“Comincia male, prepariamoci per tempo”

“E’ sempre vero che gli stolti sollevano il masso e poi se lo fanno cadere sui piedi. Ci riferiamo alla prima mossa del neosegretario del PD Zingaretti, quella cioè di incontrarsi a Torino col suo compagno di partito Chiamparino per sostenere la TAV”.

 

Comincia male, prepariamoci per tempo

E’ sempre vero che gli stolti sollevano il masso e poi se lo fanno cadere sui piedi. Ci riferiamo alla prima mossa del neosegretario del PD Zingaretti, quella cioè di incontrarsi a Torino col suo compagno di partito Chiamparino per sostenere la TAV.

Ha fatto bene perciò Renzi a congratularsi per la sua nomina in quanto l’ uscita torinese di Zingaretti è in perfetta simbiosi con quelle sparate che hanno accompagnato il senatore di Rignano nel corso della sua permanenza al governo. Ricordiamo bene la sua corsa ad incontri e strette di mano con gli industriali di ogni tipo, tra cui la FCA, di cui esaltava il ruolo propulsivo e dei cui interessi il governo si faceva carico al punto di inventarsi per loro anche il jobs-act.

Anche Zingaretti non è da meno e andando a Torino a sostenere la TAV ha affermato che il buco nella montagna serve ad accelerare lo sviluppo economico dell’Italia, come sostengono tutti gli ambienti confindustriali e i mass media che sono a loro servizio. L’audacia di Zingaretti nel mettere la faccia in una operazione pubblicitaria come quella di cui stiamo parlando è il punto di arrivo di una campagna contro il governo gialloverde che dura da mesi, sulla TAV come su altri punti del programma governativo. Se questa campagna fosse stata però condotta dal solo PD, non avrebbe potuto determinare grosse operazioni di rimonta, al contrario. Essa ha avuto invece un’articolazione diversa, ed è stata condotta con un gioco di sponda tra vari protagonisti dell’area Dem, sindacale e confindustriale. Intanto, con l’operazione politica sulla ‘accoglienza’, questi soggetti hanno consentito ai criminali delle guerre umanitarie di arrivare alla manifestazione di Milano contro il ‘razzismo’ coprendosi con gli immigrati, e non a caso la manifestazione ha avuto la sponsorizzazione del sindaco piddino Sala.

Prima ancora di questo evento c’era stata la nomina di Landini a segretario generale della CGIL, che il 9 febbraio si è premurato di scendere in piazza coi sui compari confederali contro il governo dando l’impressione che non fosse solo il PD ad opporsi al governo gialloverde, ma un’ampio settore sociale. E infine si è rilanciata con le primarie l’operazione Zingaretti, presentato non tanto come esponente piddino ma come punto di incontro di una sinistra totalmente diversa da quella renziana, una sinistra o, meglio un centrosinistra, ‘aperto e inclusivo’.

Se il buon giorno si vede dal mattino la situazione invece non è cambiata. Non solo ma, incoraggiati dal movimento sindacale di Landini, da quello buonista e dal concerto mediatico che ha accolto con entusiasmo la buona novella di Zingaretti nuovo segretario di tutti, il mondo liberista italiano è pronto a ricominciare dopo la sconfitta del 4 marzo 1918 allo stesso modo o anche peggio.

A caldo, cioè a poche ore dalla elezione di Zingaretti, non si può ancora avere una valutazione precisa dei suoi effetti. Sappiamo però quali potrebbero essere le conseguenze: a sinistra si potrebbero riaprire discorsi ‘unitari’, non solo, ma potrebbero essere rafforzati anche i tentativi dei ‘radicali’, benchè ridotti ai minimi termini, di giocare al più uno nella lotta al governo gialloverde, senza una strategia e diventando così – come abbiamo denunciato da tempo – le mosche cocchiere dello schieramento a guida PD. Questo è per ora un punto fermo del dibattito da condurre oggi a sinistra.

Aginform
4 marzo 2019

 

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