“Il tallone di ferro”

La crisi si sta avviando verso percorsi classici, il caos sulle prospettive rimane, ma gli strumenti operativi della borghesia europea dimostrano una padronanza assoluta sul programma da seguire e sulla repressione dei movimenti di lotta non omologabili.

 

IL TALLONE DI FERRO

 

La crisi si sta avviando verso percorsi classici, il caos sulle prospettive rimane, ma gli strumenti operativi della borghesia europea dimostrano una padronanza assoluta sul programma da seguire e sulla repressione dei movimenti di lotta non omologabili.

Spagna e Italia, dopo la normalizzazione conservatrice della Grecia, guidano la cordata. I programmi lacrime e sangue imposti ai rispettivi paesi vanno avanti spediti senza tergiversazioni. L’Europa della Merkel è il modello e quello di cui si discute sono gli aggiustamenti in corso d’opera. Non si parla di alternative e Hollande si dimostra, com’era prevedibile, un tassello dell’operazione in corso. Tanto per dimostrare ancora una volta ai sentimentali della sinistra il risultato delle operazioni di alleanza con partiti come i socialisti in Francia e i democratici in Italia.

Gli europeisti che ruotano attorno al programma di rigore della Merkel e accettano di essere subalterni al gioco speculativo della finanza non hanno dubbi, costi quel che costi, sul risultato da raggiungere. Salvare l’euro come moneta forte dell’Europa che conta, imporre tutte le normative necessarie e le operazioni di bilancio che siano in grado di dare all’economia continentale la forza di competere coi concorrenti con un euro stabilizzato. Anche se questo comporta, com’è evidente, licenziamenti, disoccupazione di massa, bassi salari e distruzione delle difese sociali.

Da questa consapevolezza cinica nasce il disegno repressivo che i governi europei hanno messo a punto. Il recente pestaggio della polizia spagnola, modello franchista, ha dato un’idea di come ci si attrezza contro chi non condivide le scelte ‘europeiste’.

In Italia la situazione è ancora più grave. Le condanne del giudice Caselli ai no TAV e ora i 14 anni inflitti dalla Cassazione agli accusati di ‘devastazione’ per i fatti del G8 di Genova sono una mostruosità con finalità terroristiche. L’avvertimento è duro e pesante per chi non accetta il programma ‘salva stati’.

Ora che il gioco si fa duro, non solo dobbiamo fare delle condanne dei manifestanti un simbolo del movimento di lotta, ma trarne le conclusioni necessarie sul piano dell’organizzazione politica.

 

Erregi

16 luglio 2012

 

 

http://www.aginform.org/index.html

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