“Femminista, barbara e meticcia”

Chicana, lesbica e meticcia: il femminismo di frontiera di Gloria Anzaldúa riflette sui rapporti tra genere, corpo, origine e classe sociale. La sua scrittura de-colonizza e denuncia i secoli di sfruttamento, segregazione e violenza subiti dalle donne subordinate.

 

NEWSLETTER DI COMUNE

SENZA TENERE LE MANI IN TASCA [SONIA COLUCCELLI]
“Onorata di essere parte di una famiglia capace di visioni, speranze, senza tenere le mani in tasca”
LA NOSTRA CAMPAGNA “RICOMINCIAMO DA TRE”

 

FEMMINISTA, BARBARA E METICCIA

Chicana, lesbica e meticcia: il femminismo di frontiera di Gloria Anzaldúa riflette sui rapporti tra genere, corpo, origine e classe sociale. La sua scrittura de-colonizza e denuncia i secoli di sfruttamento, segregazione e violenza subiti dalle donne subordinate. Dalla frontiera si definisce la barbarie, ciò che resta fuori dai margini della civilizzazione. La frontiera delimita, divide, separa, avverte dei pericoli dell’ibridazione con l’altro. Ridefinisce chi siamo noi e chi sono gli altri, quelli sempre percepiti come una minaccia. Dunque, sostiene Gloria, abitare la frontiera, significa vivere senza frontiere. “Cosa sono?”, si chiede di continuo: “Una lesbica femminista del terzo mondo incline al marxismo e al misticismo. Mi frammenteranno e ad ogni pezzo daranno un’ etichetta”. Così sceglie di collocarsi in un incrocio di percorsi, nella differenza, nella diaspora, persino nel tradimento come strumento critico. È dal mondo zurdo, distorto, che si possono pensare e riconfigurare altri mondi possibili in cui costruire, con il nostro legno, la malta e i mattoni femministi, universi differenti, comunità, relazioni e affetti diversi. Nei nostri attuali etno-paesaggi neoliberisti, la moltiplicazione delle frontiere simboliche-materiali e la vulnerabilità della vita sembrano essere diventati la norma, ritornare a Gloria Anzaldúa, scomparsa quindici anni fa, potrebbe essere utile e urgente
CAROLINA MELONI GONZALES

I GIORNI DI ATTO CONTRARIO
Le fotografie raccontano molto più di tante parole perché Atto contrario è stato ovunque accolto con entusiasmo e creatività. Malgrado incastrato in un mese di eventi straordinari – dall’8 marzo delle donne al 15 marzo dei ragazzi sul clima in attesa al 23 marzo contro le grandi opere inutili e dannose – in tutte le regioni sono state promosse iniziative per ribaltare razzismo e xenofobia. Ci sarà tempo per immaginare un altro #Attocontrario, migliorando questa prima esperienza: ora è il momento di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a queste tre giornate
LA GALLERIA FOTOGRAFICA COMPLETA

NOI DEL FUTURO FACCIAMO COSÌ
Come possiamo cominciare a cancellare razzismo e xenofobia dalle nostre vite quotidiane? Ad esempio possiamo smettere tutti, qui e adesso, di insegnarlo. Allora, quando iniziamo?
ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

PAESE NOSTRO, IL FILM CENSURATO
“Paese Nostro” è un film sugli operatori dei progetti di accoglienza della rete SPRAR che ZaLab ha realizzato nel 2016 per conto del ministero degli Interni, ma che poi non è mai stato distribuito. Ora ZaLab ha deciso di mostrarlo gratuitamente anche senza l’autorizzazione del ministero
R.C.

UNA MATTINA DI SOLE SPUDORATO
Quello del 15 marzo è un fenomeno inedito, destinato a durare e proliferare nei decenni. “Questo movimento ha carattere assolutamente radicale e anticapitalistico, anche se la coscienza di questo emergerà nel tempo,.. – scrive Franco Berardi Bifo – La politica non sceglierà mai la vita contro il profitto, perché l’orizzonte della politica è il capitalismo… Come tutti i grandi movimenti nasce per porre all’ordine del giorno l’impossibile…”
FRANCO BERARDI BIFO

FERMIAMO LE GRANDI OPERE INUTILI
Verso la grande manifestazione nazionale a Roma del 23 marzo
APPELLO

