Non possiamo permetterci nuove forme di apartheid educativa: dobbiamo occuparci in modo intelligente e creativo degli spazi da abitare.
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Non possiamo permetterci nuove forme di apartheid educativa: dobbiamo occuparci in modo intelligente e creativo degli spazi da abitare. Lo spazio è qualcosa di molto concreto che influenza le relazioni reciproche. C’è bisogno di fare scuola all’aperto, a cominciare dagli spazi offerti dalla natura. Ma la scuola ha anche bisogno di collaborazioni inedite, perché da sola non ce la fa: occorre imparare a tenere le scuole aperte tutto il giorno per ospitare molteplici attività |
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L’etichetta del complottismo continua a nascondere qualsiasi punto di vista critico. Intanto, nel discorso mediatico torna il patriottismo, la scienza sembra indiscutibile, mentre il concetto di salute globale raramente viene preso in considerazione, prevale un clima di paura e, soprattutto, ovunque si favorisce un irrigidimento dei corpi |
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La pandemia ci pone di fronte a problematiche che prima non eravamo abituati a vedere, a cominciare dal concetto di sviluppo senza limiti. Che fare? Una conversazione tra due antropologi da sempre attenti ai temi del pensiero critico, Andrea Staid e Francesco Remotti, a partire da libro Il mondo che avrete. Virus, Antropocene, rivoluzione (Utet), scritto da Marco Aime, Adriano Favole e Francesco Remotti |
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Il Cme Group, la più grande piazza finanziaria dei contratti a termine del mondo, in collaborazione con il Nasdaq, ha annunciato la creazione del primo future sul mondo sull’acqua. Il bene comune più essenziale alla vita va dunque in borsa come l’oro, il petrolio e ogni altra merce. Il capitalismo predatorio non conosce limiti. Intanto, Alex Zanotelli lancia un nuovo appello al presidente della Camera e alle forze politiche di governo: è una vergogna che dopo il voto italiano sul referendum del 2011 non ci sia ancora una legge per la gestione pubblica dell’acqua |
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Il tema della scuola è da tempo al centro di molte attenzioni. Malgrado sia donna più dell’81 per cento della classe docente italiana, si parla però per lo più di maestri che insegnano all’aria aperta, professori che inventano nuove formule per la didattica a distanza, presidi e pedagogisti alle prese con mille problemi e soluzioni. E la ministra viene chiamata “ministro”. “La lingua non ha solo la funzione di rispecchiare i valori – scrive Graziella Priulla – ma anche quella di concorrere a determinarli”. Dietro le parole quotidiane ci sono pregiudizi, stereotipi, luoghi comuni, schemi cognitivi da riconoscere e mettere in discussione. Il problema emerge anche nell’insegnamento della storia e della grammatica scritte e presentate al maschile (nella foto, il disegno di (Z)ZeroCalcare donato al collettivo “CattiveMaestre contro la Buona Scuola”) |
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Cura, apprendimento, reddito: analisi, richieste e proposte di mutuo soccorso |
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Riscoprire le connessioni tra natura, benessere ed educazione all’aperto |
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Una preziosa memoria di ciò che tutti abbiamo passato nei mesi scorsi e che ancora stiamo attraversando: La scuola a casa (di Mara Corradi e Roberto Ronchi) racconta una scuola di Milano ma potrebbe essere una di Aosta o una di Palermo |
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I paesi ricchi vanno all’assalto del farmaco anticovid per salvarsi da soli |
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Il lessico della politica istituzionale e dei media nasconde e manipola. Parlano di clandestini invece di rifugiati, oppure di “guardia costiera libica” invece di gruppi armati (dal governo italiano), di “sindaci libici” invece di signori della guerra |
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La traduzione in francese, inglese, tedesco, spagnolo, russo e mandinka (parlata in parlata in Gambia, Guinea-Bissau e Senegal) delle regole per gli spostamenti, le chiusure delle attività e l’utilizzo dei mezzi pubblici per le zone in cui è stata divisa l’Italia. Un servizio utile per i migranti curato dai volontari e le volontarie del Naga: serve una mano per la diffusione |
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