“Aspettando il peggio nelle mani di Berlusconi junior”

“E’ bene che ci si renda conto, e rapidamente, che l’Italia è stretta tra due calamità: il renzismo e l’approfondirsi della crisi economica”.

Aspettando il peggio nelle mani di Berlusconi junior

 

E’ bene che ci si renda conto, e rapidamente, che l’Italia è stretta tra due calamità: il renzismo e l’approfondirsi della crisi economica. Evitiamo quindi, in presenza di una situazione così drammatica, di limitarci, anche se il personaggio si presta, a considerare Renzi un capo di governo da burletta. Non perchè nella sostanza non sia vero. Anche Mussolini e Hitler erano, a modo loro, ridicoli, ma nonostante questo hanno svolto un ruolo micidiale e Renzi, se vogliamo vederlo in controluce, presenta caratteristiche inquietanti. Renzi innanzitutto non è né di destra né di sinistra e questo gli consente di svolgere un ruolo di spregiudicato cinimo. E questo ruolo lo sta realizzando con la riforma istituzionale, naturalmente con il concorso di tutte le forze ‘democratiche’, con l’accordo del Nazareno che rende Berlusconi padre costituente, col mettere in campo tutte le riforme che i padroni esigono contro i lavoratori e per impedire che ci siano regole che ne limitino il potere di sfruttamento.

Certo Renzi non usa lo squadrismo extraistituzionale come hanno fatto Mussolini e il suo emulo Hitler. Però il percorso che li ha portati al potere è stato in una prima fase plebiscitario, organizzato dai poteri forti, e poi si è passati all’esercizio di una vera e propria dittatura. Diciamo che per certi versi anche Renzi si è messo sulla stessa strada. Non ha sciolto le camere e approvato le leggi speciali. Ma ha sciolto il senato e progettato una legge elettorale che blinda il governo e i governi a venire. In luogo dell’olio di ricino ci viene propinata a reti riunite e permanentemente una propaganda ossessiva, diretta o tramite lo stuolo di ministre veline, che ha ben poco da invidiare alla demagogia di stile fascista. Renzi non salta i cerchi di fuoco come i gerarchi fascisti, però si appropria di ogni occasione, compreso il recupero della Costa Concordia, per esaltare le imprese di regime. Quindi è bene che ci si renda conto e per tempo do chi è questo personaggio e si esca dalla retorica dell’antifascismo per passare all’antifascismo militante.

Anche perchè, e questa è la coincidenza, si avvicina la bufera della crisi, che non ha soltanto dimensioni italiane ma che trova l’Italia in una posizione tra le più deboli. Le spacconate renziane contro l’Europa dell’austerità lasceranno il posto all’applicazione delle direttive della troika modello Grecia e a quel punto ci si renderà conto che il governo Renzi raccoglierà queste direttive essendosi creato anche gli strumenti di governo per imporle. A fronte di questa prospettiva abbiamo bisogno di una reazione tipo luglio ’60, una reazione che spazzi via contemporaneamente il renzismo e le ambizioni imperiali dell’Europa dell’euro. L’attuale opposizione, inchiodata ai vecchi riti, alle dimamiche opportunistico-parlamentari, oppure al pur lodevole ruolo dei cinque stelle, non è in grado di sbarrare la strada a ciò che si sta preparando. C’è bisogno di un movimento nuovo, unificato dalla volontà comune di cambiare veramente verso e uscire dal liberismo e dalle guerre e bisogna che da questo movimento si formi una forza politica che sappia gestire con forza, con intelligenza e con la necessaria coerenza gli obiettivi che la situazione ci pone. Per evitare questo i servizi sono già all’opera, come in Val di Susa. Che nessuno li consideri parte della nostra ipotesi.

Erregi

14 agosto 2014

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