SEICENTO CHILOMETRI IN SELLA PER LA GIUSTIZIA CLIMATICA
Da Venezia a Roma, seicento chilometri spingendo sui pedali per dire che la folle corsa verso l’autodistruzione della vita sul pianeta si deve e si può fermare. Perfino le decisioni dei governi del mondo, quelle lontane e segnate dall’ipocrisia irresponsabile o dal cinismo criminale delle classi dominanti, in fondo possono dipendere da come e quanto gridiamo noi. Sì, possiamo fare qualcosa, subito. Magari dimostrando che tutto quel che vogliono farci credere impossibile non lo è affatto. D’altra parte, i ciclisti di RideWithUs questa preziosa dimostrazione la praticano da tempo: partendo sempre da Venezia, hanno raggiunto le sedi di diverse Conferenze sul clima, da Parigi a Bonn, fino a Katowice. Adesso con The Climate R ide, attraverso sei impegnative tappe, segnate dalla voglia di raccogliere storie e dagli incontri con comitati e i movimenti impegnati nella difesa dei beni comuni e dell’ambiente, raggiungeranno Roma in tempo per partecipare alla grande manifestazione del 23 marzo per la Giustizia Ambientale. EcoMagazine seguirà il percorso pedalata dopo pedalata
RICCARDO BOTTAZZO
 

IL VERDURAZO E LE ALTRE RESISTENZE
L’offensiva delle nuove destre in América Latina ha una consistenza notevole e ha già cambiato, senza incontrare troppe difficoltà, il segno politico di molti dei governi che avevano caratterizzato il continente con un’ondata di progressismo che rimaneva del tutto interno alle compatibilità imposte dal sistema dominante. Prendono forma, intanto, nuovi movimenti sociali, diversi da quelli che avevano occupato la scena nei primi anni del nuovo secolo aprendo spesso la strada all’ascesa delle sinistre. Raúl Zibechi prende in esame tre casi differenti ma tutti significativi della nuova fase che si vive in Sudamerica. Il primo è il Movimento Pase Libre di São Paulo nel Brasile di Bolsonaro e dei militari, poi c’è un interessante movimento rurale e urbano che integra anche famiglie di migranti boliviani nelle periferie di Buenos Aires, e infine c’è lo straordinario movimento delle donne, il solo a scala planetaria, che però in Argentina arriva a insinuarsi perfino nelle trincee più inespugnabili del patriarcato con i coraggiosi pronunciamenti delle donne poliziotto. L’energia sociale dei movimenti si trasforma ma non scompare
RAÚL ZIBECHI
 

LA LOTTA IDEOLOGICA DI LOPEZ OBRADOR
Il governo messicano di Andrés Manuel López Obrador ha generato grandi speranze in un paese devastato e riscuote grandi consensi, soprattutto popolari. È un governo diverso dai precedenti e si definisce senza esitazioni “di sinistra”. Il problema nasce quando, a quella definizione, fanno seguito politiche che la contraddicono in modo sistematico ed evidente. Non si tratta di essere più o meno radicali ma di tener conto di quanto raccontano tutte le altre esperienze del recente passato. Rogelio Jiménez Pons, direttore dell’ente che si occupa dello sviluppo e della programmazione urbanistica, lo dice in modo chiaro: siamo un governo di sinistra “che sta instaurando un vero capitalismo”, non mafioso come quello attuale. Ji ménez Pons è convinto che lo sviluppo che intende promuovere sia il rimedio alla miseria. Ignora o cancella l’evidenza che per 50 anni ha mostrato che quello sviluppo causa miseria, non vi pone rimedio. Gli indigeni lo sanno per esperienza diretta: certi “sviluppi urbani”, come le “città rurali” del Chiapas, sono state presto abbandonate perché invivibili. Intanto, però, la sola via per costruirle è stata distruggere la loro arte di abitare. Possibile che le sinistre politiche del mondo intero restino del tutto impermeabili ai nefasti effetti politici di medio periodo della disillusione?
GUSTAVO ESTEVA
 

ISRAELE AL VOTO, GAZA VA BOMBARDATA
Le elezioni del 9 aprile in Israele, per Benjamin Netanyahu, non sono certo prive di rischi. Sul consenso al suo governo pesano cause per frode e corruzione e gli avversari del premier alzano i toni sulle ossessioni di sempre: le presunte trame contro la sicurezza dello Stato ebraico. È dunque il tempo di farla finita con le minacce terroristiche che covano nel rancore di Gaza e di riprendere (come se non si uccidesse ogni giorno) alla scala opportuna le punizioni esemplari nei confronti di chi resiste attentando, con la sua sola esistenza, alla tranquillità del solo Stato “democratico” del Medioriente. I due razzi lanciati (senza conseguenze) giovedì scorso su Tel Aviv sono a dir poco provvidenziali, tanto puntuali quanto stranamente non rivendicati. Impossibile non nutrire seri dubbi su chi abbia deciso di lanciarli proprio ora, ma il premier del Likud non ha dubbi: i responsabili sono i nemici di sempre, l’Iran e l’islam. Un’intera notte (per ora) di bombardamenti sulla Striscia s’imponeva, le postazioni nemiche (cioè tutto il territorio) vanno debellate. Un bombardamento molto “elettorale” che difficilmente nei prossimi giorni si fermerà. Il racconto da Gaza di Patrizia Cecconi e, in coda, una sua intervista audio rilasciata a Nena News
PATRIZIA CECCONI
 

