“Ricominciamo da tre”

Prende il via la nuova campagna di Comune, un tempo da dedicare soprattutto all’ascolto e al dialogo con i lettori. La trama del nostro racconto si arricchisce e scavalca i recinti del web, ma ha ancora un senso?”

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

RICOMINCIAMO DA TRE

Prende il via la nuova campagna di Comune, un tempo da dedicare soprattutto all’ascolto e al dialogo con i lettori. La trama del nostro racconto si arricchisce e scavalca i recinti del web, ma ha ancora un senso? Scriveteci
REDAZIONE DI COMUNE
 

LA BELLEZZA DELLA RESISTENZA AL RAZZISMO
Concerti che partono dalle musiche custodite nei loro smartphone dai rifugiati, feste organizzate in orti che diventano p-orti aperti, incontri con scrittrici di alfabetieri multiculturali, librerie che raccontano come è nata la più grande biblioteca per ragazzi del mondo, scuole che ospitano pomeriggi di capoeira o disseminazioni culturali e vegetali, case editrici che promuovono “Macero No Contro il Razzismo”, biblioteche in cui si leggono e regalano libri di poesie, e ancora cene e pic-nic multietnici, videoproiezioni di film e documentari, giochi per tutti e canti popolari, laboratori di fumetto antirazzista… Dal 15 al 17 marzo #Attocontrario, iniziative di ogni tipo contro il razzismo in molte città. “Non canteremo il buio dei nostri giorni ma la bellezza della resistenza…”
GLI APPUNTAMENTI DI ATTO CONTRARIO. CHI SI AGGIUNGE?
 

ATTO CONTRARIO
Chiediamo di promuovere ovunque, dal 15 al 17 marzo, iniziative di ogni tipo contro il razzismo. Non canteremo il buio dei nostri giorni ma la bellezza della resistenza
APPELLO

PENSARE E FARE. APRE ATTO CONTRARIO
Ascanio Celestini sabato 2 marzo a Scup ha partecipato all’appuntamento promosso a Roma per presentare Atto contrario: poco meno di duecento persone per un’ora e mezza con grande attenzione hanno ascoltato e ragionato sui temi trattati dall’intervista pubblica, a cominciare ovviamente dalla questione migranti, curata dalla redazione di Comune (prima della cena a “sfruttamento zero”). Difficile mettere su un momento più bello per lanciare Atto contrario e per avviare la campagna “Ricominciamo da tre”. Del resto Atto contrario, secondo Ascanio, è prima di tutto trovare il tempo e i luoghi nei quali ricostruire relazioni di prossimità…
NOTIZIA E FOTO

DISEGNARE L’INCUBO PER USCIRNE
Ma dove sta scritto che dobbiamo vivere restando prigionieri dell’incubo di una banalità volgare e razzista? Le matite di Mauro Biani ci insegnano a capire e a raccontare con semplicità l’angoscia da cui possiamo liberarci. Domenica 17 marzo, alle ore 11, a Scup, Roma, la redazione di Comune presenta il libro di Mauro Biani La banalità del ma – la raccolta delle sue migliori vignette degli ultimi tre anni, accompagnata da inediti di grande impatto – nell’ambito delle iniziative di Atto contrario. Insieme a Mauro e a noi intervengono Roberta Ferruti, giornalista (che su Comune ha raccontato le vicende di Riace), e Marco Omizzolo, sociologo (da sempre al fianco della comunità sikh nella lotta contro il caporalato nell’Agro pontino). Durante la giornata anche il mercato Ecosolpop (c on prodotti di realtà che hanno coinvolto in modo virtuoso migranti), proiezioni, laboratori, concerti e la possibilità di pranzare con cibo buono e sano. Comunicate la partecipazione alla presentazione del libro scrivendo a carmosino@comune-info.net
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI MAURO BIANI

