“Il fronte antifascista”

Ancora una volta ci siamo trovati di fronte, in questo 25 aprile, alla solita messa in scena piddina e istituzionale sulla Resistenza, ad uso e consumo di soggetti politici che con essa hanno ben poco a che fare e che anzi dovrebbero essere combattuti dai partigiani di ieri e di oggi.

 

Il fronte antifascista

Ancora una volta ci siamo trovati di fronte, in questo 25 aprile, alla solita messa in scena piddina e istituzionale sulla Resistenza, ad uso e consumo di soggetti politici che con essa hanno ben poco a che fare e che anzi dovrebbero essere combattuti dai partigiani di ieri e di oggi.

Come è possibile sopportare che si atteggino a rappresentanti degli ideali resistenziali e costituzionali coloro che si sono sempre messi la Costituzione sotto i piedi? La violazione è stata sistematica. L’interventismo imperialista al seguito degli USA a partire dalla Jugoslavia e poi Afghanistan, Iraq, Libia non ha forse cancellato completamente quell’articolo 11 della Costituzione che impone il rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali? La stessa sistematica violazione si è compiuta sul terreno dei diritti economici e sociali e prima ancora sui principi democratici fondamentali di sovranità e indipendenza.

Ma allora che cosa ci fanno gli antifascisti nelle manifestazioni istituzionali per il 25 aprile? Che senso ha cantare tutti ‘Bella ciao’ se poi non si sente un alito di voce a condannare, per esempio, le sanzioni economiche – veri e propri atti di guerra – che il padrone americano commina urbi et orbi, insieme a provocazioni di ogni tipo, pretendendo anche, e trovando, piena osservanza dagli stati vassalli?

Si obietterà che l’antifascismo è unitario e manifestare il 25 aprile ne rafforza le radici. Ebbene, no! Bisogna rompere questo luogo comune. Manifestare con chi è stato complice delle guerre di questi decenni e condivide la deriva bellicista sempre più evidente di USA e NATO non rafforza la memoria della Resistenza, ma trasmette un ideale deformato e mistificato ad uso e consumo di chi, come il PD, ha violato la Costituzione e con la retorica resistenziale cerca solo di rifarsi una verginità. Non bisogna essere unitari, bisogna isolare e denunciare queste ipocrisie che sono una offesa ai partigiani e alla Resistenza.

La cosa è tanto più grave se si considera che nei cortei del 25 aprile sfilano gli striscioni sionisti che esaltano la logica genocida dello stato d’Israele. Bel 25 aprile dunque! Per noi è una vergogna accettare questa presenza, e il fatto che qualche gruppazzo cerchi di contestarla disturbando il manovratore durante i cortei non basta a modificare la situazione.

Ma il richiamo alle manifestazioni unitarie è reso più forte dall’enfasi “antifascista” sul pericolo di Casa Pound e degli altri gruppi neofascisti. Esiste davvero questo pericolo? Di fascisti dietro ogni angolo si è parlato anche molto a sproposito in questi mesi, spesso nelle polemiche strumentali contro il governo giallo-verde. Non vi è dubbio però che, coperti dalla Meloni e da Salvini, ma prima ancora da Berlusconi, i rigurgiti fascisti serpeggiano nella società italiana, ma per saperli individuare e combattere, non serve stare dalla parte sbagliata e soprattutto non li si combatte con la retorica.

Per prima cosa bisogna che i nuovi partigiani, i giovani che si sentono antifascisti, comprendano da cosa nasce la situazione che andiamo denunciando. La riorganizzazione di gruppi neofascisti risponde a un duplice obiettivo: da un lato crea uno spauracchio per poter dire a chi non accetta lo stato di cose presente che chi rifiuta la proposta ‘unitaria’ che viene dall’antifascismo di maniera alimenta le avventure di destra. Dall’altro è sempre latente, da parte del potere reale, l’idea che di fronte alle contraddizioni che si aprono, per ricondurre la situazione sotto controllo si possa far ricorso ai vecchi metodi reazionari. E’ pura illusione pensare che questi rischi si possano sventare dando credito alle forze piddine che vanno cantando Bella Ciao per far dimenticare le loro responsabilità per le politiche liberal-imperialiste che, insieme all’anticomunismo imperante e alla pervasiva riscrittura della storia che lo accompagna, sono anche tra le ragioni della presa neofascista su certi strati giovanili di origine popolare. L’antifascismo del PD e dei suoi reggicoda serve solo a riportare nell’alveo del liberal-imperialismo settori antifascisti autentici a cui spetta invece il compito non solo di far crescere una vigilanza popolare contro i gruppi neofascisti, ma anche di ricostruire un fronte che sappia dare le indicazioni giuste nella ricorrenza del 25 aprile e oltre.

Aginform
1 maggio 2019

P.S. Mentre scriviamo si susseguono le notizie sul Venezuela.

Al Corriere della Sera credono ormai alla loro stessa propaganda e si chiedono, stupiti, “Chi ha sbagliato, o meglio, come ha fatto Maduro a liquidare la questione senza nemmeno aver bisogno di una forte repressione?” Il tentativo di suonare le solite trombe del ‘dittatore che uccide il proprio popolo’ e aprire così la via alla ‘guerra umanitaria’ è scattato però subito, puntuale. Ecco per esempio Federico Rampini su Repubblica: “«Blindati ‘socialisti’ contro civili indifesi: dopo Budapest ’56, Praga ’68, Tienanmen ’89, si rischia un orrido remake a Caracas. Un regime che si dice di sinistra maneggia la forza militare per reprimere il suo popolo». Ma ben presto il suono delle trombe è finito nel ridicolo (per ora).

Intanto però le sanzioni e gli espropri finanziari con cui da anni si cerca di creare il caos nel paese, le truculente minacce proferite anche in queste ore dalle autorità USA (Pompeo, Trump), anche contro Cuba e altri paesi, le notizie sulla Blackwater che sta creando un esercito di 5000 mercenari per sostenere Guaidò, fanno capire che non finisce qui.

Gli incendiari imperialisti sono alacremente all’opera. All’unanimità qui da noi i liberal-imperialisti e tutta la loro corte mediatica sono pronti a dar loro una mano. Ed ecco Zingaretti, fresco fresco di celebrazioni resistenziali, che ospite a Matrix dice: “Sul Venezuela credo che l’Europa dovrebbe dimostrare di esistere e di avere un ruolo di mediazione, ma di certo il golpe non lo sta facendo Guaidò”. A quanto pare molti pensano che si possano tenere insieme l’antifascismo e il pupo Guaidò coi suoi pupari.

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