“Senza un Commercio più equo non ci può essere giustizia climatica”

Dal 3 al 14 dicembre la Polonia ospita la COP24, la conferenza mondiale sul Clima da cui, secondo molti, dipenderanno le sorti del pianeta. Da questa COP24 ci sia aspetta molto in termini di impegni definitivi che gli Stati dovranno prendere per rispettare gli accordi di Parigi della COP21.

 

 

Comunicato stampa

Senza un Commercio più equo non ci può essere giustizia climatica

I piccoli produttori devono essere sostenuti nella lotta contro il cambiamento climatico

 

Roma, 29 novembre 2018 – Dal 3 al 14 dicembre la Polonia ospita la COP 24, la conferenza mondiale sul Clima da cui, secondo molti, dipenderanno le sorti del pianeta.

Da questa COP24 ci sia aspetta molto in termini di impegni definitivi che gli Stati dovranno prendere per rispettare gli accordi di Parigi della COP21. Non si può più aspettare e gli obiettivi vanno rispettati e raggiunti.

Oltre alle dichiarazioni e richieste alle Nazioni Unite provenienti dai diversi movimenti ambientalisti di tutta Europa, arriva anche la posizione delle organizzazioni europee del Commercio Equo e Solidale – Fairtrade International (l’Organizzazione internazionale di commercio equo che attraverso il Marchio di certificazione Fairtrade si propone di garantire migliori condizioni di vita e di lavoro per i produttori agricoli dei paesi in via di sviluppo), WFTO – Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale, eFair Trade advocacy Officeche puntano a ribadire che la giustizia climatica si raggiungerà solo con maggiori regole vincolanti anche sul Commercio e favorendo pratiche commerciali più eque per chi produce.

Il movimento internazionale del Commercio Equo e Solidale chiede a tutti i membri e partecipanti al UNFCCC – United Nations Framework Convention on Climate Change – di introdurre meccanismi vincolanti di trasparenza ed equità per un commercio più giusto, al fine di raggiungere una vera giustizia climatica nelle negoziazioni della COP 24.

Più di 500 milioni di piccole aziende agricole di produttori forniscono oltre l’80% del cibo consumato nel sud del mondo. Insieme ai lavoratori impiegati in agricoltura, essi sono tra i gruppi più colpiti dagli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, e nonostante questo, all’interno dei negoziati sul cambiamento climatico, le loro voci non vengono ascoltate.

Il documento politico congiunto, “Trade Justice: A key component of building smallholder farmers’ climate resilience, delinea cinque misure concrete necessarie per trasformare urgentemente il sistema economico globale in modo che sia funzionale al benessere delle persone e del pianeta: trasparenza e regolamentazione vincolanti; sostegno finanziario; corsi di formazione incentrati sui bisogni dei piccoli produttori e delle competenze tecniche necessarie; investimento nella ricerca agronomica e giustizia fiscale.

I piccoli agricoltori sono in prima linea nella lotta cambiamenti climatici. Contribuiscono alla sicurezza alimentare globale e alle loro economie nazionali, ma sono tra i più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici. C’è quindi un bisogno urgente di azioni su vasta scala per sostenere questi agricoltori nell’ affrontare le sfide dei cambiamenti climatici“, ha dichiarato Lannette Chiti, Senior Climate Change Advisor, Fairtrade International.

Erinch Sahan,direttore di WFTO – Organizzazione mondiale del Commercio Equo e Solidale, ha dichiarato: “I più poveri sono i più colpiti dal cambiamento climatico, un problema che non hanno causato. Ora soffrono a causa di raccolti a rischio, carenza d’acqua e disastri naturali. Come organizzazione di imprese che lavora per supportare questi produttori, WFTO chiede ai leader mondiali di adottare azioni audaci e coraggiose sul clima. Noi, come movimento di oltre 300 imprese in 70 paesi, rimaniamo fermamente impegnati nelle nostre comunità e invitiamo leader mondiali ad unirsi a noi“.

Equo Garantito e Fairtrade Italia come aderenti delle organizzazioni internazionali del Commercio Equo e Solidale promotrici del policy statement, sostengono e rilanciano le richieste del movimento ed esortano vivamente i partecipanti e membri dell’UNFCCC a COP24 a riconoscere politiche e pratiche commerciali leali come una componente importante delle strategie di mitigazione e adattamento del clima.

Gli impatti ambientali, economici e sociali dei cambiamenti climatici stanno mettendo a repentaglio il futuro delle filiere agricole e artigianali. I piccoli produttori nel commercio mondiale convenzionale soffrono di volatilità dei prezzi e pratiche commerciali sleali. 

Il movimento del Commercio Equo e Solidale promuove un modello commerciale più equo, che incoraggia la produzione e il consumo sostenibili. 

Un commercio più giusto è quindi un passo fondamentale verso il raggiungimento della giustizia climatica; dare la priorità alle esigenze dei piccoli agricoltori e produttori e tener conto delle loro maggiori vulnerabilità.