INSIEME PER CAMBIARE L’ORDINE DELLE COSE
C’è un pezzo di società che si ostina a mettere in discussione in molti modi diversi xenofobia e razzismo: dopo la manifestazione di Milano del 2 marzo, la mobilitazione degli Indivisibili, le continue iniziative per Mediterranea e per Riace, le proposte della rete Saltamuri e gli appuntamenti di Atto contrario (15/17 marzo), un vasto gruppo di associazioni, realtà locali, comunità di migranti e singoli (operatori sociali, mediatori culturali, educatori, esperti legali, medici, ricercatori, operatori della comunicazione, artisti attivi in tutta Italia) si prepara a una due giorni di scambio, approfondimento e proposta per favorire cambiamenti profondi delle politiche migratorie. Il Forum nazionale Insieme per cambiare l’ordine delle cose si svolgerà a Roma il 30 e 31 marzo a Garbatella: qui l’appello di presentazione tra gruppi di lavoro tematici e plenaria e le informazioni per iscriversi. La redazione di Comune, che ha accompagnato la preparazione del forum e che sarà alla due giorni, invita a far circolare l’appello e a partecipare a questo prezioso appuntamento autogestito dal basso
R.C.

SCIOPERIAMO PER INVENTARE UN TEMPO NUOVO
Mancano pochi giorni dallo sciopero femminista globale dell’8 marzo, in preparazione con assemblee di Non una di meno e assemblee nei luoghi di lavoro di tante città in Italia e nel mondo, eppure per tv e stampa la notizia non c’è. “La visibilità il femminismo se la prenderà ugualmente moltiplicando quest’anno la presenza nelle piazze di tutto il mondo – scrive Lea Melandri – e continuando con una ‘agitazione permanente’ l’impegno che dura ormai da tre anni…”. Un motivo in più per rilanciare l’appello di Non una di meno: “Scioperiamo per inventare un tempo nuovo. Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!…”
NON UNA DI MENO

OLTRE L’8 MARZO
L’8 marzo, per il terzo anno consecutivo, mostra un movimento straordinario perché diffuso ovunque, perché in grado di connettere punti di vista e lotte (contro i femminicidi e tutte le forme di violenza di genere, ma anche contro muri e confini, distruzione degli ecosistemi e dei cambiamenti climatici), ma prima di tutto perché modellato dal Sud in senso geografico e politico. Un movimento che “sta dando speranza e una visione per un futuro migliore in un mondo decrepito”, probabilmente il principale “freno di emergenza capace di fermare il treno capitalista che corre a tutta velocità… verso la barbarie”, scrive un gruppo di femministe (tra cui Angela Davis, Lucia Cavallero, Verónica Gago, Nuria Alabao, Cinzia Arruzza, Nancy Fraser) in un appello che invita a un passo a vanti: la convocazione di riunioni transnazionali e assemblee dei movimenti
AA.VV.

L’AMORE MALATO
Le statistiche sul femminicidio in Italia e i casi di stalking sono percentuali approssimative. Molte donne non denunciano a causa dei figli, che comunque soffrono nel vedere la madre picchiata, impaurita, denigrata e che molto probabilmente ne porteranno i traumi da grandi. Non denunciano perché non indipendenti economicamente e spesso è il compagno a non volere che la donna lavori. Non denunciano perché ancora legate “a quello che può dire la gente, la famiglia” quando spesso è la gente e la famiglia che fanno finta di non sentire, di non vedere. Ma sopratutto non denunciano perché, non avendo la giusta protezione, hanno paura delle conseguenze. “E allora spesso si rimane intrappolate in un amore che ti vuole ad ogni costo – scrive Mara Trovato -, quello che ti sottomette, quello che ti fa marcire, quello che ti denigra, quello che ti fa deserto intorno per ferire come meglio vuole…”
MARA TROVATO
 

