“Il tempo dei movimenti territoriali”

“I movimenti territoriali sono soggetti collettivi che esprimono e veicolano un modello alternativo di società rispetto a quello dominan te – scrive Alessandra Algostino -, rappresentano in modo nuovo rispetto alle contrapposizioni dei partiti novecenteschi il conflitto sociale”.

 

 

NON SIAMO SOLI
“Un intenso grazie a Comune, che ci ricorda come sia possibile pensare e agire per una società altra e come ciascuno di noi non sia solo nell’immaginare e tentare di vivere un mondo diverso. Per restare umani. Perché i diritti non siano privilegi di alcuni, ma garanzia di una vita degna per tutti. Per fermare il genocidio dei migranti”
ALESSANDRA ALGOSTINO HA ADERITO ALLA CAMPAGNA ‘RICOMINCIAMO DA 3’

 

IL TEMPO DEI MOVIMENTI TERRITORIALI

Dove possiamo trovare forza e speranza per difenderci dalla ferocia del finanzcapitalismo? Dove può nascere una nuova cultura politica? Negli ultimi anni in diversi angoli del mondo i movimenti territoriali hanno imparato a contrapporre socialità e condivisione all’individualizzazione e alla frammentazione competitiva del mercato, a utilizzare strumenti di democrazia diretta, a trasformare i modi e gli obiettivi della protesta, a coltivare visioni del mondo nelle quali valori universali, come la tutela della persona e dei suoi bisogni, sono centrali e mettono in discussione i modelli retti dalle pretese di profitto di pochi. “I movimenti territoriali sono soggetti collettivi che esprimono e veicolano un modello alternativo di società rispetto a quello dominan te – scrive Alessandra Algostino -, rappresentano in modo nuovo rispetto alle contrapposizioni dei partiti novecenteschi il conflitto sociale”
ALESSANDRA ALGOSTINO
 

L’ARCIPELAGO DEI COMMONS MASSIMO DE ANGELIS

LA TRANSIZIONE CHE NON VEDIAMO RAÚL ZIBECHI

L’ANNIENTAMENTO
La situazione dei migranti intrappolati in Libia peggiora mese dopo mese. Le stesse logiche di distruzione della dignità e della vita umana si sperimentano a terra e in mare. “Basta ascoltare i racconti dall’inferno degli ultimi che sono riusciti ad arrivare – scrive Fulvio Vassallo – Sul banco degli accusati deve andare il governo italiano e chi ne esegue gli ordini, per concorso negli abusi commessi dalla guardia costiera libica e dal Dipartimento di polizia e di controllo dell’immigrazione di Tripoli… il muro della vergogna attorno a noi, costruito su ignoranza e rancore sociale, cresce ogni giorno… “. Un giorno, forse, ci saranno processi contro questo sterminio
FULVIO VASSALLO

CAMBIARE L’ORDINE DELLE COSE
C’è un pezzo di società che si ostina a mettere in discussione in molti modi diversi xenofobia e razzismo: un vasto gruppo di associazioni, realtà locali, comunità di migranti e singoli si prepara a una due giorni di scambio, approfondimento e proposta per favorire cambiamenti profondi delle politiche migratorie. Vi aspettiamo
R.C.
 

MIGRANTI E NON PER LA CASA COMUNE
Il mortifero mito della crescita non smette di fare vittime: ogni giorno di più precipitiamo nel baratro di un cambiamento climatico che renderà la Terra invivibile. Intanto, per tenere i migranti lontani ci consegniamo a regimi sempre più autoritari. Rinunciamo così «al contributo che tutti, nativi e migranti, potrebbero dare al grande progetto comune della conversione ecologica – scrive Guido Viale -, sia “a casa loro” che “a casa nostra”, cioè nella “casa comune”, quella che “è di tutti”…»
GUIDO VIALE

LE COLPE DI UNA GIOVANE DONNA
Lei, finita nell’inchiesta Xenia insieme ad altre ventinove persone, fin da subito viene presa di mira, capro espiatorio di tutti i mali successi in quel piccolo paese conosciuto al mondo: Riace. Ora la Cassazione ha annullato la misura cautelare con obbligo di firma “Non basteranno tutti i giorni che rimangono da vivere per potersi scusare, per potersi rendere conto (ognuno singolarmente), della gravità di un comportamento sessista, volgare, di accanimento contro una giovane donna – scrive Chiara Sasso – che ha sì una colpa, quella di essere etiope, bella e fiera, con un carattere forte indurito dalla vita…”
CHIARA SASSO

MA QUALE MEDIOEVO
Il congresso delle famiglie di Verona c’entra pochissimo con la religione. È un evento politico, come dimostra la presenza di ministri e parlamentari, che ha come scopo cancellare la libertà che le donne hanno conquistato e “il rilievo che vanno assumendo a livello mondiale la cultura e le pratiche del femminismo, come lotta contro tutte le forme di dominio e di oppressione: dal sessismo al razzismo al classismo ai nazionalismi alla devastazione dell’ambiente”
LEA MELANDRI

PIERFERDI, MARIO, ROBERTO …
Eccoli qui i nostrani “difensori della famiglia tradizionale”, i patrocinatori e sostenitori del sedicente Congresso sulla famiglia di Verona: Pier Ferdinando Casini, Mario Adinolfi, Roberto Calderoli, Roberto Formigoni, ovviamente Matteo Salvini e Lorenzo Fontana, ministro noto per la sconfinata stima verso Vladimir Putin, per aver chiesto l’abolizione della Legge Mancino (quella che sanziona le azioni legate all’ideologia nazifascista), per la guerra alle unioni civili ma anche per le invocazioni sui social dell’arcangelo Michele. Amen
MARIA G. DI RIENZO