Tuttavia, il Commercio Equo e Solidale da solo non può far fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dalla disuguaglianza nelle catene del valore; l’attuale sistema economico globale deve essere urgentemente trasformato.

Giovanni Paganuzzi presidente di Equo Garantito,afferma che“Non possiamo continuare a far pagare i più poveri. Lavoriamo ogni giorno perché i nostri produttori siano in grado di affrontare le sfide poste dal mercato ma soprattutto dal clima, ma serve un impegno internazionale a supporto delle politiche per il clima”.

Fairtrade è da sempre in prima linea rappresentando 1,8 milioni di produttori agricoli nei Paesi in via di sviluppo. Dedichiamo a loro tutto il nostro impegno, ma quello che possiamo fare è poco di fronte a una sfida globale come il cambiamento climatico: serve un sostegno concreto per promuovere l’autosviluppo e la resilienza delle comunità“, spiega Giuseppe Di Francesco,presidente di Fairtrade Italia.

 

Firmatari del documento di posizionamento:

Fairtrade International
Fairtrade Belgium
Fairtrade Czech & Slovakia 
Fairtrade Finland 
Fairtrade Germany 
Fairtrade Italy
Fairtrade Poland
Max Havelaar France
Fair World Project
Swiss Fair Trade
Fair Trade Advocacy Office
World Fair Trade Organization
World Fair Trade Organization Europe 
Associazione Botteghe del Mondo
Commerce Équitable France
Equo Garantito
Fédération Artisans du Monde
Forum Fairer Handel 
GEPA – The Fair Trade Company 
Oxfam Belgium
Polish Fair Trade Association
Scottish Fair Trade Forum 
Traidcraft Exchange

Ulteriori informazioni e documenti di riferimento:

 

 


 

Comunicato stampa


Il Commercio Equo e Solidale al Senato per discutere le proposte per una nuova legge sul Commercio Equo

 

Roma, 28 novembre 2018 – Le organizzazioni italiane del Commercio Equo e Solidale hanno incontrato questo pomeriggio i senatori, in audizione alla 10ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo), per parlare della Legge sul Commercio Equo e Solidale.

Un primo passo nel percorso che porta all’approvazione di una legge che si attende da molti anni e che da più parti è stata definita come centrale anche per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. I senatori, infatti, hanno rivolto delle domande sulla sostenibilità del sistema del commercio equo e sulla qualità dei prodotti.

Nel 2016, il precedente disegno di legge sul Commercio Equo è stato approvato alla Camera e da lì ci si attendeva un passaggio al Senato che potesse portare a compimento l’iter legislativo e finalmente dar gambe alle proposte sul Commercio Equo e Solidale a livello italiano.

Ma così non è stato, l’approvazione definitiva non c’è stata e a causa del termine della Legislatura, le procedure di approvazione sono state rimandate ai futuri parlamentari.

Non ci si è fermati, però. Nel febbraio scorso, le organizzazioni del Commercio Equo e Solidale attraverso l’appello “Lascio il segno sull’equo”, hanno indirizzato ai futuri eletti alcune richieste, tra le quali l’impegno a riprendere il percorso per l’approvazione della legge e in particolare la discussione delle proposte e dei testidella stessa entro la fine del 2018.

L’appuntamento di oggi al Senato è un primo e importante segnale di avvio di questo nuovo percorso, nel quale Equo GarantitoFairtrade ItaliaAssociazione Botteghe del Mondo hanno condiviso priorità e principi alla base della proposta di legge e hanno fornito indicazioni su quale strada percorrere per un impegno concreto sul Commercio Equo e Solidale in Italia.

“Il Commercio Equo e Solidale da oltre 50 anni, costruisce esperienze di sostenibilità ed equità nelle filiere e ha contaminato il contesto esterno al punto che oggi questi valori vengono proposti sempre di più dalle grandi imprese italiane”, sottolinea Giovanni Paganuzzi, presidente di Equo Garantito.

“La ripresa dell’iter legislativo per l’approvazione di una Legge di promozione e disciplina del Commercio Equo e Solidale rappresenta un segnale della rilevanza che il commercio equo ha ormai acquisito anche nel nostro Paese, quale strumento che contribuisce allo sviluppo sostenibile offrendo migliori condizioni commerciali e garantendo i diritti dei produttori e dei lavoratori nelle aree di maggiore povertà del pianeta”, spiega Giuseppe Di Francesco, presidente di Fairtrade Italia. E’ durata a lungo , è costata pazienza , questa legge.

“La legge sul commercio equo è uno dei nostri obiettivi , essa assume simbolicamente una funzione di cerniera tra mercato globale e mondo delle economie trasformative solidali. Abbiamo bisogno di una legge a forte contenuto politico, delle norme che possano contrastare le disuguaglianze, le ingiustizie da un modello economico che non rappresenta l’uomo, l’ambiente, la cultura,” spiega Massimo Renno, presidente di Associazione Botteghe del Mondo. 

 

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