LO SCIOPERO DEL CONSUMO
Lo sciopero femminista globale dell’8 marzo e quello per il clima di venerdì 15 marzo saranno due giornate straordinarie che riconsegnano a uno strumento di lotta abusato come lo sciopero senso e forza. Un buon motivo per ragionare anche di sciopero del consumo: dal boicottaggio di Israele alla Giornata del non acquisto, passando per centinaia di campagne nate nell’universo del consumo critico. Ribellarsi e costruire mondi nuovi facendo la spesa
GIANLUCA CARMOSINO

UNA CATASTROFE AMBIENTALE EPOCALE
Produciamo, commerciamo, consumiamo sempre più carne da allevamenti intensivi, telefonini e computer con il coltan delle miniere congolesi. Treni ad alta velocità, aeroporti e grandi navi che sventrano valli, pianure e lagune. Ci cibiamo di pizze condite con pomodori raccolti da migranti alloggiati nelle tendopoli di San Ferdinando, Campobello di Mazara, Gran Ghetto di San Severo. “Tutto ciò contribuisce al benessere degli italiani e del capitalismo nel mondo – scrive Paolo Cacciari – Forse è giunto il momento di provare a liberarci dai condizionamenti di un sistema tarato che ci rende complici e ci degrada…”. Di certo, la responsabilità per non riuscire a cambiare le cose è di molti, anche di Bergoglio e di quella parte di Chiesa che a volte sem brano voler mettere in discussione il dio mercato. “Dov’è finita la critica all’economia politica e il messaggio lanciato da Bergoglio negli incontri con i movimenti popolari, quando invitava i cristiani e non alla lotta per «aggredire le cause strutturali delle iniquità»?…”. Abbiamo bisogno di abbandonare l’illusione della possibilità di un capitalismo umanizzato, etico, sostenibile, abbiamo bisogno di una critica profonda del pensiero antropocentrico per “uscire dalla logica di dominio che ha portato l’umanità a dichiarare guerra alla natura”. Un saggio eccellente verso lo sciopero per il clima di venerdì 15 marzo e la marcia per il clima e contro le grandi opere inutili e dannose del 23 marzo a Roma
PAOLO CACCIARI
 

SALVIAMOCI CON IL PIANETA
Possiamo fermare il riscaldamento globale soltanto eliminando l’uso dei carbonfossili, ma le nazioni continuano a rifiutare gli allarmi dell’IPCC. In molti, nei piani bassi della società, ci sentiamo inadeguati e confusi: per ritrovare almeno la rotta, suggerisce Antonio Lupo, abbiamo bisogno prima di tutto di una minima analisi comune
ANTONIO LUPO

LA RIBELLIONE DEL SUB
Non c’è più tempo: servono assemblee cittadine per prendere decisioni giuste ed eque per la riduzione dei consumi energetici con cui fermare la crescita della temperatura terrestre e la scomparsa di città e quartieri. La ribellione di un bizzarro sub nella metropolitana di Roma: Ponte Galeria, Acilia e il litorale (Fregene, Ostia, Torvaianica) potrebbero sparire in pochi decenni
R.C.

LA NUOVA RESISTENZA NELLA TERRA MAPUCHE
La repressione degli apparati dello Stato resta violenta e durissima ma gli indigeni della Patagonia cilena non sono più soli. In tutto il Cile si allarga la consapevolezza che l’indomabile e secolare resistenza dei Mapuche esprime rivendicazioni giuste e conta oggi su giovani che hanno saputo restituire linfa alle ragioni di una lotta che sa aprirsi a temi non identitari e riesce a dialogare mantenendo vive l’autonomia e la dignità. L’epicentro della cultura e della resistenza è situato in un’ampia fascia tra la cordigliera e l’oceano, nelle regioni dove perfino i conquistadores spagnoli furono respinti e dove si sono conservate le tradizioni e le comunità che adesso stanno recuperando una minima però essenziale parte delle terre usurpate un secolo e mezzo fa
RAÚL ZIBECHI
 

