“Meno male che Grillo c’è”

“Non siamo stati tra quelli che si sono entusiasmati per Grillo e la sua lista, anche se ovviamente abbiamo considerato la natura del suo risultato elettorale, che per la sua consistenza stava a dimostrare la radicalizzazione di milioni di persone che rompevano coll’elettoralismo di regime”.

Note a margine

Meno male che Grillo c’è

Non siamo stati tra quelli che si sono entusiasmati per Grillo e la sua lista, anche se ovviamente abbiamo considerato la natura del suo risultato elettorale, che per la sua consistenza stava a dimostrare la radicalizzazione di milioni di persone che rompevano coll’elettoralismo di regime.

Ora però ci troviamo in una fase diversa. L’uomo della provvidenza numero 2 è entrato di prepotenza sulla scena politica, forte di tre milioni di voti alle primarie che la dicono lunga sulla natura di questi voti che non vanno assolutamente considerati di sinistra. Ai ‘compagni’ bisognerà ricordare che si tratta di gente, di varia collocazione, della conservazione sociale, cioè una lobby di potere. Il pupazzo di plastica Renzi è partito lancia in resta e ha fatto come Mussolini negli anni venti. In sostanza ha capito la debolezza degli avversari, Berlusconi compreso, e ha posto sul piatto della bilancia una sorta di spada di Brenno. Riforma elettorale per dare in modo stabile il controllo del potere al centrodestra o alla nuova destra liberale rappresentata dal PD.

Come Mussolini a suo tempo, Renzi ha calcolato bene la sua mossa. Egli ha messo di fronte ai suoi interlocutori la possibilità di spartirsi il potere anche se ciascuno dei contendenti sarà costretto ad alternarsi, ma dentro un quadro di lealtà come si conviene a gente che deve spartirsi il bottino.

Su questa linea sta marciando tutta la borghesia che conta, con Repubblica in testa. Ancora non si è deciso chi dovrà comandare. Renzi sembra il favorito, ma anche Alfano sta entrando nel gioco della destra perbene che conta. In fondo a Berlusconi interessa solo salvare la pelle, i soldi, le donne e l’onore delle armi.

I grillini stavolta hanno picchiato duro, anche se la campagna forsennata del regime rischia di incrinarne le figure più fragili. Al confronto la campagna elettorale del 18 aprile 1948 sui comunisti che mangiavano i bambini appare una discussione tra amici. Dalla ‘sinistra’ Boldrini alle news della Rai, dai salotti mediatici, da tutti i partiti dell’arco incostituzionale, è partito un boato. No a Grillo eversore.

Che cosa hanno detto in realtà i grillini? Primo che è da malfattori abbinare in un decreto l’IMU col regalo di parecchi miliardi agli azionisti Bankitalia attraverso la rivalutazione delle quote azionarie. Secondo che la legge elettorale è una legge truffa. Due denunce di una gravità eccezionale che solo dei ladri e criminali di guerra senza principi possono negare. Dobbiamo aggiungere che la veemenza della campagna di menzogne contro i grillini è proporzionale alla paura che essi possano arrivare al ballottaggio previsto dalla nuova legge. Per questo anche le tecniche alla Goebbels vanno bene.

Per questo noi, senza diventare grillini, diciamo, berlusconianamente, meno male che Grillo c’è.

E lo diciamo anche a quella sinistra di merda, da cui la Boldrini proviene, che invece di scendere in piazza contro il neofascismo di Renzi, sta pensando a come accodarsi alla carovana elettorale. Anche se l’8% di sbarramento brucia ogni velleità elettoralistica. Stavolta alcuni dovranno accontentarsi di essere extraparlamentari di nome e di fatto.

Erregi

3 febbraio 2014

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