popolazioni europee? Parigi ha creato le premesse. E per questo parliamo di gioco delle parti.

 

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24 novembre 2015

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