GAZA. E ADESSO VIA I TESTIMONI
Il voto israeliano del 9 aprile è ormai vicinissimo. Netanyahu, rientrato dal summit con i sodali di Washington, rifiuta la tregua proposta da Hamas, annuncia che non si limita a far bombardare, non esiterà a fare i passi necessari per entrare a Gaza e autorizza il movimento di mezzi corazzati. I testimoni internazionali presenti, tra cui la nostra compagna Patrizia Cecconi, devono lasciare la Striscia. Il governo israeliano lo ha detto ai consolati, anche a quello italiano: fuori i cooperanti e i volontari. La nuova offensiva è ai blocchi di partenza e la tensione resta altissima anche a Betlemme, da dove Patrizia ci invia la sua corrispondenza: Sajid Mezhir, 17 anni, infermiere, è stato ucciso deliberatamente lì, mentre stava aiutando dei feriti dai soldati oc cupanti entrati nel campo profughi alla periferia della città dove, secondo i Vangeli, è nato Gesù
PATRIZIA CECCONI
 

LE PAROLE CHE MANCANO
Così come il livello di civiltà di un paese appare in controluce dalla condizione delle sue carceri, o il grado di libertà di una società dall’effettiva e concreta possibilità del diritto di sciopero e dall’autonomia dell’informazione, lo stato autentico di una democrazia non può non misurarsi dall’effettiva capacità dei soggetti pubblici e degli aggregati politici di dialogare e confrontarsi, di dare forza e peso al compromesso e alle mediazioni, tenere in gran conto l’importanza di costruire accordi, di ricercare alleanze. Ma possiamo farlo senza affrontare i temi e i nodi cruciali del nostro tempo? Possiamo davvero dialogare con chi è convinto che la rapidità decisionale, nella società odierna, debba prevalere s ull’esercizio pieno della democrazia? Questa modalità è stata una delle grandi cause che hanno dato avvio alla sfiducia, prima verso la politica in generale, poi verso la democrazia in particolare. Mimmo Cortese difende la speranza: a Brescia, per esempio, non è andata così. Non si è trattato di un caso e nemmeno di un miracolo
MIMMO CORTESE
 

CARI RAGAZZI, SE SERVISSE IO CI SONO
Possiamo interloquire, prestando la massima attenzione al rispetto della loro autonomia, con i giovanissimi che il 15 marzo hanno preso la parola per opporsi all’irresponsabilità e all’ipocrisia dei governi sui cambiamenti climatici? Un vecchio ragazzo, segnato da una lunga e appassionata storia di partecipazione ai movimenti per la giustizia sociale e ambientale, mette a disposizione un po’ del suo tempo e tutto il suo cuore
ALBERTO CASTAGNOLA

LA PRIMAVERA EDUCATIVA DELLA CAFFARELLA
Durante il mese della grande manifestazione di Greta e dei ragazzi di tutti il mondo, nel Parco urbano più grande d’Europa insieme alla Primavera sboccia una rete educativa messa su da diverse realtà sociali. Per questo la Festa al Parco dell’Appia Antica, a Roma, nella stupenda Valle della Caffarella, di domenica 31 marzo (tra laboratori, fattorie didattiche, stand di produttori, punto ristoro e musica popolare.) segna davvero l’inizio di una stagione importante e bella per questo pezzo di Roma, città complessa e ferita. Con oltre 3.000 ettari di verde dentro la città e una natura diversa quanto emozionante, la Valle della Caffarella resta un teatro all’aperto unico nel quale ammirare un pezzo di campagna romana rimasta immut ata nei secoli (tra viottoli rurali, prati sconfinati e corsi d’acqua) e in cui trascorrere del tempo rallentato riscoprendo il bisogno di ambienti naturali. Ma in questo angolo di Roma è possibile anche coltivare relazioni sociali diverse, come dimostrano alcune associazioni e cooperative sociali (Humus onlus, Explò, Bosco Caffarella, Archetipo, Taxa – Società Cooperativa Fauna urbis), i cittadini e l’Ente Parco (che ha incoraggiato la nascita della Rete di educazione Caffarella). Semi di educazione diffusa dunque cominciano a germogliare per ripensare l’arte di educare e per vivere in modo diverso il territorio, una strada che molti sperano di percorrere in altri quartieri e in altre città
R.C.

 

RIBELLARSI FACENDO: UN’AGENDA COMUNE

29 MARZO, CARMAGNOLA/TO IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO
Ore 21: da Bardonecchia al Niger passando per Riace, con Recosol

29 MARZO, RECANATI/MC SO-STARE NEL CONFLITTO
Impariamo a litigare: incontro per studenti, insegnanti, educatori

29/31 MARZO VERONA CITTÀ TRANSFEMMINISTA
La tre giorni femminista di #NonUnaDiMeno

30 MARZO, MILANO MUTAMENTI CLIMATICI: CHE FARE?
Con, tra gli altri, G. Tamino, M. Agostinelli, E. Molinari, V. Agnoletto

30/31 MARZO, ROMA CAMBIARE L’ORDINE DELLE COSE
Un forum nazionale dal basso per ribaltare le politiche migratorie

30/31 MARZO, BARI TRE ANNI CON BREAD&ROSES
Festa e dibattito: abbiamo bisogno di spazi di mutuo soccorso

31 MARZO, TORINO LA FABBRICA DEL CONSENSO
Tav, vero/falso: incontro con Wu Ming1 e Tommaso Montanari

31 MARZO, LECCE TUTTI IN PIAZZA PER GLI ULIVI
Per il diritto a protocolli di cura naturali

31 MARZO, ROMA L’ALVEARE DEVE CHIUDERE
Un bilancio di 5 anni di co-working con spazio baby

 

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