“Col senno di poi”

Qualche considerazione,sia pure marginale nell’attuale contesto politico, va fatta a proposito della sinistra liquefatta, quella che nel corso della campagna elettorale avevamo definito la marmellata ingroiana.

COL SENNO DI POI
come ragionano a ‘sinistra’ e qual’è la situazione post-elettorale

 

Qualche considerazione,sia pure marginale nell’attuale contesto politico, va fatta a proposito della sinistra liquefatta, quella che nel corso della campagna elettorale avevamo definito la marmellata ingroiana.

Neppure il manuale Cencelli sarebbe stato cosi lucido nel concepire una lista come quella di Rivoluzione Civile, costruita a tavolino e senza idee. Diciamo che la responsabilità principale è del leader, cioè di Ingroia, il quale ha dimostrato la strumentalità del suo rapporto con la lista elettorale che portava il suo nome. Essa non era un progetto, era il progetto di un giudice in cerca di notorietà che prima apre uno scontro istituzionale sul patto stato-mafia, poi in corso d’opera si rifugia inspiegabilmente in Guatemala per poi tentare la carta dell’elezione a deputato.

Per rappresentare chi e che cosa? Unicamente, diciamo noi, un gruppo di parvenus di varia estrazione, reduci da tante sconfitte, in cerca di un posto in parlamento per svolgere una funzione indegna per chi vuole rappresentare istanze vere di giustizia e di lotta. Su questi tentativi inverecondi finalmente è calato un giudizio tombale che speriamo sia definitivo.

Quello che è uscito dalla porta si rischia però che rientri dalla finestra. E questo ritorno si presenta come riflessioni post-evento sulla clamorosa affermazione grillina. Paludati esponenti della sinistra ‘critica’, tra i quali ravvisiamo Giulietto Chiesa ed esponenti del sodalizio Marx XXI, ora si danno da fare per suggerire come difendere il grillismo dalle tentazioni mondane o come ricavarne indicazioni per un presente che non finisca come l’esperienza Ingroia.

Questi peccatori incalliti dovrebbero spiegare però come in tutto questo tempo non si sono accorti che l’astensionismo elettorale aumentava in modo esponenziale e come mai un movimento, non diciamo rivoluzionario, ma almeno alternativo all’esistente, evitava di porsi aldifuori del solito circuito PD-Sel-Federazione della sinistra per interagire invece con il grande dissenso che stava crescendo nel paese. Mettersi alla guida dell’astensionismo definendo un programma corrispondente agli interessi di quelli che giustamente si rifiutavano di votare era considerato sconveniente e poco adatto per il salotto della sinistra abituata a vivere nel ventre molle del sistema.

Ora che la frittata è fatta, si sta manifestando una tendenza al grillismo dell’ultima ora, nella speranza che si possano in questo modo sciogliere i nodi irrisolti. E’ bene che si rifletta su questo. Perchè dai risultati elettorali emergono sia i dati di una destra sufficientemente attrezzata sull’asse Berlusconi-Maroni che continua minacciosamente ad agire nella crisi, sia un PD liberal-europeista schiacciato dai contraccolpi delle sue scelte e privo di credibilità, sia una grande protesta espressa dalla lista Cinque stelle che, aldilà delle enfatizzazioni del leader, deve dimostrare il rapporto tra i fatti e le parole a prescindere dal significato taumaturgico della gestione web.

Dunque? Invece di fare considerazioni dell’ultima ora, sforziamoci di immaginare come costruire uno strumento che, intereagendo con la situazione, sia coerente con gli obiettivi che un movimento di classe e antimperialista deve avere in questa fase. Augurandoci che la disfatta tombale della sinistra di governo lasci spazio a quei compagni e a quelle compagne che hanno il coraggio di prendere in mano le redini della riorganizzazione. Non è il caso di morire grillini.

 

Erregi

28 febbraio 2013

 

 

http://www.aginform.org/gabri250.html

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