Feroci jihadisti in giro per l’Europa grazie alla cittadinanza concessa dall’Ucraina

Kiev concede la cittadinanza a “quegli stranieri o individui senza cittadinanza che prendono parte alla difesa dell’integrità dell’Ucraina”; legge imposta – nonostante le timide perplessità espresse, addirittura, da Poroshenko – da un assedio della Rada condotto, per giorni, da neonazisti ucraini.

 

Feroci jihadisti in giro per l’Europa grazie alla cittadinanza concessa dall’Ucraina

Tagliagole dell’ISIS con passaporti di paesi europei, liberi di aggirarsi impunemente? Ne avevamo già parlato a proposito delle centinaia di jihadisti, presentati come “Caschi bianchi”, che tra il tripudio della RAI, un mese fa, venivano trasferiti, via Israele, in Europa dal governo francese e inglese. Ora c’è di peggio: lo documenta Yurii Colombo su Il Manifesto segnalando una legge votata dalla Duma – il parlamento di Kiev – che concede la cittadinanza ucraina a “quegli stranieri o individui senza cittadinanza che prendono parte alla difesa dell’integrità dell’Ucraina”; legge imposta – nonostante le timide perplessità espresse, addirittura, da Poroshenko – da un assedio della Rada condotto, per giorni, da neonazisti ucraini.

Ma chi sarebbero questi “stranieri o individui senza cittadinanza che prendono parte alla difesa dell’integrità dell’Ucraina”. In primo luogo i membri del Battaglione internazionale Sheikh Mansur composto prevalentemente da feroci jihadisti ceceni e altri loro “correligionari” scappati dalla Siria.

I quali, d’ora in poi, forniti di regolare passaporto ucraino, saranno liberi – grazie al Trattato di Schengen – di andare dove vogliono in Europa.

E tutto questo mentre l’Unione Europea, col pieno accordo del governo italiano, intensifica le sanzioni contro il generale Ali Mamlouk , forse per dissuaderlo di incontrarsi ancora con i vertici dei servizi segreti italiani per aiutarli ad identificare cellule terroristiche provenienti dalla Siria.

Infine, la comica finale. Ce la regala stopfake.org, un sito sponsorizzato dall’Unione Europea per “contrastare la propaganda di Putin”. Il quale ha la spudoratezza di additare l’articolo di Yurii Colombo come fakenews in quanto “gli unici guerriglieri ricercati in Europa sono coloro che si recano in Donbass per combattere a fianco dei ribelli filorussi”. Grazie dell’informazione, ma lo sapevamo già.

E se non sapete perché il sito stopfake.org è stato creato, date una occhiata a questo video.

Francesco Santoianni

https://www.youtube.com/watch?v=q8uxWHU0FPI

da: www.lantidiplomatico.it

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