L’EUROPA ASCOLTA LA COMUNIDAD DE PAZ
Un nuovo viaggio importante, in Europa, per la Comunidad de Paz di San José de Apartadó, sempre più impegnata nella resistenza all’assedio dei paramilitari colombiani. A Barcellona, Javier Giraldo Moreno e Gildardo Tuberquia hanno ritirato un prestigioso premio dell’Università della Pace. A Burgos, hanno incontrato le tante organizzazioni europee della solidarietà internazionale che li sostengono. Al Palazzo dell’Onu di Ginevra, li aspettava il Relatore Speciale delle Nazioni Unite, insieme a tanti altri amici ed esperti impegnati nella protezione di chi difende i diritti umani. Giovedì 7 marzo sarà la volta della Corte Penale Internazionale dell’Aia. Un viaggio rilevante e impegnativo, che testimonia ancora una volta che gli occhi del mondo, e in particolare quelli della solidarietà internazionale, sono sempre puntati sulle persone che vivono e difendono senza armi la propria autonomia in uno dei territori più violenti del pianeta. Le minacce contro i campesinos della Comunidad restano incombenti e quotidiane, perché la sola presenza di un’esperienza così straordinaria risulta intollerabile per l’insaziabile fame di terra e l’arroganza dei poteri colombiani, abituati come sono a seminare impunemente terrore e lacrime in tutto il paese
CARLA MARIANI

VOI A SCUOLA MANGERETE NEL RIPOSTIGLIO
Dal crocifisso al panino. C’è una similitudine inquietante tra il lungo processo che trent’anni fa ha sancito il diritto a non essere discriminati per i bambini che non si avvalgono dell’insegnamento religioso e quello che oggi consente a tutti di scegliere di mangiare a scuola cibi (non solo panini) preparati altrove invece che quelli delle mense. Allora era in gioco l’imposizione della fede, adesso ci sono 1.860 milioni di euro, che ogni anno finiscono nelle casse comunali, e di lì in gran parte a poche grandi ditte appaltatrici private. Gli arbìtri improntati all’onnipotenza dei dirigenti scolastici, così come le vessazioni verso chi non sceglie il menù “regolare”, sono spesso sconcertanti: dall&rsquo ;invito a mangiare nei ripostigli, sulle scale o contro il muro al rifiuto di lasciar utilizzare le caraffe dell’acqua che usano i compagni. A una bambina genovese che chiedeva perché non potesse mangiare a mensa insieme agli altri anche il pasto preparato a casa, una maestra ha risposto: “Perché se ti vedono, poi lo vogliono portare tutti”. Possiamo ribellarci ai ricatti e ai soprusi con ragionevole fermezza, perfino per via legale. Possiamo chiedere di far mangiare ai bambini, allegramente e tutti insieme, quel che sceglie per loro chi gli vuole bene
SABINA CALOGERO
 

DOVREMMO DIRE GRAZIE A QUEI GENITORI
“Un mio bambino straniero parte per due mesi per tornare nel suo Paese… Gli altri bambini gli hanno scritto delle letterine. Erano preoccupati che lui si dimenticasse di loro… Stamattina, i genitori, tutti insieme, si sono organizzati e gli hanno comprato un regalo, dei cartoncini, dei pennarelli, delle macchinine e hanno preparato una torta… Insieme alle mie colleghe – scrive Penny, maestra -, eravamo così felici e grate… per quella piccola comunità che proviamo ad essere… Ogni tanto, gli insegnanti dovrebbero dirlo ai genitori che sono capaci… Questo nostro bambino è disabile e straniero. Due partenze in salita…. I bambini ci guardano, imparano e ci insegnano. Ad esempio che la disabilità è un valore. Che siamo tutti stranieri. Che l a società è migliore dei suoi governanti… Che abbiamo da imparare tutti. Da tutti…”
PENNY