RACHEL CORRIE LA CHIAMAVA DIGNITÀ
Ci sono diverse espressioni che colpiscono in profondità nel testo di Rachel Corrie che Patrizia Cecconi riporta nelle prime righe di un ricordo discreto, quasi intimo, della giovane studentessa statunitense assassinata a Rafah il 16 marzo del 2003. C’è lo stupore iperbolico per la dolcezza espressa da persone che vanno incontro alla catastrofe e c’è la scoperta di una forza straordinaria, quella del restare umani “anche nelle circostanze più terribili”, tanto cara a un altro indimenticabile ragazzo, ucciso anche lui a Gaza otto anni dopo. Per dare un nome, un solo nome, a quella forza straordinaria, Rachel scrive: “Credo che la parola giusta sia dignità”. Patrizia si trova oggi nella stessa martoriata Striscia p alestinese in cui è stato spento il magnifico sorriso di Rachel e di Vittorio, una terra capace come forse nessun’altra di accendere passioni così infinite nel nostro tempo. In quella terra, ci spiega Patrizia, si alimenta ogni giorno la resistenza di una cultura capace di assorbire anche il dolore più indicibile, perché la tragedia è un momento e la vita che resiste è tutto il resto
P.C.

NON SOLO CASE. CALL PER RICERCHE DA RACCONTARE
Codici Ricerca e Intervento, organizzazione indipendente di ricerca e trasformazione sociale, assegna due borse di ricerca: Il tema è “Non solo case!”. Un’occasione per nutrire il dibattito pubblico sul tema dell’abitare: interrogarsi sulle case, affacciarsi nei luoghi della città per esplorare le diverse culture dell’abitare, per indagare l’intreccio di differenze e disuguaglianze, i rapporti di potere nella società e nella famiglia…
R.C.

RICOMINCIAMO DA TRE
A due anni dall’ultima campagna per la raccolta di fondi, arriva ancora una volta, per Comune, il tempo dell’ascolto e di un dialogo più approfondito con i lettori. È anche il tempo delle domande di fondo: non abbiamo certezze e vogliamo capire, senza retorica, se la trama di questa nostra piccola avventura ha ancora un senso. I numeri ci dicono che in 7 anni avete letto 8,5 milioni di pagine, un risultato molto importante benché noi diffidiamo da tempo di cifre e algoritmi. Vi chiediamo di inviare, se ce la fate, almeno 25 euro: serviranno anche a dar vita a tre nuove testate interne per articolare meglio, irrobustendolo, il racconto quotidiano di Comune. Un racconto che mette l’accento sui verbi: gridare, fare e pensare. Questa volta, ricordando quanto ci manca Massimo Troisi, vogliamo rico minciare da tre. Intanto, con le barrette del cioccolato di Modica, la promozione di “Atto Contrario” e “Storie del Possibile”, e con una straordinaria esperienza in alcune scuole romane, comincia a prendere corpo la nostra speranza di stare dentro, talvolta contro ma sempre oltre il campo limitato e virtuale del web. Scriveteci, siamo in ascolto (info@comune-info.net)
REDAZIONE DI COMUNE

LE PRIME ADESIONI ALLA CAMPAGNA “RICOMINCIAMO DA TRE”

 

RIBELLARSI FACENDO: UN’AGENDA COMUNE

19 MARZO, TRIESTE I PRECURSORI DELLA DECRESCITA, ILLICH
Ivan Illich, una voce fuori dal coro. Interviene Aldo Zanchetta

20 MARZO, MILANO I BAMBINI CI GUARDANO
Alle 18, presentazione del libro di Franco Lorenzoni a Book Pride

22 MARZO, ROMA REPRESSIONE E DIRITTO DI RESISTENZA
Al Cinema Palazzo con No Tav, No Tap e No Muos

30/31 MARZO, ROMA CAMBIARE L’ORDINE DELLE COSE
Un grande forum nazionale dal basso per ribaltare le politiche migratorie

 

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