LA FOTO DI FAMIGLIA DELLA MINISTRA TRENTA
Con la visita ufficiale in Niger della ministra Trenta, si rafforza l’impegno italiano in un paese decisivo affinché i migranti africani restino ben lontani dalle coste italiane. Non a caso proprio il Niger vanta il record mondiale per gli aiuti pro-capite dell’Ue. L’attenzione strategica italiana era stata inaugurata con il viaggio del ministro Gentiloni al tempo del governo Renzi, che pose le basi anche per la missione dei soldati italiani. Ora la ministra Trenta, nel consegnare l’ottavo pacco-dono in tempi molto ravvicinati, ribadisce gli obiettivi congiunti: la lotta al terrorismo e, soprattutto, la guerra all’immigrazione clandestina, cioè ai migranti che attraversano il deserto prima di finire nei noti campi di detenzione li bici. Mauro Armanino, missionario a Niamey, legge questo nuovo passaggio di politica neocoloniale attraverso due fotografie mostrate con evidenza dalla stampa filo-governativa del paese in cui vive diversi anni: quella con Trenta in divisa militare, mentre offre il pacco-dono di materiale sanitario per i suoi soldati al collega nigerino, e quella di rappresentanza, in abiti civili. Sono entrambe truccate, perché celano il ruolo di gendarme “incentivato” nella guerra ai migranti che al Niger viene affidato e le persone comuni che pagheranno il prezzo delle armi che servono alle guerre che i governi europei hanno deciso di combattere lontano dalle nostre coste ma, soprattutto, ogni imbarazzante riflettore
MAURO ARMANINO
 

L’UNIVERSO SCONOSCIUTO DEI TUMORI AL SENO
“La prima cosa che senti, nel reparto, è il gracidare continuo dei pulsanti che avvertono le infermiere delle flebo delle chemio da cambiare – scrive Lino Di Gianni – Le persone con cuffie o con le parrucche conversano: che effetto ha fatto, a te, quella che chiamano “La Rossa”, la chemio più pesante?… Se sei nel letto, un familiare ti può assistere; se sei in poltrona no, perché la stanza è piccola e non c’è spazio…”. Racconti sulla vita delle persone comuni, racconti su un universo separato, eppure diffuso, del tumore al seno che colpisce una donna su otto
LINO DI GIANNI

ABITARE LA DECRESCITA
Casa dolce casa. Di proprietà, in un quartiere per bene, col videocitofono e di giorno il portiere. Balcone, terrazzo, giardino col prato curato. Siepe, muretto e porta sicura per blindarsi. Naturalmente posteggio comodo davanti al portone, box o posto auto per il Suv di famiglia. Così appare l’abitare proposto dalle pubblicità di mutui e assicurazioni, serie televisive, romanzi e riviste patinate. Abbiamo bisogno di narrazioni alternative: cosa significa abitare in un’ottica decrescente? Come possiamo sperimentare forme di vita più comunitaria? Ha senso porre un limite massimo di superficie abitativa pro capite socialmente accettabile? Da come cominciare per porre un freno all’inesorabile penetrazione delle città nelle campagne?
KARL KRHAMER E SILVIO CRISTIANO

 

RIBELLARSI FACENDO: UN’AGENDA COMUNE

8-10 MARZO, ROMA ATLANTE FEST
A Sud: mappe, saperi e strumenti per le ecologie di domani

9 MARZO, NAPOLI FESTEGGIAMO BANCA ETICA
L’8 marzo del 1999 apriva il nostro primo sportello

15/17 MARZO ATTO CONTRARIO IN TANTE CITTÀ
La bellezza di resistere al razzismo: tutti gli appuntamenti

17 MARZO, ROMA DISEGNARE L’INCUBO PER USCIRNE
A Melting Pop presentiamo il libro La banalità del ma di Mauro Biani

22 MARZO, PISA RESILIENZA O ESTINZIONE?
Convegno con, tra gli altri, Serge Latouche, Francesco Gesualdi e Ugo Bardi

 

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